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Lui, non è mai "fuggito dai magistrati"

Un nuovo videomessaggio di Berlusconi ai Promotori della Libertà: "Respingeremo l'assalto delle toghe rosse".

29 gennaio 2011

Febbraio, mese ormai alle porte, si prospetta come quello della verita per Silvio Berlusconi, almeno stando all'agenda della procura e del Tribunale di Milano. Nelle prossime settimane, dal "caso Ruby" al "processo Mediaset", si incroceranno nelle aule di giustizia i procedimenti contro il premier.
I pm che indagano sul caso Ruby, infatti, già nei prossimi giorni, forse entro la settimana prossima, formalizzerano la richiesta di processo con rito immediato per Silvio Berlusconi al gip Cristina Di Censo. Una decisione che potrebbe anche prescindere o anticipare il dibattito in aula previsto tra due settimane e centrato sulla ritrasmissione, votata dal Pdl, degli atti alla procura. Intanto riprenderà il 28 febbraio il processo Mediaset dove il premier è imputato per frode fiscale. Processo che, peraltro, non dovrà ripartire da zero, allontanando così anche il 'rischio prescrizione', perchè il giudice Edoardo D'Avossa - ora a La Spezia dove è presidente del Tribunale - ha avuto dal Consiglio superiore della magistratura una proroga dell'applicazione per sei mesi, rinnovabili. Tra gli imputati per presunte irregolarità nella compravendita dei diritti tv da parte di Mediaset, oltre a Berlusconi, figurano 11 persone tra cui Fedele Confalonieri.
Tempi brevi, nelle intenzioni dei procuratori aggiunti Ilda Boccassini e Pietro Forno e del pm Antonio Sangermano, anche per la richiesta di processo sul caso Ruby: a quanto si è appreso, la richiesta di rito immediato per il premier, accusato di prostituzione minorile e concussione, potrebbe essere presentata al gip già entro la prossima settimana o al massimo nei giorni successivi. Fonti giudiziarie, infatti, fanno notare che la richiesta sarà pronta "presto, prestissimo".
Per quanto riguarda, invece, un'eventuale ipotesi di conflitto di attribuzione tra poteri dello Stato sulla competenza funzionale della Procura di Milano a indagare, che potrebbe essere sollevato dal Parlamento o dalla Presidenza del Consiglio, fonti giudiziarie sottolineano che il conflitto non sospende il procedimento penale. Il riferimento è a vicende analoghe nelle quali il conflitto sollevato non aveva sospeso il procedimento in corso. In particolare, un caso analogo si riferisce ad una inchiesta della procura di Napoli nei confronti dell'ex guardasigilli Clemente Mastella sul quale il Senato votò, sollevando conflitto di attribuzioni tra poteri dello Stato.

In Procura, intanto, si continua a ripetere che sul caso Ruby non ci sono al momento ulteriori iscrizioni nel registro degli indagati, né contestazioni di nuovi reati. Né per quanto riguarda il 'capitolo' Iris Berardi, presente nelle residenze del premier in due occasioni quando era minorenne (LEGGI), né per quella 'cocaina', trovata nell'auto di Nicole Minetti, in uso al fidanzato di Marysthelle Polanco. Sulla questione delle possibili irregolarità che sarebbero emerse nella conduzione delle indagini difensive dei legali del premier, inoltre, le fonti fanno notare che al momento non è ipotizzabile alcun reato.
E sui verbali difensivi trovati nelle perquisizioni negli appartamenti delle ragazze di via Olgettina, ambienti giudiziari spiegano che gli stessi verbali sono stati depositati negli atti dell'indagine, dopo essere stati raccolti nelle perquisizioni.
Intanto, si è saputo che Nicole Minetti, difesa dall'avvocato Daria Pesce, si presenterà davanti ai pm martedì prossimo. L'igienista dentale di Berlusconi e consigliera regionale in Lombardia, indagata per favoreggiamento della prostituzione insieme con Emilio Fede e Lele Mora (quest'ultimo imputato a Milano per evasione fiscale con Fabrizio Corona), verrà interrogata, a quanto si è appreso, lontano dagli uffici della Procura per evitare il probabile assalto mediatico. In ipotesi, potrebbe scegliere di avvalersi della facoltà di non rispondere, anche se il suo legale nei giorni scorsi aveva già spiegato che la ex ballerina di Colorado Cafè ha intenzione di difendersi.

