Ma che vogliono fare anche il Pd Sicilia?
Il duo Lumia-Cracolici spacca i democratici siciliani e decidono di fare nascere un Pd autonomo e federato a quello nazionale...
Il Pdl Sicilia di Gianfranco Micciché sembra avere fatto scuola. Anche nel Partito democratico un gruppo di dirigenti siciliani si prepara a intraprendere la strada dell'autonomia rispetto a Roma. E come nel partito di Berlusconi anche in quello di Bersani c'é già chi prefigura spaccature.
Il progetto, su cui un pezzo del partito lavora fin dalle ultime primarie per la scelta del segretario siciliano, sembra adesso pronto a decollare. Bersani ieri in direzione nazionale ne ha discusso con i suoi più stretti collaboratori, la linea sarebbe quella di concedere più spazio ai siciliani.
Il deus ex machina dell'operazione autonomista è il senatore Beppe Lumia, ex presidente della commissione Antimafia. Con lui c'é un altro big del partito in Sicilia, Antonello Cracolici, capogruppo all'Assemblea regionale siciliana, l'artefice della linea del dialogo con il governo regionale di Raffaele Lombardo.
La strategia del ticket Lumia-Cracolici è chiara: creare un Pd Sicilia capace di governare le scelte del partito, senza dover passare al vaglio dei vertici nazionali. "Un Pd autonomo e federato a quello nazionale - dicono Lumia e Cracolici - è la prospettiva, per costruire un partito radicato nella società e nei territori, capace di mettere al primo posto gli interessi dei siciliani, con una visione moderna e innovativa della Regione". I due dirigenti politici sabato, a Palermo, incontreranno parlamentari e dirigenti per valutare le iniziative da assumere rispetto alle riforme ancora da fare alla Regione siciliana.
Il primo banco di prova dei neo-autonomisti di centrosinistra, insomma, è il rapporto con il governatore Raffaele Lombardo.
Ma il progetto autonomista registra già i primi oppositori. "Il Pd deve dire un 'no' forte e chiaro a questo progetto - dice il senatore catanese Enzo Bianco - Noi non abbiamo nulla a che vedere con chi è disposto a suonare qualunque 'musica' pur di restare a gestire quel potere che è la sola musica che conosce [....] Della serie 'la realtà supera la fantasia'. La singolare assonanza delle dichiarazioni di Raffaele Lombardo e di Giuseppe Lumia, in questi giorni - aggiunge Bianco - mi ha fatto pensare a un concerto a quattro mani. La volontà comune è trovare una qualunque soluzione per varare il Lombardo quater".
"Se a Lumia il Pd sta stretto, può anche fare altre scelte. Sicuramente, di fronte a certe sue posizioni, molti eviteremmo imbarazzo e lui potrebbe, più facilmente e senza altre intempestive peripezie, trovare qualche altro fan per questo suo recente e inaspettato autonomismo". Lo dice Tonino Russo, deputato nazionale del Pd. "Non è sparando contro il proprio partito - continua Russo - che Lumia può sperare di distrarre l'attenzione da una realtà sotto gli occhi di tutti: il Lombardo-ter è fallito e il Pd non può più continuare a essere né opposizione, né governo, trovandosi nella scivolosa situazione di non essere né carne né pesce, e cioé un partito che somiglia a un pollo". "Ora, prima di finire alla brace - conclude il parlamentare - è il momento della chiarezza. Bisogna ricostruire con forza l'idea di alternativa in Sicilia, indebolita in questi mesi da posizioni e scelte azzardate e spericolate. Per questo vanno convocati gli organismi dirigenti. Subito".
