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Lombardo ambasciatore dei 'Forconi'

Il governatore siciliano porta a Roma le richieste del Movimento. A Palermo, i "rivoltosi" attendono risposte

25 gennaio 2012

Il governo ha deciso di muoversi contro il blocco dei Tir. Una decisione frutto anche dell'analisi della giornata di ieri, che ha visto la morte di un manifestante investito da un camion ad Asti (è stata arrestata la donna tedesca che guidava il mezzo) e i grandi disagi in tutta Italia per l'approvvigionamento di carburante e anche di scorte di cibo (ieri si sono dovuti fermare anche tutti gli stabilimenti Fiat a causa del mancato rifornimento dei componenti). Il ministro degli Interni Anna Maria Cancellieri ha assicurato al vicepresidente della Commissione europea Antonio Tajani che il governo italiano intraprenderà tutte le misure necessarie per porre fine alla protesta.
E cominciano a muoversi anche le prefetture. Un'ordinanza del prefetto di Roma Giuseppe Pecoraro ha imposto lo stop agli assembramenti di mezzi pesanti presso i caselli autostradali all'entrata della Capitale. L'ordinanza, valida fino a venerdì, prevede una sanzione amministrativa pari a circa 200 euro, il ritiro della patente, della carta di circolazione ed il fermo amministrativo del mezzo. Il ministro Cancellieri ha inoltre riferito che sono in corso indagini per accertare la presenza di elementi della criminalità organizzata tra i manifestanti in Sicilia, dove "la situazione è in via di normalizzazione".
La protesta proseguirà fino a venerdì, ma oggi è in programma un incontro che potrebbe essere decisivo tra governo e rappresentanti dei camionisti. La mappa delle proteste contro gli aumenti del gasolio, dei pedaggi autostradali e dell'Irpef - sulle quali vigilano due gruppi di lavoro riuniti al Viminale, uno centrato sull'ordine pubblico e l'altro sulla circolazione - coinvolge quasi tutte le regioni.

Il governatore Raffaele Lombardo da Mario Monti - Una delegazione della Regione siciliana, guidata dal governatore Raffaele Lombardo, si reca oggi a Roma dal premier Mario Monti. L'incontro si terrà a Palazzo Chigi intorno alle 19. Della delegazione siciliana faranno parte anche il presidente dell'Assemblea regionale, Francesco Cascio, e quattro assessori della giunta regionale.
"Incontrerò Mario Monti a Roma insieme agli assessori Elio D’Antrassi, Massimo Russo, Piercarmelo Russo e Gaetano Armao perché a prescindere dai temi che il presidente vorrà affrontare, le questioni che tratteremo riguradano anche le competenze specifiche dei loro assessorati". A scriverlo nel suo blog è il presidente Lombardo. "Affronteremo le questioni che sono state sollevate nei giorni della protesta sia da coloro che ho ricevuto - Forza d'urto, i Forconi, l'Aias - e anche le altre categorie che sono state ricevute dagli assessori. I temi sono sia quelli che riguardano il trasporto - il costo della benzina, il traghettamento, le tariffe autostradali - sia le tematiche della pesca - sono molto influenzate dalle decisioni dell'Unione Europea - così come le questioni che attengono all'agricoltura dove bisogna affrontare la concorrenza sleale e la competizione impari con i prodotti del nord Africa o della Turchia non più sostenibile visto che da noi c'è un'agricoltura pulita e occorro norme rigorose contro le agro-piraterie e controlli che fino ad oggi non ci sono stati".

