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Lombardo di nuovo in campo

L'ex governatore siciliano capolista al Senato: "Costretto a candidarmi"

21 gennaio 2013

Il pressing di Berlusconi è andato a segno: Raffaele Lombardo torna in campo. L'ex governatore siciliano è capolista al Senato per il Pds-Mpa. In una nota il segretario regionale del Pds-Mpa, Rino Piscitello, il capogruppo all'Assemblea regionale Roberto Di Mauro e il capogruppo alla Camera Roberto Commercio, sottolineano che "facendosi interpreti della forte sollecitazione di dirigenti, militanti e parlamentari, hanno chiesto a Raffaele Lombardo, fondatore del Movimento, di candidarsi al Senato". "Come è noto, analogo invito gli era stato reiteratamente rivolto nei giorni scorsi da Silvio Berlusconi - aggiungono - Raffaele Lombardo ha dato la propria disponibilità a guidare la lista del Pds-Mpa al Senato".

Raffaele Lombardo a Radio 24: "Sono costretto a candidarmi, la sinistra voleva distruggermi" - "Sono costretto a candidarmi". Così Raffaele Lombardo, ospite di "24 Mattino" su Radio 24, spiega la scelta di essere capolista al Senato per il Movimento per le Autonomie - Partito dei Siciliani. "E’ vero, ho gustato il piacere della pensione per qualche mese. Ero entrato in quell’ottica - ha aggiunto Lombardo -. Poi dopo avere lavorato con la sinistra negli ultimi anni, mi sono reso conto che la sinistra voleva annullarci, distruggerci. Per questo siamo stati portati a un’alleanza che Berlusconi è tornato a offrirci. Insomma: il mio mondo che deve recuperare spazio e la posta in palio mi hanno costretto a scendere in campo".

Usa proprio questa parola, Lombardo: costretto. "Sì, sono costretto dal fatto che in condizioni normali non l’avrei mai fatto. Devo farlo per garantire la sopravvivenza di un movimento nato nel 2005 per il quale ho dato lacrime e sangue. Io gattopardesco? Non c’entra nulla, a tutto avrei pensato tranne che a dovermi candidare. Anche mio figlio ora è in Regione: ecco l’ennesima prova che a tutto avrei pensato tranne che a scendere in campo".
Lombardo ha respinto anche le accuse di essere "impresentabile" per il processo con l’accusa di associazione esterna alla mafia: "Mi sono posto il problema - ha detto -. Ma la legge me lo consente. Poi arrivo a un processo per il quale ho chiesto il rito abbreviato e per il quale la pubblica accusa per tre volte aveva chiesto l’assoluzione".

Alle elezioni si candida anche Roberto Di Mauro, capogruppo all’Assemblea regionale siciliana per l’Mpa, anche lui sotto inchiesta: "Lui ha una richiesta di rinvio a giudizio - ha confermato Lombardo -. D’altronde non si può fermare la vita politica di una persona che è in corsa. Poi se Di Mauro verrà eletto posso assicurare che opterà per rimanere dov’è, all’Ars". L’ex governatore ha svelato che potrebbe fare anche lui la stessa scelta: "Anche io potrei prendere voti, essere eletto e dopo un po’ dimettermi e passare la mano. Non è un ‘chissenefrega’, andare al Senato è un grande onore. Ma se la vicenda giudiziaria dovesse concludersi male, potrei lasciare il seggio".
Lombardo però ha respinto i paragoni con Dell’Utri: "Lui è approdato in Cassazione e all’appello è stata richiesta una pesante condanna per lui. Sono situazioni assolutamente da non paragonare".
Infine il programma. Lombardo ha detto che si batterà per "l’autonomia siciliana che è sulla carta ma in gran parte non è attuata. Per avere una fiscalità di vantaggio per la Sicilia, per le accise petrolifere. Siamo la Regione dove si raffina più petrolio e la benzina da noi è la più cara d’Italia. Poi va fatto il Ponte sullo Stretto di Messina, per cui mi sono battuto sempre".

 

 

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21 gennaio 2013
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