L'ennesimo videomessaggio di Silvio Berlusconi ai 'Promotori della Libertà'- "L'unica cosa che unisce gli ex comunisti e gli ex fascisti è far fuori Berlusconi, e danneggiare l'Italia col soccorso rosso delle toghe politicizzate, pronte a intervenire ogni volta che la situazione lo richieda. Ebbene, ancora una volta questa offensiva è stata e sarà respinta". Queste le parole del premier Silvio Berlusconi, in un passaggio del messaggio inviato ai Promotori della Libertà.
"Sia chiaro - ha detto Berlusconi - che io non ho alcun timore di farmi giudicare. Davanti ai magistrati non sono mai fuggito, e la montagna di fango delle accuse più grottesche e inverosimili in 17 anni di persecuzione giudiziaria non ha partorito nemmeno un topolino: i mille magistrati che si sono occupati ossessivamente di me e della mia vita non hanno trovato uno straccio di prova che abbia retto all'esame dei tribunali". "Ma io ho diritto, come ogni altro cittadino, di presentarmi di fronte al mio giudice naturale, che non è la Procura di Milano ma il giudice assegnatomi dalla Costituzione cioè il Tribunale dei Ministri che non è un tribunale speciale fatto apposta per me, ma è composto da giudici scelti per sorteggio. E avendo la coscienza totalmente tranquilla, lo farò - ha aggiunto - appena sarà stata ristabilita una situazione di correttezza giudiziaria".
"In diciassette anni - ha insistito il Cavaliere - ne ho viste tante: hanno cercato con ogni mezzo di cancellarmi dalla politica e dalla storia, lo hanno fatto anche colpendomi fisicamente, ma mai, dico mai, i nostri avversari avevano raggiunto vette così vergognose di irresponsabilità, di cinismo e di illiberalità, violando le norme più elementari del diritto e usando illegittimamente l'arma dell'indagine giudiziaria a fini di lotta politica". "Perché - ha avvertito il premier - da troppo tempo una parte della magistratura persegue con ogni mezzo il sovvertimento della volontà popolare, e per far questo non si ferma davanti a nulla".
"Quando in un Paese democratico, e questo accade solo in Italia, si arriva a violare il domicilio del presidente del Consiglio, e a considerare possibile indiziato di reato chiunque vi entri, significa che il livello di guardia è stato ampiamente superato", ha continuato il presidente del Consiglio nel videomessaggio di una decina di minuti. Per Berlusconi, "è giunto il momento di ristabilire una reale separazione e un corretto equilibrio fra i poteri e gli ordini dello Stato". "Come ormai tutti sapete le tempeste non mi spaventano, e più grandi sono, più mi convinco che è necessario reagire nell'interesse di tutti i cittadini, nell'interesse del nostro Paese". E insiste: "Non è un Paese libero quello in cui una casta di privilegiati può commettere ogni abuso a danno di altri cittadini senza mai doverne rendere conto".
"La verità - ha scandito Berlusconi - è che contro di noi si è coalizzata tutta la vecchia politica che da sempre si frappone al rinnovamento. Anzi quella politica che porta la responsabilità della crisi dello Stato, dell'economia e della società italiana, quelli che nella Prima Repubblica erano fra loro nemici, si sono messi tutti insieme contro di noi, contro il Governo espressione della maggioranza degli italiani nella vana speranza di mandarci a casa. Non hanno in comune alcun valore, l'unica cosa che li unisce è conquistare il potere e far fuori Berlusconi con il soccorso rosso delle toghe politicizzate, pronte a intervenire ogni qual volta la situazione lo richieda. Ebbene, ancora una volta questa offensiva è stata e sarà respinta". Il premier, insomma, tira dritto. "Io vado avanti nell'interesse del Paese che mi ha scelto come capo del governo e che non ha mai rinnegato questa scelta. Noi governiamo, e continueremo a governare, il fango ricadrà su chi cerca di usarlo contro di noi".
Sul piano politico, ha aggiunto poi il presidente del Consiglio, "abbiamo sempre vinto le verifiche" sulla stabilità del governo in Parlamento, tanto che il punteggio "è 7 a 0". "Noi - ha assicurato - abbiamo la forza del popolo e la forza dei numeri: le opposizioni riunite ci hanno imposto, dal 29 settembre ad oggi, ben sette verifiche parlamentari sulla tenuta del governo, e noi abbiamo sempre vinto". Il governo è forte anche del sostegno "degli italiani che ancora oggi danno più del 45% alla nostra coalizione nei sondaggi". "Di fronte alla politica di palazzo noi abbiamo risposto con cinque obiettivi concreti: federalismo, fisco, Sud, giustizia, sicurezza. Noi abbiamo approvato tutti questi provvedimenti in successivi Consigli dei ministri, ad eccezione della riforma tributaria alla quale stiamo lavorando con le forze sociali e della riforma della giustizia, che è stata bloccata da Fini e dai suoi". Ma, ha promesso, da oggi in poi queste riforme, "già concordate con gli elettori", saranno in testa all'agenda del governo, insieme al federalismo che Berlusconi defnisce "una riforma storica, che ridisegnerà il volto dello Stato nel 150esimo anniversario dell'Unità d'Italia". Mentre l'opposizione è "debole, divisa e frammentata, senza leader, senza idee, senza programmi, che sa solo proporre nuove tasse, come, ad esempio, la patrimoniale che penalizzerebbe tutte le famiglie italiane, che deprimerebbe gli investimenti, metterebbe in fuga i capitali e riaprirebbe la corsa alla spesa improduttiva".

