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Lombardo e Udc: divorzio definitivo

Nessuna fiducia da parte del partito di Casini al nuovo governo siciliano, il Lombardo-bis

02 luglio 2009

Niente fiducia al Lombardo-bis da parte dell'Udc, anche se da un punto di vista formale in Assemblea regionale siciliana, il partito di Casini non ha presentato la mozione di sfiducia, annunciata nei giorni scorsi.
A rappresentare in aula, all'Ars, la linea dell'Udc è stato il capogruppo Rudy Maira. "Abbiamo affrontato questo dibattito - ha detto - con la sensazione di avere assistito ad un reality politico in cui il presidente Lombardo è stato assoluto protagonista. Ma la realtà è un'altra cosa: la Sicilia esce da questa crisi fortemente penalizzata con un giunta priva di peso politico". Quindi ha annunciato: "Lombardo sappia che oggi non ha più la fiducia dell'Udc: noi la sfiduciamo, senza ricorrere ad un atto formale, che a volte può non avere significato politico, perché sul suo governo e sulle azioni del presidente, esprimiamo col cuore un giudizio negativo sul piano politico e morale".
Rivolgendosi al governatore, Maira ha poi aggiunto: "Raffaele pensa per un attimo che se c'è stata crisi, anche tra chi ti è amico come me, è forse anche per colpa tua".
Maira si è soffermato anche sulle leggi varate dal parlamento in un anno di legislatura: "Sono state il frutto di un intenso lavoro parlamentare, in cui è connaturato un confronto che sarà stato anche duro, ma proficuo sul piano della qualità legislativa".

"Con il premier Silvio Berlusconi, leader del Pdl, abbiamo fatto un momento di chiarezza importante. Per quanto mi riguarda non c'è stata alcuna riduzione della nostra autonomia", ha detto, dal canto suo, Raffaele Lombardo, replicando ai deputati regionali intervenuti al dibattito sulla nuova giunta. In aula Lombardo ha ricostruito le fasi della crisi della maggioranza e ha rilanciato il progetto autonomista del suo governo, di cui non fa più parte l'Udc. A tal proposito, il governatore ha evocato l'esperienza del milazzismo, "che fu la reazione alla rinuncia a progettare da soli il nostro sviluppo". "Oggi - ha sottolineato - sta avvenendo quello che accadde allora". Riguardo all'azzeramento della giunta, sostituita con la nuova compagine, il governatore ha aggiunto che "sembra quasi che abbia rotto chissà quale idillio", citando poi quelle che ha definito "le minacce che ho ricevuto con il giudizio universale che sarebbe arrivato con le elezioni europee". "In quel momento - ha affermato - ho capito che non ci sarebbe stata alternativa all'azzeramento". "Vale la pena ricordare che dell'azzeramento e della necessità di imporre un percorso di affidabilità reciproca - ha proseguito Lombardo - tutti i partiti della maggioranza erano stati informati. Ciascuno ha deciso in autonomia il modo in cui comportarsi. Nessuno è stato escluso a priori".

Sul futuro del governo, il presidente della Regione ha mostrato ancora una volta aperture al dialogo. "La strada delle riforme e del risanamento è obbligata - ha sottolineato - Su questo dobbiamo intenderci tra noi e con i siciliani. Accolgo l'appello al dialogo e al dibattito. Un confronto però si può fare solo discutendo lealmente dei problemi e delle cose da fare, a partire dal piano di rientro sanitario, dalla verifica delle entrate e delle uscite del bilancio regionale. Ma a nessuno è consentito far finta di dialogare a Palermo e gestire i volantinaggi contro il governo in periferia".
"Dobbiamo affrontare con scrupolo e serietà molte emergenze, a cominciare da quella dei rifiuti
- ha concluso - Non c'è dubbio che il proliferare di enti e consigli d'amministrazione ha peggiorato la situazione. È urgente la riorganizzazione del personale regionale, la riforma della formazione professionale. Dovremo affrontare questi problemi in questo parlamento. Dandone conto ai siciliani, perchè in questo parlamento tutti siamo rappresentanti del popolo"

Di seguito il testo dell'intervento fatto ieri pomeriggio all'Ars dall'on. Giuseppe Lo Giudice, Vice Presidente della Commissione Sanità (Udc).
«Onorevole Presidente dell'Assemblea, onorevoli colleghi,
ho riletto attentamente il discorso pronunciato ieri in quest'aula dal Presidente della Regione Lombardo, e l'unica nota positiva, a parte l'imbarazzante svelamento di una oramai proverbiale inattendibilità politica, mi è sembrata la sua breve durata. Per il resto, l'argomentare incerto e a tratti contraddittorio, credo abbiano rivelato, non solo agli addetti ai lavori, ma a tutti i siciliani, lo stato di confusione, di precaria condizione, e direi anche di disperata autoconservazione che ha portato alla nascita di questo nuovo esecutivo, composto certamente anche da personalità autorevoli, molti dei quali colleghi con grande senso delle istituzioni, ma costruito sull'impostura di un un tradimento - inteso nell'accezione più popolana del termine, vale a dire di inganno, raggiro - e riconosciuto ormai tale da tutti tranne che dallo tesso Lombardo che continua a confondere la sua inattendibilità con l'indipendenza, il libero arbitrio con l'autonomia.