E ancora: "Per non parlare poi delle altre misure che servono al mondo agricolo che magari in passato è stato abituato a vivere di contributi e ora non riesce a riconquistare i mercati. Mercati che oggi sono rappresentati dalla grande distribuzione che si approvvigiona dove ritiene più comodo e mette in ginocchio le produzioni di qualità della nostra agricoltura. Alcuni provvedimenti vanno presi da noi: già abbiamo operato con la Serit e la Crias e abbiamo avviato qualche iniziativa legislativa che deve cercare di frenare la proliferazione di strutture della grande distribuzione che non giovano né alla produzione né al medio e piccolo commercio che sono le dimensioni tipiche della nostra economia".
Precisa inoltre Lombardo, che inizieranno un confronto che non si chiuderà a Roma e "che dovrà essere verificato giorno per giorno nei risultati perché credo che questa sensibilizzazione straordinaria che la protesta ha determinato sia servita a richiamare l’attenzione". Poi conclude: "Onestamente continuare a farci del male sia non solo controproducente ma anche stupido e insopportabile. Fermare le nostre produzioni che senza i camion restano a marcire nei campi o impedire il rifornimento dell'acqua potabile o del latte o del metano per il riscaldamento è un volerci fare del male che la gente non sopporta".

A Roma oggi sarà presente anche una rappresentanza dei sindaci siciliani, che stazionerà a Piazza Colonna. "Condividiamo alcune delle ragioni delle proteste di questi ultimi giorni e riteniamo che siano tanti i problemi che non hanno ancora trovato soluzione", ha spiegato Giacomo Scala, presidente dell'Associazione dei comuni siciliani.

Dal primo cittadino di Agrigento, Marco Zambuto (Udc) un appello a tutti i sindaci siciliani: "La Sicilia ha il diritto di tornare ad essere una terra produttiva, di lavoro e occupazione, non di emigrazione, clientele e illegalità. La politica ha il dovere di dare voce e attenzione alla battaglia che si sta conducendo. E' nostro dovere di amministratori, in nome delle popolazioni che rappresentiamo, portare solidarietà ed amicizia agli operatori siciliani che protestano".
Zambuto ha inviato una lettera a tutti i suoi omologhi, invitandoli a mobilitarsi e prendere parte alla manifestazione promossa dal Movimento dei Forconi e prevista oggi a Palermo in concomitanza all'incontro a Roma tra Lombardo e Monti.
"Quello che gran parte della politica nazionale e regionale non riesce e non vuole vedere - ha scritto Zambuto ai sui colleghi - è che non ci si trova di fronte ad una semplice protesta esclusivamente dovuta alla contingenza della generale crisi economica. L'attuale crisi finanziaria dello Stato italiano, con i conseguenti provvedimenti del governo Monti (primo fra tutti il rincaro delle accise sul prezzo dei carburanti), rappresenta soltanto l'occasione e, con essa, la spia di un malessere assai più vasto, antico e profondo. Ciò che le migliaia di agricoltori, allevatori e pescatori siciliani hanno voluto dire con forza, occupando i nodi stradali dell'isola in queste notti d'inverno, è in realtà un grido di dolore per quel che resta del mondo produttivo siciliano e insieme un sussulto di prospettiva". "Storicamente penalizzate dalle politiche nazionali e comunitarie, dalla scarsità delle infrastrutture e dall'assenza di un reale sostegno creditizio - dice ancora il primo cittadino della Città dei Templi -, sono le forze produttive siciliane ad essere scese in campo per provare a porre un argine, una volta di più e con proposte concrete, al sistema economico nazionale imperante: quello che impone che i siciliani producano solo il 10% di quello che consumano; quello che ha reso la Sicilia una terra di consumo di prodotti fabbricati altrove; quello che, impendendo o sfavorendo la produzione locale, continua a svuotare le province siciliane di menti e di braccia". "Ecco, in realtà, cosa c'è in gioco dietro ai blocchi stradali ed ecco perché appaiono patetiche e probabilmente strumentali certe posizioni sui pericoli di infiltrazioni mafiose riguardo ad un movimento dai forti connotati popolari e dalle chiare rivendicazioni economiche - ha concluso Zambuto -. Ogni volta cioè che autentiche forze popolari e produttive dell'Isola o del cosiddetto Meridione cercano di creare un fronte unico per porre l'attenzione dei riflettori nazionali sull'intollerabile dissidio tra le 'due Italie', ecco l'immediato tentativo di delegittimarle, di togliere loro credibilità, cercando di farle apparire come in mano, nel migliore dei casi, a qualche fanatico e violento e, nel peggiore, alla stessa criminalità organizzata".

