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Lodo Alfano retroattivo

Sospensione dei processi a carico del presidente della Repubblica e del Consiglio anche per fatti antecedenti all'assunzione della carica

20 ottobre 2010

Ieri, la commissione Affari costituzionali del Senato ha approvato l'emendamento del presidente Carlo Vizzini al Lodo Alfano costituzionale relativo alla sospensione dei processi alle alte cariche anche per fatti precedenti l'assunzione della carica.
Il testo della proposta di modifica, approvata dalla maggioranza, recita: "Al di fuori dei casi previsti dagli articoli 90 e 96 della Costituzione, i processi nei confronti del Presidente della Repubblica o del Presidente del Consiglio dei ministri, anche relativi a fatti antecedenti l'assunzione della carica, possono essere sospesi con deliberazione parlamentare secondo le disposizioni della presente legge costituzionale".
Hanno votato a favore 13 senatori del Pdl e Lega più il senatore finiano Maurizio Saia e il senatore dell'Mpa.
"Si è colmato un vuoto incomprensibile che era peraltro in contrasto con quanto prevedeva giustamente lo stesso lodo Alfano approvato in via ordinaria dal Parlamento", ha dichiarato Filippo Berselli, presidente della commissione Giustizia del Senato.

"Sulla norma che prevede la sospensione anche di quei processi cominciati prima del conferimento del mandato, Fli è assolutamente d'accordo. Lo abbiamo già detto una ventina di giorni fa, lo abbiamo confermato oggi con il voto". Il senatore finiano Maurizio Saia ha commentato così il sì di Fli all'emendamento presentato al Lodo Alfano dal presidente della commissione Affari Costituzionali di Palazzo Madama Vizzini che punta ad estendere lo scudo del Lodo anche ai processi cominciati prima del conferimento del mandato del presidente della Repubblica e presidente del Consiglio. "Ne avevamo già parlato di questo problema tra noi - ha aggiunto Saia - e la linea del partito è stata subito quella di dire sì alla previsione secondo la quale potranno essere sospesi anche i processi cominciati prima di diventare premier o capo dello Stato".
"Non condivido affatto le polemiche sulla retroattività del lodo Alfano. Ed infatti, la finalità del cosiddetto lodo Alfano costituzionale è quella di salvaguardare la serenità nello svolgimento delle funzioni da parte delle alte cariche dello Stato che, ovviamente, potrebbe essere compromessa nel caso in cui non venissero sospesi processi per fatti antecedenti all'assunzione della carica". E' quanto affermato dalla presidente della commissione Giustizia della Camera, la finiana Giulia Bongiorno.

"Mi sembra che viaggiamo ai limiti dell'assurdo", ha commentato il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani aggiungendo: "E' assolutamente indecorso e vergognoso pensare di procedere ad assoluzioni per via parlamentare e costituzionale. Il Pd darà battaglia, faremo barriera con tutte le forze che abbiamo".
Bersani ha parlato anche del sostegno dei finiani al via libera: "Fli ha sempre detto che avrebbe votato il lodo Alfano, ma trovo che la cosa abbia un grosso deficit di coerenza". "Una norma del genere fatta nel bel mezzo di una vicenda processuale che riguarda una persona, è una legge ad personam. Evidentemente Fli non ha fatto questa valutazione e a me - ha sottolineato il segretario - sembra un elemento di incoerenza".
"Una vergogna" lo ha definito anche il capogruppo del Pd, Dario Franceschini. "Non ci stupisce - ha aggiunto - la norma era fatta per quello. E' una vergogna, ora devono spiegare".
Molto critico anche il commento della senatrice Pd, Silvia Della Monica: "Non si è mai vista una Costituzione che stabilisca come anche chi è sottoposto a procedimento penale possa diventare presidente del Consiglio o presidente della Repubblica. In questo modo anche chi è agli arresti domiciliari o in carcere potrà candidarsi al Colle o a Palazzo Chigi". L'osservazione della senatrice Della Monica nasce dal fatto, ritenuto 'mostruoso' dall'opposizione, che la sospensione dei processi non blocca le indagini. "Paradossalmente, essendo sospeso il processo e non le indagini con la relativa possibile custodia cautelare, potremo correre il rischio - ha osservato la senatrice del Pd - di avere un capo dello Stato o un capo di governo eletto mentre è agli arresti domiciliari".

Il sì dei finiani al lodo Alfano "smaschera il finto ritorno alla legalità di Fli", secondo il leader di Idv Antonio Di Pietro. "Facciamo un ulteriore, estremo, appello al presidente Fini affinché dica ai suoi al Senato e poi alla Camera di non cedere a questo che oggi sembra un ricatto o una compravendita. Alla Camera vogliamo guardare in faccia uno per uno gli esponenti di Fli", ha aggiunto Di Pietro. "E' squallido non ciò che ha fatto la maggioranza berlusconiana ma - ha sottolineato - l'apprezzamento della maggioranza finiana, che a Mirabello aveva detto di non poter più seguire Berlusconi sui temi della moralità".
"Così si prepara la strada dell'immunità per Berlusconi se andrà al Quirinale". Così il senatore dell' Idv, Pancho Pardi ha commentato l'approvazione dell'emendamento del relatore Carlo Vizzini. "Dopo l'approvazione dell'altro emendamento Vizzini, che equipara presidente della Repubblica e presidente del Consiglio nell'esigenza dello scudo e che lo allarga anche ai reati extrafunzionali, il quadro - ha sottolineato Pardi - è completo. Resta pienamente valida la domanda che ho posto tempo fa in Aula rivolgendomi al premier, e cioé, lei vuole l'immunità per andare al Quirinale o andare al Quirinale per l'immunità?".

Sul sì da parte dei finiani ha preferito non commentare Italo Bocchino, presidente dei deputati di Futuro e libertà alla Camera: "Io sono alla Camera, non mi intrometto e rispetto il lavoro del Senato. Me ne occuperò quando arriverà alla Camera".

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ing, Ansa]

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20 ottobre 2010
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