E di fronte all'inganno e al raggiro, onorevoli colleghi, come hanno già sottolineato autorevoli parlamentari del mio partito, si rimane disarmati, venendo meno un vincolo di lealtà, umana prima ancora che politica, al quale si è sostituito un inaudito cinismo.
Mi chiedo e chiedo alla coalizione che sostiene adesso Lombardo: che fine ha fatto il programma presentato agli elettori siciliani? Che fine ha fatto il vincolo politico della maggioranza con la quale ci si è presentati in campagna elettorale? Ma - cosa più importante - quale sarà il programma di questo nuovo Governo?

Ieri, a parte la solita solfa di presunti complotti e l'irritante spocchia - in concorrenza con quella che pensavo inarrivabile dell'assessore Russo - di un presidente scopertosi inflessibile moralizzatore, non abbiamo raccolto una sola indicazione di ciò che concretamente egli vorrà fare. Abbiamo invece ascoltato la prospettazione retorica di un generico "modello di sviluppo" di cui non conosciamo la strategia men che meno le azioni di attuazione. Speriamo, tuttavia, che non sia il modello della "nuova sanità" siciliana, perché altrimenti potremmo fare anche a meno di magistrati, tecnici o presunti tali e affidare l'attività gestionale degli assessorati ai dei ragionieri.
Abbiamo altresì assistito alla stanca ripetizione di un'analisi sulle condizioni di difficoltà della Sicilia di cui Lombardo non può essere - com'è invece apparso ieri - una sorta di osservatore Istat, ma il protagonista principale, l'uomo delle soluzioni, potendo egli determinare - ed avendolo potuto fare già in questo primo anno - con scelte di governo e gestionali quella "valorizzazione di risorse", dal turismo all'agricoltura che, come ha detto ieri lui stesso, non è avvenuta.
Ho l'impressione che tutto quello che sta accadendo non abbia nulla a che fare con i problemi dei siciliani, con la ricerca di soluzioni a problemi annosi ed irrisolti e, in sintesi, con una idea di "buon governo" che a parole, e sole a parole, Lombardo dice di ricercare. Sono troppo recenti le astuzie di sistematica lottizzazione negli enti della Regione, la capillare occupazione di posti di sottogoverno da Catania a Palermo, la frenetica collocazione di attivisti del Movimento per l'Autonomia in questo o quell'assessorato, perché ciò che ci ha detto ieri il Presidente in quest'aula possa avere anche solo la parvenza di un ragionamento credibile. Ma tant'è. In una politica che si nutre di finzioni, non stupisce che il Presidente della Regione per primo si eserciti nell'arte dell'illusione.
Il metodo, i comportamenti, i fatti ci dicono però che questo è il primo atto di un copione scritto altrove, probabilmente a Roma - altro che autonomia, caro Presidente - con un obiettivo politico, quello di chi - e qui cito Luigi Einaudi - piuttosto che pensare alle prossime generazioni pensa solo solo alle prossime elezioni».

Gruppo parlamentare dellUdc
Assemblea Regionale Siciliana

Miccichè: "Partito del Sud sembra inevitabile" - "Se il governo continuerà a trascurare il Sud è inevitabile che nasca un partito del Sud". Gianfranco Miccichè, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio, auspica che "il Pdl torni a essere quel partito nazionale che ha avuto sempre grande attenzione per il Sud e la Sicilia in particolare". "La Lega è nata perché i partiti nazionali mostravano disinteresse verso il Nord", dice Micciché in un'intervista al Corriere della Sera. "Oggi la stessa situazione la viviamo noi. Ecco perché faccio un ultimo appello al Pdl", affiché capisca che "l'attenzione rivolta al Nord grazie alla Lega deve essere riequilibrata". In ogni caso, prosegue il sottosegretario con delega al Cipe, è "già un successo che di Sud si torni a parlare. Ma occorre anche intervenire per eliminare i danni fatti da Prodi, il vero responsabile del disastro che vive il Sud".
Miccichè esprime approvazione per l'estromissione dell'Udc dalla Regione Sicilia: "La decuffarizzazione è un segnale fortissimo, E' la prima volta che in Sicilia c'è un governo senza Dc, anche se molti provengono dalla Dc. C'è un processo culturale in atto. Non è più tempo di promesse e clientele"

[Informazioni tratte da La Siciliaweb.it]

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02 luglio 2009
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