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Lombardo vuole essere sentito dai giudici...

... il Partito democratico si interroga e si arrovella sul sostegno alla giunta del governatore

10 novembre 2010

Il presidente della Regione siciliana Raffaele Lombardo questa mattina ha incaricato i suoi legali di inviare alla Procura della Repubblica di Catania una richiesta per essere sentito formalmente. "Nonostante quanto dichiarato dagli organi inquirenti del Tribunale di Catania sull'inesistenza di alcuna iniziativa processuale che mi riguardi, devo constatare la ripresa di un'offensiva politica e mediatica che, utilizzando spezzoni di indagine, tende, ancora una volta, a fermare l'azione di riforma e risanamento portata avanti dal governo della Regione Siciliana. Per queste ragioni, e per il rispetto che devo alla magistratura, ho reiterato la richiesta di essere sentito dagli inquirenti". "Solo il doveroso rispetto - conclude - che debbo alla mia responsabilità istituzionale e all'esercizio della funzione giurisdizionale mi ha indotto ad esperire questo ulteriore passaggio, prima di rendere conto di ogni mia azione all'opinione pubblica".

Insomma, Lombardo ce la sta mettendo tutta per diradare le nubi scure che gli si sono nuovamente addensate sopra la testa. Intanto il Partito Democratico si interroga se è veramente il caso di sostenere ancora la giunta guidata dal governatore. A chiedere un cambio di atteggiamento, durante una discussione al coordinamento del Pd, sono stati Ignazio Marino e Walter Veltroni, mentre il segretario regionale Giuseppe Lupo ha invitato ad avere un atteggiamento critico ma più cauto rispetto agli effettivi sviluppi giudiziari che riguardano Lombardo.
"Il Pd - ha detto Ignazio Marino - non deve fare ciò che conviene, bensì ciò che è giusto"; di qui la necessità di ritirare il sostegno alla giunta Lombardo. Interventi critici sono stati fatti anche da Anna Finocchiaro e Michele Latorre e soprattutto da parte di Walter Veltroni, che ha sottolineato l'esigenza per il partito di tenere alta l'asticella sul versante della legalità.

Lupo ha ricordato che il 19 di questo mese si riunirà la Direzione regionale del partito per valutare la situazione. "Seguiamo con attenzione - ha detto Lupo al termine della riunione - l'evolversi delle vicende. Sul piano giudiziario pare non ci sia nulla di nuovo. Al momento sembra che per la Procura non ci siano elementi per un'iniziativa processuale e Lombardo non ha ricevuto nemmeno un avviso di garanzia. Se emergeranno fatti sotto il profilo giudiziario il Pd non intende fare sconti a nessuno sul profilo della legalità. Decideranno gli organismi del partito come è giusto in democrazia". Il segretario regionale ha poi difeso il profilo della giunta guidata da Lombardo: "E' un governo tecnico con due magistrati dal profilo antimafia molto alto, e con persone perbene e competenti; un governo appoggiato per affrontare le emergenze, come la riforma per i rifiuti e l'attuazione di un piano per il lavoro".

Contro la "cautela" richiesta da Lupo nel prendere decisioni rispetto all'appoggio al governo Lombardo, l'Italia dei Valori ha addirittura alzato i toni della polemica. Leoluca Orlando continua a incalzare il Pd nel tentativo di convincere gli alleati a "mollare" Lombardo. "Il Pd in Sicilia - accusa il portavoce di Idv - mortifica elementari principi di dignità etica e politica, per scampoli di poltrone e prebende per propri clienti, i cui nomi sono motivo d'indignazione e sulla bocca di tutti". Toni e frasi che hanno fatto arrabbiare Giuseppe Lupo. "Adesso basta - ha detto il segretario Pd spalleggiato dal capogruppo all'Assemblea, Antonello Cracolici -. E' inquietante che Orlando continui ad attaccare il Pd, senza il quale non c'é centrosinistra, facendo il gioco dei berlusconiani e dei cuffaristi". Poi il contrattacco: "La politica dell'isolamento dal centrosinistra ha portato Idv al 2% in occasione delle recenti elezioni amministrative: un fallimento, confermato dal fatto che il partito di Orlando non ha eletto consiglieri comunali neppure nei comuni di maggiori dimensioni come Enna e Gela". Ma in difesa del suo portavoce è sceso in campo il senatore Fabio Giambrone, coordinatore dell'Idv nell'isola: "Proprio non riescono a capire, oppure ormai non possono più capire, la gravità della scelta fatta da un partito di opposizione di sostenere la giunta Lombardo".