Prova a fare l'equilibrista il segretario siciliano del partito, Giuseppe Lupo: "Il Pd è un partito federato, per questo il Pd siciliano valorizzerà l'autonomia ma non sarà mai indipendente dal partito nazionale al quale intende dare il proprio contributo". "La soluzione alle correnti nazionali - però precisa - non sono certo le correnti siciliane ma il buon funzionamento degli organismi democraticamente eletti. Il nostro é il partito delle primarie e non dei caminetti". Aggiunge Lupo: "Siamo alternativi al berlusconismo ed ovviamente anche a Micciché e non abbiamo alcuna tentazione di entrare a far parte della maggioranza né tanto meno della giunta". "Prendiamo atto che il presidente Lombardo non perde occasione di manifestare stima e apprezzamento al presidente Berlusconi e perfino al ministro Tremonti - prosegue Lupo - mentre il governo nazionale, con la nuova manovra finanziaria, penalizza pesantemente la Sicilia. Sembrerebbe, insomma, che a differenza di quanto dichiarato dal presidente della Regione il famoso cordone ombelicale tra Lombardo e Berlusconi non sia mai stato reciso". "E ciò non è un bene per la Sicilia - sostiene Lupo - che attraversa una gravissima crisi economica e sociale che è conseguenza delle disastrose scelte politiche antimeridionali del governo, che il Pd nazionale e quello siciliano stanno contrastando in ogni modo - conclude il segretario del Pd - Il governo Berlusconi-Micciché blocca da due anni il trasferimento dei 4 miliardi di Fondi Fas che spettano alla Sicilia. Il presidente Lombardo scelga se stare dalla parte dei siciliani o se subire le scelte centraliste del governo nazionale".
Giovanni Barbagallo, deputato del Pd all'Ars, invece sostiene: "Il Pd siciliano dovrebbe dare un segnale di grande unità per essere concretamente alternativo al berlusconismo, al cuffarismo e al lombardismo. Se in Sicilia la politica si è ridotta sostanzialmente alla logica dello scambio clientelare e della intermediazione parassitaria, senza alcun impegno per il bene comune, lo dobbiamo a tutti coloro che hanno governato in questi ultimi anni". "Non ci sono le condizioni per continuare il rapporto di collaborazione per le riforme con il presidente Lombardo - aggiunge - La proposta, pertanto, di un Pd siciliano autonomo e federato con il Pd nazionale è pericolosa politicamente e culturalmente poiché alimenta gli egoismi territoriali e i localismi senza una visione unitaria dello Stato nazionale e una corretta interpretazione della storia unitaria del nostro Paese". Barbagallo ribadisce, quindi, la sua idea "di un Pd chiaramente all'opposizione senza compromessi e senza trasformismi".
"E' vero che non ci sono più le mezze stagioni ma credo che il dibattito politico debba essere sottratto agli impazzimenti climatici. Il governatore Lombardo ha vinto le elezioni con un consenso popolare molto ampio e il Pd è stato chiamato ad esercitare il ruolo di opposizione". Lo dice Giovanni Burtone, deputato nazionale e componente direzione nazionale del Pd. Per Burtone "gravi sono alcune prese di posizione finto autonomiste di alcuni esponenti del Pd che alla fine avallano comportamenti che un partito come il nostro non può assolutamente tollerare neppure alla lontana". "Lombardo dovrebbe prendere atto di questa crisi irreversibile del proprio sistema di potere - aggiunge - e dimettersi consentendo alla Sicilia di avere un governo eletto dai cittadini e non magari qualche Frankenstein da laboratorio funzionale solo a mantenere in vita i gangli di un potere che contrastiamo sotto tutti i punti di vista".
Nicola D'Agostino, vice capogruppo del Mpa all'Ars, commentando le dichiarazioni degli esponenti del Pd Giovanni Burtone e Giovanni Barbagallo, dice: "Siamo stanchi di sentire ogni giorno le stesse litanie da esponenti politici che non rappresentano alcuna novità e che anzi, presenti nell'agone politico da tanto tempo, ben conoscono certi sistemi da loro invece attribuiti ad altri. Litanie in cui viene rimpianto un sistema di potere vecchio e retrivo in cui alcuni partiti facevano una finta opposizione che era, quella sì, consociativa e clientelare". "Proprio coloro i quali stavano a quel gioco - ha aggiunto D'Agostino - ossia lealisti del Pdl e piccole parti del Pd e dell'Udc, contestano oggi questo governo e questo presidente che, per la prima volta, come è sotto gli occhi di tutti, sta combattendo ataviche prassi clientelari con una concreta azione riformatrice. Paradossalmente, il messaggio nascosto di certe dichiarazioni è che prima si stava meglio. O che, gattopardescamente, bisogna che tutto cambi ancora perché tutto torni com'era prima. Cioé al consociativismo".
[Informazioni tratte da Ansa, La Siciliaweb.it]