Intanto la protesta in Sicilia continua ... - In Sicilia i blocchi sono stati rimossi, la benzina è arrivata, ma la protesta continua. Quella di oggi sarà un'altra giornata difficile in Sicilia, soprattutto a Palermo. All'invasione pacifica dei 'Forconi' si aggiungerà il corteo degli "Studenti siciliani in lotta", che da piazza Croci raggiungerà Palazzo dei Normanni. Gli studenti non sfileranno con simboli politici per "ribadire - hanno affermato - la trasversalità della mobilitazione contro il caro-vita". Saranno presenti soltanto le bandiere della Sicilia e quelle italiane per "dimostrare che il grave atto della scorsa settimana, quando fu bruciato un tricolore durante una manifestazione, è soltanto il gesto di una minoranza di studenti dei centri sociali infiltratisi nel movimento". "Continueremo a sostenere la protesta del Movimento dei Forconi - ha detto Marco Alessandra, presidente della Consulta provinciale degli studenti di Palermo - in quanto è a rischio soprattutto il futuro dei giovani siciliani che, a causa di questa crisi economia e dell'incapacità dei governi di arginarla, rischiano di dover lasciare la nostra terra. Domani saranno in piazza simbolicamente genitori e figli, per la prima volta uniti nel difendere il proprio futuro e la propria comunità di appartenenza".
Proseguiranno anche oggi alcuni presìdi, definiti di "sensibilizzazione", del movimento "Forza d'Urto".

Uno dei fondatori del Movimento dei Forconi - movimento nato ad Avola (SR) -, Martino Morsello, dice: "Siamo soddisfatti. I problemi siciliani sono dell'Italia, ma anche dell'Europa e del mondo. Le nostre ragioni sono planetarie. La classe politica siciliana è corrotta come quella italiana. Paghiamo lo scotto di 150 anni di malapolitica. La protesta si estenderà in Europa, forse nel mondo. La stampa internazionale ci segue perché sa che i problemi riguardano anche i loro Paesi. Il nostro messaggio rivoluzionario è internazionale".
Gli fa l'altro leader dei Forconi, Mariano Ferro: "Non è questione di essere soddisfatti ma di capire le ragioni del perché tutto ciò stia accadendo. Lumia parla di mafia all'interno dello sciopero. Non capiscono nulla. Attacchiamo i politici come sistema e loro si difendono cercando un episodio dentro la nostra manifestazione. Dovrebbero chiedersi perché i siciliani e ora tutti gli italiani sono scesi nelle strade".
In attesa dei risultati della riunione a Roma, dunque i Forconi si riuniscono a Palermo. Un corteo che nasce diviso (ma che secondo voci interne ai Forconi si ricompatterà) per la contrapposizione tra Morsello, 56 anni, allevatore di spigole e cernie fallito, Ferro, 53 anni, agricoltore con 20 ettari di terreno per ora incolti, e la sua spalla Giuseppe Scarlata, 43 anni, pastore e produttore di formaggi. Morsello è accusato dagli altri due di aver voluto tenere una linea dura nella protesta insieme al leader degli autotrasportatori Pippo Richichi e di aver portato nel movimento la "nera" presenza di Forza nuova. Per questo l'acquacoltore di Petrosino, ex assessore socialista a Marsala, sarebbe stato estromesso dai Forconi che però sulla carta non esistono, non hanno statuto né leader eletti. Morsello ribatte che gli altri due sono vicini al Mpa di Lombardo. "Io sono il movimento dei Forconi - dice -. Ora bisogna trovare un chiarimento fra tutte le anime che lo compongono nell'interesse del movimento stesso". "Non appartengo a nessuno - aggiunge - sono un guerriero che non ha paura né di Forza Nuova né dei centri sociali". Ferro risponde: "Il corteo organizzato a Palermo è nostro non di Morsello cui dico: se sei disponibile a ritrovare l'unità noi discutiamo. Morsello allontani Forza nuova e anche la figlia, vicina alla Destra estrema, dai Forconi e discutiamo". "Andiamo a Palermo - continua - a manifestare in attesa di notizie da parte di Lombardo. Vogliamo cose concrete. Se non le otterremo? Diciamo che lo stato di agitazione continuerà".