Sulle vicende giudiziarie che investono il governatore della Sicilia è poi intevenuto il gruppo parlamentare del Pdl. "Mi chiedo come fa oggi il Presidente Lombardo - ha dichiarato l'on. Innocenzo Leontini - così zelante a produrre comunicati a raffica e ad investire l’Aula di comunicazioni ufficiali anche solo per commentare fughe di notizie supposte, a non sentire il dovere di relazionare al Parlamento su fatti che sono già accertati dai magistrati, e che hanno una rilevanza di gran lunga superiore rispetto a quella dei precedenti episodi ritenuti da Lombardo oggetto di chiarimento. I profili indicati da tali notizie sono talmente pesanti da non poter sottrarre il Presidente dal doveroso confronto con l’Aula, più che preoccupata". "Oggi non si tratta più di fuga di notizie – ha concluso Leontini - ma di episodi certi ed acclarati".
"Non siamo interessati alle procedure giudiziarie - ha dichiarato l'on. Fabio Mancuso, Presidente della Commissione Territorio e Ambiente – ma riteniamo che il Presidente della Regione debba chiarire al tutto il Parlamento i limiti dei suoi comportamenti politici e la qualità delle sue interlocuzioni".

"Prima la senatrice Finocchiaro, capogruppo del Pd al Senato, afferma che 'se gli atti processuali diranno che Lombardo è
colpevole è inevitabile che il Pd esca dal governo tecnico della Regione Sicilia', poi il segretario Bersani afferma che 'il Pd sarà intransigente se a carico del Presidente Lombardo dovessero arrivare accuse più circostanziate'. Ora, io mi chiedo, cosa ci potrebbe essere di più circostanziato della richiesta di voti e di soldi e delle intercettazioni che ricostruiscono i rapporti tra Cosa nostra e i fratelli Angelo e Raffaele Lombardo, per rendere evidente la fondatezza dell'accusa di concorso esterno in associazione mafiosa?". Queste le parole del co-coordinatore regionale del Pdl in Sicilia, il senatore Domenico Nania. "Se l'accusa fosse ancora più circostanziata non saremmo di fronte al concorso in associazione mafiosa, anziché di fronte al concorso esterno in associazione mafiosa? A questo punto, se il Pd non fa chiarezza - argomenta il senatore Nania - vuole dire che ce n'é uno di lotta quando è all'opposizione e chiede le dimissioni di un semplice indagato e uno di governo che pretende accuse super circostanziate o addirittura la colpevolezza (accertata da chi e come? con sentenza? dai giudici dopo che gli elettori avranno bocciato l'ammucchiata e il ribaltone?) per dissociarsi dall'indagato. Se il Pd continua su questa strada al peggio non c'é mai fine e la democrazia diventa veramente a rischio perché si assiste alla mutazione antropologica di partiti politici che dicono una cosa e ne fanno un'altra, a convenienza".
"E' davvero inqualificabile, anche in ragione del suo ruolo istituzionale, l'aggressione giustizialista del senatore Domenico Nania nei confronti del presidente della Regione Siciliana, Raffaele Lombardo"
. Lo ha affermato il capogruppo del Movimento per le autonomie a Palazzo Madama, Giovanni Pistorio, replicando alle dichiarazioni del co-coordinatore del Pdl. "Garantista peloso, sempre prono a giustificare i suoi impresentabili compari di partito - ha aggiunto il senatore del Mpa - Nania, per misere ragioni politiche, si scaglia scompostamente e ingiustificatamente contro il presidente della Regione Siciliana, il quale pur non essendo destinatario di alcuna iniziativa giudiziaria ha chiesto ai magistrati di essere sentito per fare chiarezza sulle vicende che lo interessano e su si è scatenato un indecoroso sciacallaggio".
"Se il senatore Pistorio avesse letto con attenzione la mia agenzia, si sarebbe reso facilmente conto che le mie riflessioni erano indirizzate ad un altro destinatario: il Pd, al quale chiedo di dimostrare più chiarezza e meno doppiopesismo", è stata la replica del senatore Nania. "Né sul Presidente Lombardo, né su altri, ho mai espresso valutazioni giudiziarie, né mai ho pensato di sostituirmi ai giudici. Altra cosa - ha spiegato Nania - sono le mie valutazioni politiche, in qualità di co-coordinatore regionale del PdL in Sicilia, in merito alle quattro giunte Lombardo in due anni. Il linguaggio del senatore Pistorio non mi appartiene, né l'ho mai utilizzato e non solo in ragione del mio ruolo istituzionale. Lascio a chi legge la sua agenzia ogni valutazione in merito all'astio espresso nei miei riguardi".

[Informazioni tratte da Ansa, La Siciliaweb.it]

- Inevitabili effetti (Guidasicilia.it, 09/11/10)

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10 novembre 2010
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