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Lombardo day

Il governatore all'Ars parla della sua vicenda giudiziaria, mentre il Commissario di Stato impugna 80 norme della Finanziaria...

26 aprile 2012

Il governatore della Sicilia Raffaele Lombardo si è presentato davanti ai deputati dell'Assemblea regionale per riferire sulla vicenda giudiziaria in cui è coinvolto, con la Procura di Catania che, su ordine del gip, ne ha chiesto il rinvio a giudizio (udienza il 9 maggio) per concorso esterno in associazione mafiosa e voto di scambio, reati contestati anche al fratello Angelo, parlamentare nazionale del Mpa.
"È fin troppo chiaro che non intendo giudicarmi né assolvermi, non mi compete, non compete a noi ma alla magistratura, cui dobbiamo rispetto assoluto, ma nelle risultanze di questa lunga indagine non sussiste un video, un contatto illecito, non una relazione di servizio, non una telefonata, non un solo fatto, né un patto di scambio, o favore, un procurato vantaggio che mi leghi alla criminalità organizzata o provi una mia responsabilità. Il mio Governo non è sfiorato da un solo sospetto, ad onore e vanto della Sicilia, mentre in altre regioni ci sono governi fiorati da più di un sospetto" ha detto il presidente Lombardo. "Mancano i presupposti minimi perché si configuri il reato di concorso esterno in associazione mafiosa, non ho avuto contatti e rapporti di nessun tipo", ha aggiunto Lombardo. "Non sono un garantista ma la si smetta con la barbarie strumentale di invocare le dimissioni prima che si decida se ci sarà un processo, mi dimetterò comunque prima che un verdetto venga pronunziato. Scelta che farò per la stima del Governo e di tutti voi".

Lombardo ha voluto poi sottolineare i successi del suo governo. "Da quando è stata pubblicata con clamore la notizia della mia indagine, nel marzo 2010, è stato un quotidiano massacro politico e morale, ma nonostante ciò questo governo ha continuato a lavorare". E ha fatto qualche esempio: "Dopo tanti rimaneggiamenti abbiamo approvato il bilancio e la finanziaria con qualche norma seria ispirata al rigore e allo sviluppo, un bilancio costruito tra mille dificoltà". "Abbiamo avviato a conclusione la liquidazione di molte partrecipate - ha detto ancora - ridotto i consiglieri di amministrazione". "Abbiamo anche abolito consulenze professionali da un milione di euro", ha aggiunto il Governatore.
Sui tempi delle sue dimissioni nessuna novità: "Comunque è per me una scelta di rispetto per il rispetto che ho per le istituzioni che i siciliani mi hanno dato il privilegio di guidare, mi dimetterò prima di qualsiasi rinvio a giudizio o, che sia chiaro, prima di eventuali giudizi abbreviati. Sono convinto che le elezioni regionali non devono combaciare con quelle nazionali, e sono convinto che si possa costruire una coalizione di riforme. Penso che si andrà al voto in autunno, visto che il governo Monti, a meno di soprese, durerà fino al 2013".
"La si smetta con la barbarie strumentale di invocare dimissioni, di tormentare le persone e le istituzioni ancora prima non dico di una sentenza definitiva o di primo grado ma ancora prima che abbia inizio un processo. Comunque è per me una scelta dovuta al rispetto che nutro per le istituzioni. E io ho già detto e ripeto oggi che mi dimetterò prima che un verdetto del giudice venga pronunciato: di un rinvio a giudizio o di archiviazione".