COSA SI E' LASCIATO DIETRO IL BLOCCO DELLA SCORSA SETTIMANA
La Confederazione italiana agricoltori (Cia) denuncia speculazioni - "Non si può andare oltre: il governo deve intervenire e rimuovere subito tutti i blocchi per consentire la libera e immediata circolazione delle merci". Il prolungato sciopero degli autotrasportatori, dice la Cia "sta rischiando davvero di portare l'agricoltura al collasso, senza contare le conseguenze sui consumatori che oggi pagano il doppio del prezzo per comprare un chilo di zucchine". La Confederazione italiana agricoltori, a proposito della protesta degli autotrasportatori, afferma che "i danni cominciano a sentirsi anche sul fronte delle famiglie. Lo sciopero, riducendo le forniture e svuotando gli scaffali dei supermercati, porta inevitabilmente speculazioni sui prezzi al dettaglio: prima di tutto sui prodotti freschi come frutta, verdura, carne e latte che sono altamente deperibili".
La Cia definisce "pesantissimi" i danni al settore: "Solamente in Sicilia - è la stima della Cia - il lattiero-caseario ha perso più di 4 milioni di euro a causa del mancato invio, alle centrali di trasformazione nel Catanese e in Calabria, di oltre 4 mila tonnellate di latte. E la situazione nel settore ortofrutticolo è ancora più grave: il blocco dei trasporti ha impedito la raccolta e la distribuzione di almeno 40 mila tonnellate di frutta e verdura, con mancati ricavi per quasi 60 milioni di euro. A cui però tocca aggiungere anche il danno commerciale legato alla perdita di commesse, a tutto vantaggio dei nostri competitor stranieri. Da quando è cominciata la protesta dei tir, infatti, le importazioni di ortaggi da paesi come Spagna e Maghreb sono già aumentate del 30 per cento". "In questi giorni in Sicilia i consumatori hanno fatto i conti con prezzi in aumento del 10-15 per cento e nelle ultime ore si registrano rincari anche in molte altre parti d'Italia, con listini triplicati per zucchine, melanzane e verdura in genere".

Al Maas, il mercato agroalimentare di Catania, perdite per oltre 2 mln di euro - Perdite per oltre due milioni di euro di fatturato e un brusco calo di accessi al mercato che si è aggirato intorno al 70%: sono i numeri della settimana appena trascorsa al Maas, il mercato agroalimentare di Catania, dopo il fermo degli autotrasportatori in Sicilia. Da un paio di giorni si è tornato lentamente alla normalità, anche se lo sciopero in campo nazionale inevitabilmente creerà ancora qualche disagio soprattutto per i produttori che vengono da oltre lo Stretto, bloccati a Villa San Giovanni. Nell'Isola per ora saranno distribuiti prodotti solo siciliani.
"Da lunedì - ha spiegato il presidente del Maas, l'avvocato Mario Brancato - la situazione sta tornando lentamente alla normalità dopo una settimana di blocchi che ha condizionato non poco l'attività del mercato, rimasto quasi deserto per via del blocco delle merci e di conseguenza per l'impossibilità dei commercianti ad acquistare". "Uno sciopero - ha aggiunto - che inevitabilmente ha creato un danno alla Sicilia perchè si ripercuote innanzi tutto sui produttori e di conseguenza sugli acquirenti. In tutto questo gli ingressi al nostro mercato hanno subito un vertiginoso calo. Adesso bisognerà attendere, le scorte sono riprese a crescere, ma la normalità si riavrà totalmente quando verranno rimossi tutti i blocchi".
Gli ingressi al Maas sono calati considerevolmente durante la settimana scorsa, proprio quando è stata registrata una diminuzione che si attesta intorno al 70%, quasi 500 ingressi contro i 6.0000 di media. Ridotti anche i passaggi dei tir, che sono stati solamente 24 contro i 600 di media settimanali.