Tra le repliche al videomessaggio del premier ci sono quelle di Pierluigi Bersani: "Vedo i cultori dei videomessaggi in Africa settentrionale piuttosto in difficoltà. E' meglio che Berlusconi ci faccia una riflessione, perché dal nostro lato del mediterraneo si sta veramente oltrepassando la decenza". Sempre dal Pd, c'è la replica di Donatella Ferranti, capogruppo nella commissione giustizia della Camera: "Nella nostra democrazia non è previsto che un indagato possa scegliersi i giudici. Le accuse di sfruttamento della prostituzione minorile e di concussione sono molto gravi. Berlusconi dovrebbe sentire la responsabilità istituzionale di presentarsi al più presto davanti ai Pm milanesi. Sono loro i titolari dell'inchiesta ed è con loro che si deve confrontare".
E' intervenuto anche Felice Belisario, presidente dei senatori IdV: "Berlusconi è come Bin Laden, fa terrorismo mediatico, gli mancano solo kalashnikov e turbante. Il premier ormai divide il suo tempo tra video, festini e telefonate e non ha più tempo per governare un paese che a causa sua è paralizzato".
Dal quotidiano dei vescovi, 'Avvenire', intanto, è arrivato l'ennesimo richiamo al mondo politico. Il direttore del quotidiano, Marco Tarquinio, prendendo spunto da una lettera di una lettrice, ha affermato: "Credo che sia sempre più forte l'attesa di serene e consapevoli prove di coerenza da parte di chi opera sulla scena pubblica richiamandosi ai grandi valori dell'umanesimo cristiano e alla dottrina sociale della Chiesa". "Penso, insomma - ha rimarcato il direttore di 'Avvenire' - che per i 'politici cattolici' vita privata e opzioni pubbliche all'altezza dei valori che teniamo cari siano semplicemente indispensabili. Non è sempre facile, ma ne vale la pena".
Ma la controffensiva del Pdl sul caso Ruby punta anche a rinsaldare i rapporti con la Chiesa. Non a caso, oggi, Gianfranco Rotondi, ex dc ed esponente dell'ala cattolica del partito, invierà una lettera a tutti i vescovi italiani. La missiva, a quanto si apprende, "visto che la stampa chiama sempre in causa i cattolici" affronterà "il caso Ruby e servirà a spiegare nei minimi dettagli le ragioni per le quali il ministro ha ritenuto doveroso difendere il premier Silvio Berlusconi".
Alle accuse del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi alla magistratura, in particolare sul caso Ruby, ha voluto replicare il presidente dell'Anm distrettuale di Palermo, Antonino Di Matteo. "I magistrati hanno il dovere di agire e i pm di esercitare l'azione penale e i giudici di condannare qualsiasi cittadino nei cui confronti si è raggiunta una soglia probatoria tale da pretendere un processo o da emettere una sentenza di condanna. Questa è la verità, le altre prospettazioni diverse di complotto nei confronti dei politici sono delle mistificazioni che vogliono far credere quello che non è". Secondo il magistrato che coordina numerose inchieste delicate della Dda di Palermo, le mistificazioni "sono finalizzate all'esercizio di un potere senza limiti e contrappesi, un potere che non è compatibile se esercitato senza limiti e contrappesi da parte delle istituzioni di garanzia, in primo luogo della magistratura, con lo spirito della nostra Costituzione".

Ma il Cavaliere non perde il buon umore... - Ha cantato e raccontato barzellette. Dopo un primo sfogo contro Annozero sul caso Ruby Silvio Berlusconi è tornato sereno, scherzando con gli ospiti. L'altro ieri sera il premier era in via Veneto, alla cena di compleanno della deputata del Pdl, Michaela Biancofiore. Al ristorante dell'Hotel Majestic gestito dallo chef siciliano Filippo La Mantia c'erano più di ottanta persone, soprattutto amici e molti professionisti, 4 ministri (Gelmini, Romani, Carfagna e Frattini), il presidente dei deputati del Pdl, Fabrizio Cicchitto, il vicepresidente della Camera Antonio Leone e una ventina di parlamentari 'quarantenni' della 'Berlusconi Generation'.
A fare da colonna sonora alla serata anche il dj Danilo Mariani, che ha suonato più volte ad Arcore, e due cantanti. Il Cavaliere ha intonato due classici francesi del 'suo repertorio' e dedicato alla festeggiata una canzone inedita scritta da lui. Biancofiore, in abito rosso Gai Mattiolo, ha spento le 40 candeline su una maxitorta di millefoglie con crema e frutti di bosco. Tra i regali ricevuti spicca quello del presidente del Consiglio: un bracciale d'oro giallo degli anni '20. "Per te ho trovato un pezzo d'antiquariato del Ventennio...", avrebbe scherzato Berlusconi per sottolineare il carattere battagliero della deputata altoatesina. Un premier in vena di battute, se ne sarebbe riservata una verso la fine della serata. Fa finta di dire sul serio, ribadisce di voler rilanciare il partito cambiandogli il nome: "ho deciso di chiamarlo Forza gnocca...", ha scherzato il premier, provocando una risata generale.

[Informazioni tratte da Ansa, Lasiciliaweb.it, Repubblica.it, Adnkronos/Ing]

 

 

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29 gennaio 2011
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