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Lombardo e le nomine "last minute"

Polemiche e malumori per l'ultima parte del governo Lombardo

04 giugno 2012

Stanno scatenando un vespaio di polemiche le raffiche di nomine degli ultimi giorni da parte del Governo regionale, ma questa volta a fare la voce grossa non è solo l'opposizione ma anche il Partito democratico che fino a qualche giorno fa aveva sostenuto l'esperienza Lombardo. Nonostante l’annunciata decisione di dimettersi alla fine di luglio, il presidente della Regione Raffaele Lombardo continua a piazzare le sue pedine in Giunta (tre i nuovi assessori, Aricò, Spampinato e Aiello per i dimissionari "tecnici" Di Betta, Piraino e D’Antrassi) e ad assegnare incarichi di sottogoverno ad alcuni suoi "fedelissimi".

E così l’opposizione si mobilita per bloccare in Assemblea le nomine negli enti e nelle società partecipate, oltre che la scelta di nuovi manager della sanità pubblica regionale. Al momento, però, Lombardo, spiegando che il suo Governo "farà la propria parte fino all’ultimo giorno", continua la sua opera, in attesa di scegliere la nuova guida dell’Irfis (l'attuale assessore all’Economia Armao o l’ex dg di Banca Nuova Maiolini sono i papabili) e i dirigenti di Asp e ospedali che scadono a fine luglio: nasce addirittura un nuovo ufficio speciale per il risparmio energetico. Scelto al comando Salvo Cocina. Tra gli ultimi incarichi assegnati la presidenza dell’Italkali, Nico Scimemi.
Confermato il numero delle partecipate (29), Lombardo ha scelto al vertice di Lavoro Sicilia Antonino Rizzotto, ex deputato del Mpa, e alla guida di Siciliacque Antonino Tito. Nei giorni scorsi piazzati anche i vertici di Ast e Mercati Agroalimentari. Tutte posizioni con compensi da 20.000 euro in su.

Fiutano il pericolo gli avversari di Lombardo, che vedono nel piano del presidente un modo per "acchiappare" il maggior numero di voti possibili in vista delle elezioni. Spunta quindi una norma “blocca nomine” nei sei mesi precedenti l’appuntamento del 28-29 ottobre. "Con un nostro disegno di legge abbiamo previsto che l'occupazione sistematica di ogni strapuntino della pubblica amministrazione abbia un blocco sia per le nomine negli enti e nelle società partecipate, che per la scelta dei nuovi manager della sanità pubblica regionale", dice Rudy Maira, capogruppo del Pid-Cantiere Popolare all’Ars. "La norma che vogliamo far diventare legge nei prossimi giorni - aggiunge Maira - prevede un divieto assoluto per le nomine nel periodo di indizione delle elezioni regionali ed anche 180 giorni prima della scadenza naturale della legislatura".

Duro il giudizio del presidente del gruppo parlamentare del Partito Democratico all'Ars, Antonello Cracolici: "Il governo Lombardo - dice -, dopo aver mutato il suo profilo in 'governo elettorale', si prepara al voto con una sequela di nomine che ha il solo scopo di usare le istituzioni per preparare le elezioni. Tutto ciò è inaccettabile. Avevo suggerito equilibrio e sobrietà in vista del voto, ma evidentemente l'appello è rimasto inascoltato. Alla luce di ciò che sta accadendo ho convocato il gruppo parlamentare all'Ars: mercoledì ci riuniremo per valutare ogni azione, compresa la sfiducia, per impedire questa deriva". "Abbiamo sostenuto con coraggio - aggiunge Cracolici - la destrutturazione del vecchio blocco di centrodestra e abbiamo affrontato nodi delicatissimi della vita pubblica regionale: dalla sanità, alla formazione, ai rifiuti. Adesso - conclude - non possiamo permettere l'occupazione sistemica delle istituzioni, con un presidente che dopo aver accettato la nostra richiesta di voto anticipato, contraddice con frenesia elettoralistica quella scelta di serietà che avevamo indicato".

Per Gianpiero D'Alia "proprio perché ci troviamo di fronte a una complessa crisi politica e istituzionale della Regione" è necessario "evitare che diventi più complicata e più grave, alimentando il circuito di polemiche e contrapposizioni alimentato da scelte discrezionali proprio quando sta per esaurirsi il mandato". Il segretario regionale dell'Udc, contattato dall’Italpress, ricorda che "c’è una disposizione che si applica ai Comuni e alle Province secondo cui tutte le nomine decadono all’atto di nuovo sindaco o di un nuovo presidente, così noi - conclude D’Alia - abbiamo proposto che si possa estendere questa disposizione anche agli atti del presidente della Regione".

[Informazioni tratte da Italpress - Corriere del Mezzogiorno]

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04 giugno 2012
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