Censimento Codacons per i danni subiti dalle imprese - Il Codacons, dopo lo sciopero dei Tir in Sicilia, ha presentato vari esposti per chiedere l'accertamento di eventuali violazioni di leggi e l'individuazione di eventuali responsabili dei danni. Ha anche promosso, insieme con il Coordinamento Microimprese per la tutela e l'assistenza (Comitas) la Cna-Federmoda un 'censimento' dei danni subiti dalle piccole e medie imprese. In una nota l'associazione sottolinea i "danni ingenti".
Oltre al danno diretto consistente nei mancati incassi e nei mancati rifornimenti, ha rilevato "ben più gravi danni indiretti quali l'insolvenza verso le banche e i creditori". "Anche dopo la fine dei blocchi - sostiene il Codacons - la circolazione e i trasporti sono ripartiti con gravissimo ritardo ed inescusabile lentezza, per cui ancora ieri negozianti, distributori di carburante e fornitori di beni e servizi, erano fermi in attesa delle forniture".
Per l'associazione inoltre "le misure messe in atto da chi ha organizzato la protesta hanno arrecato danno agli imprenditori siciliani ma grande vantaggio ad altri fornitori che, approfittando del temporaneo blocco, hanno invaso mercati riservati al prodotto siciliano". "In questo periodo di grave crisi economica - conclude - i fornitori pretendono pagamenti anticipati e la perdita o il ritardo nella consegna del prodotto già pagato rappresenta per il piccolo e medio imprenditore un danno irreparabile che in alcuni casi può persino comportare la perdita dell'impresa".

L'analisi di ConsumerInst: "La protesta costerà alla Regione siciliana 20 mln" - "A seguito della protesta, sulla base di una stima di 540 milioni di euro di danni complessivi, la Regione Siciliana incasserà venti milioni in meno. Questa somma si aggiunge a una flessione strutturale delle entrate tributarie dovuta alla riduzione del Pil siciliano che dovrebbe ammontare a circa 230 milioni, pari ad un minor reddito prodotto di circa un miliardo, che probabilmente, se le proteste continueranno, potrebbe arrivare a un miliardo e mezzo". È questo lo scenario descritto dal direttore di ConsumerInst - Centro ricerche a tutela dei consumatori e del mercato - Claudio Melchiorre, in riferimento ai fatti di cronaca registrati in questi giorni sul territorio siciliano.
La protesta con il blocco degli autotrasportatori - ha stimato il centro studi dei consumatori - costa, nella sola Sicilia, tra 90 e i 110 milioni di euro al giorno, con minori entrate per la Regione Siciliana tra i quattro e i cinque milioni al giorno: "Le entrate regionali diminuiranno quindi per una cifra complessiva che quest’anno sarà di 250 milioni, mentre per il prossimo anno toccherà i 300 milioni - continua Melchiorre - l’esenzione delle nuove accise per gli autotrasportatori, a saldi invariati, avrà invece un costo aggiuntivo sul costo dei carburanti di tutti i consumatori, tra i 5 e i 7 centesimi al litro, portando il costo del carburante stabilmente oltre 1,80 euro al litro. Lo scorso anno, nel mese di giugno le casse regionali hanno toccato la liquidità minima in cassa di sei milioni di euro: è evidente che queste somme in meno provocheranno una crisi di liquidità e finanziaria senza precedenti".

[Informazioni tratte da Lasiciliaweb.it, ANSA, Adnkronos/Ign]

 

 

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25 gennaio 2012
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