Dure le reazioni dei deputati dell'Assemblea regionale nel corso del dibattito al Parlamento dopo la relazione del presidente della Regione sulla sua vicenda giudiziaria. Per il capogruppo del Pd all'Ars, Antonello Cracolici, "le dimissioni sono un fatto tecnico, oggi la notizia è che certamente i siciliani saranno chiamati a eleggere il nuovo presidente della Regione in autunno. La data delle elezioni la fissa la giunta e comunque mi sembra una discussione capziosa, perché tecnicamente le elezioni non si possono fare subito. Se qualcuno le vuole domani lo fa solo per propaganda: la prima data utile sarebbe agosto, ma credo che non si possa tenere in considerazione. Oggi discutiamo quando andare al voto, domani con chi andarci e solo dopo chi dovrà guidare la giunta, perché come si sa la gattina frettolosa fa i cattini ciechi".
Il deputato regionale Giuseppe Lupo, segretario del Pd in Sicilia, sulle dichiarazioni di Lombardo sul voto anticipato: "Le elezioni regionali si devono svolgere in autunno a prescidere dalle politiche, ma riteniamo necessario presentarsi con alleanze coerenti rispetto al quadro nazionale e lavoreremo per questo. Ci auguriamo che la nuova fase politica veda insieme, se ce ne saranno le condizioni e noi speriamo di sì, le forze progressiste, moderate e autonomiste in grado di assicurare le riforme. Lo diciamo da giugno scorso, le elezioni anticipate servono a rafforzare l'azione del governo".
"Presidente Lombardo, se ne vada, si dimetta subito, liberi la Sicilia prima che la Sicilia in un modo o in un altro si liberi di lei", ha detto il vice presidente del gruppo Pid dell'Ars, Totò Cordaro.
"Presidente Lombardo, lei si dimetterà solo quando avrà raggiunto l'intesa col Pd per le elezioni regionali e le politiche. Tutto il resto è fumo. Lei ha fallito su tutto e ci saremmo aspettati le sue dimissioni già a gennaio, subito dopo l'incontro col premier Monti, che come ha raccontato il presidente Cascio che era presente, le ha fatto fare anticamera", ha commentato il deputato questore Giovanni Ardizzone (Udc). Per il deputato regionale Salvatore Pogliese (Pdl), "Lombardo dimettendosi farebbe un ottimo servigio alla Sicilia".

E il Commissario di Stato impugna 80 articoli: l'Ars rischia lo scioglimento - Mentre il presidente Lombardo era impegnato nel suo intervento in aula all'Ars, il Commissario dello Stato, Carmelo Aronica, impugnava 80 norme della Finanziaria appena varata dall'Ars. Cassata l'architrave del bilancio, a questo punto l'Ars è costretta a rimettere mano alla finanziaria e ha solo quattro giorni di tempo per varare un nuova legge: altrimenti il Parlamento sarà commissariato dallo Stato. Le norme impugnate creano un buco di circa 900 milioni di euro.
Si tratta in particolare di alcuni commi degli articoli 1, 6, 8 ed 11. Tra le norme sotto accusa ci sono anche il mutuo da 558 milioni di euro previsto per il 2012 e l'accantonamento negativo in bilancio per 192 milioni che il governo prevede di coprire con gli introiti della valorizzazione dei beni immobili della Regione. Si tratta di due tra le norme più importanti della legge di stabilità approvata nei giorni scorsi dall'Assemblea regionale siciliana.
"Vista l'impugnativa molto robusta di una parte della finanziaria siamo costretti a tornare a lavorare. Non basterà un semplice ordine del giorno". Così il presidente dell'Ars, Francesco Cascio, interrompendo per qualche secondo il dibattito sulla vicenda giudiziaria del governatore Raffaele Lombardo, dopo la notizia dell'impugnativa del commissario dello Stato. Cascio ha aggiunto che nelle prossime ore sarà stabilito quando l'aula tornerà a riunirsi per affrontare la finanziaria.
"L'impugnativa del Commissario dello Stato - hanno dichiarato il presidente della Regione, Raffaele Lombardo e l'assessore per l'Economia, Gaetano Armao - è la inevitabile conseguenza di un modo di procedere dell'Assemblea Regionale privo di armonia. Avevamo presentato una finanziaria organica, ma si è preferito procedere in un modo che possiamo definire alluvionale. Le proposte formulate dal Governo, nelle sue numerose formulazioni, erano sempre dentro una visione del contesto economico e finanziario regionale in grado di coniugare rigore e sviluppo. L'accelerazione verificatasi nella notte finale e le 'spinte' da parte, purtroppo, di più di un deputato di tutti i gruppi, nessun escluso, hanno prodotto uno stravolgimento non solo di singole norme, ma soprattutto della coerenza del testo della finanziaria che teneva in conto anche delle proposte positive giunte dai gruppi parlamentari".

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ign, ANSA, Lasiciliaweb.it, LiveSicilia.it, Repubblica/Palermo.it]

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Giornata cruciale, oggi, per Raffaele Lombardo. Il governatore della Sicilia in mattinata si presenterà davanti ai deputati dell'Assemblea regionale per riferire sulla vicenda giudiziaria in cui è coinvolto, con la Procura di Catania che, su ordine del gip, ne ha chiesto il rinvio a giudizio (udienza il 9 maggio) per concorso esterno in associazione mafiosa e voto di scambio, reati contestati anche al fratello Angelo, parlamentare nazionale del Mpa.

Lombardo si troverà davanti ad un pezzo del principale partito di maggioranza, il Partito democratico, che chiede "subito le sue dimissioni e l'indizione di nuove elezioni per ottobre". Dimissioni che però il governtaore non sembra avere intenzione di annunciare oggi in aula. "Invece deve farlo, perché come ha stabilito la direzione regionale del nostro partito occorre mettere fine a questa esperienza di governo e andare al voto", ha detto il segretario del Pd regionale Giuseppe Lupo. Dello stesso parere Bernardo Mattarella, che la scorsa settimana a Enna ha riunito la sua area, di cui fanno parte Vladimiro Crisafulli e Angelo Capodicasa, per ribadire "la necessità che Lombardo annunci a Sala d'Ercole quando intende dimettersi e, quindi, quando si andrà al voto": "Basta, non può continuare a prendere in giro i siciliani", ha detto senza mezzi termini Mattarella.

Ma mentre "l'ala nemica" del governatore in casa Pd fa alzare la temperatura in vista del delicato appuntamento di oggi a Palazzo dei Normanni, i filogovernativi del Partito democratico, le aree Cracolici-Lumia e "Innovazioni" di Genovese, Cardinale e Papania, lavorano a tempo pieno a saldare l'alleanza con l'Udc e il Terzo Polo o, meglio, con quello che ne rimane, cioè Fli ed Mpa. E per poter avviare passaggi ufficiali, chiedono la testa di Lupo che invece punta ad un'alleanza con il partito di Casini, Idv e Sel lasciando fuori i finiani e Lombardo. In realtà Lupo è già dimissionario e ha convocato per il 27 maggio un'assemblea del partito per discutere proprio del suo futuro. Ma il precipitare della vicenda giudiziaria di Lombardo, con l'imputazione coatta del Gip per concorso esterno, rende necessario trovare soluzioni subito, prima delle dimissioni del governatore che chiede certezze al Pd per un'alleanza non solo in visita delle regionali ma anche delle Politiche.

E proprio mentre Lombardo affronterà il Parlamento, dagli uffici del commissario dello Stato, Carmelo Aronica, potrebbe arrivare il giudizio su bilancio e finanziaria, approvati pochi giorni fa. C'è molta apprensione in quanto sotto la lente del commissario, col quale Lombardo s'è confrontato nei giorni precedenti l'approvazione della manovra economica, ci sono diverse norme della finanziaria, alcune delle quali se impugnate potrebbero far saltare l'intero bilancio. Con una conseguenza dirompente: lo scioglimento dell'Assemblea regionale siciliana. Un'ipotesi che Lombardo non ha mai preso in considerazione, ma che sta tenendo col fiato sospeso deputati e amministratori.
Tra le disposizioni nel mirino degli uffici tecnici del governo centrale ci sono gli appostamenti negativi per circa 500 milioni di euro che l'esecutivo Lombardo è stato costretto a mettere in bilancio: si tratta di 'poste' che il governo ha previsto di coprire con le somme che incasserà dalla valorizzazione di parte del patrimonio immobiliare della Regione (circa 192 milioni), dalla vendita di biglietti per l'accesso a parchi e riserve e dalla trattativa con lo Stato sul federalismo fiscale (343 milioni, anticipati con fondi Fas per coprire parte della spesa sanitaria). Entrate dubbie e proprio per questo a rischio impugnativa.

[Informazioni tratte da ANSA, Lasiciliaweb.it, Repubblica/Palermo.it]

- Tutte le accuse contro Lombardo di Alessandra Ziniti (Repubblica/Palermo.it)

 

 

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26 aprile 2012
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