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Ma cos'è la destra... Cos'è la sinistra... I voltagabbana, cambiacasacca, bastiancontrario delle candidature siciliane

16 aprile 2007

Candidature: un'illusione agrigentina *
di Agostino Spataro

Non so altrove, ma ad Agrigento le liste per le comunali del 13-14 maggio si annunciano infarcite di candidati, noti e meno noti, passati con disinvoltura da uno schieramento all'altro o da un partito all'altro, anche nell'ambito della medesima coalizione.
Ovviamente, non trattasi d'improvvisi ravvedimenti politici o ideali, ma di una disdicevole ''ri-dislocazione'' di posizioni nel vortice di un potere torbido e arrogante che in Sicilia resta saldamente nelle mani della Casa delle libertà, per nulla scalfita dallo strappo di Casini.
Perciò, il flusso si orienta, prevalentemente, dal centro-sinistra verso la CdL. Solo in rari casi si verifica il percorso opposto. 
Oltre a dissesti elettorali, questi voltagabbana provocano indesiderati effetti ''collaterali'' a danno di persone in buona fede che ancora s'indignano per le ciniche incoerenze dei politicanti di questa ''seconda repubblica'' che ambivano addirittura a salvare l'onore perduto della ''prima''.
Un caso emblematico è quello del compagno Giacinto L., un esile e combattivo militante comunista, il quale, ogni qual volta apprende che qualcuno dei suoi è passato nelle fila avversarie, cade in uno stato di grave afflizione.

Ma prima del fatto, vediamo l'antefatto. Dalla storica ''improvvisata'' di Occhetto, che sciolse il PCI senza informare nessuno, Giacinto ha dovuto ingoiare molti bocconi amari che gli hanno funestato la vecchiaia.
Soprattutto lo fa arrabbiare questo stillicidio di passaggi (che lui bolla come 'tradimenti') che, per altro, lo espongono allo spietato sarcasmo dei suoi ottuagenari avversari a Porta di Ponte, prediletto punto d'incontro degli agrigentini.
Qualche anno fa, Giacinto, per evitare l'avvilente umiliazione, decise di starsene in casa, intristito e corroso dai suoi tormenti. Ben presto, le sue condizioni di salute si fecero preoccupanti.
Il medico diagnosticò una strana patologia: ''sindrome della Bolognina''. ''Il soggetto somatizza troppo la delusione politica''. La cura: tenerlo lontano dalle diatribe politiche, anche di quelle che quotidianamente infarciscono i tg locali. Non fu facile seguire la terapia suggerita.
Chiesero a me di parlagli, di dirgli qualcosa. Ma che cosa?
Per lenire la sofferenza del vecchio militante non trovai altro rimedio che architettare una consolatoria bugia: un piano segreto capace di trasformare quei tradimenti in argute astuzie di un ben congegnato stratagemma.

Un pomeriggio l'andai a trovare e mi accolse con una sequela di angoscianti domande: ''Ma che sta succedendo? Tutti ci stanno tradendo: consiglieri provinciali, comunali, segretari sindacali. Quante pugnalate al cuore! Ma per quale motivo?''
''Il motivo c'è, ma è riservato, non possiamo divulgarlo. Altrimenti il piano fallisce...''
. Esordii con fare ammiccante.
''Il piano? Che piano?'' m'interruppe Giacinto.
''Siamo sicuri che nessuno ci ascolti? Ti sto per comunicare un fatto molto importante, segreto, che tale deve restare... Non ne dovrai parlare con nessuno, nemmeno in famiglia. Devi sapere, caro Giacinto, che questi 'tradimenti' fanno parte di una strategia segreta messa a punto dal Partito per infiltrare le fila nemiche e conquistare posizioni di potere. Per ora, solo a livello locale. Quelli che tu chiami traditori, in realtà, sono nostre quinte colonne che svolgono un compito delicato, prezioso... La fase dell'infiltrazione non è ancora conclusa. Altri compagni dovranno seguirli.
Al momento opportuno li richiameremo all'ordine e vedrai che bel botto farà la Casa delle libertà...''

Giacinto si rincuorò: ''Ma dici sul serio? Allora la Camera di commercio, l'Associazione artigiana, il comune di P. sono in mano nostra...''
''Nostra! Adagio. Al momento opportuno ho detto. Per intanto, assoluto silenzio e comportiamoci come se nulla fosse. Tu, per esempio, sbagli a non andare più a Porta di Ponte. La tua assenza potrebbe insospettire i nostri avversari. Vai, come sempre hai fatto e sui sarcasmi dei tuoi amici scherzaci sopra. Tanto - come vedi - il gioco l'abbiamo in mano noi''
.

Grosso modo, la pietosa bugia ha retto fino ad oggi.
Ora non so bene se resisterà alla gran baraonda delle candidature che caratterizza questa tornata elettorale che ha ingarbugliato le cose, ben oltre i contorni del mio fantastico piano strategico.
Ad Agrigento sta succedendo di tutto. Addirittura, il centro destra propone la candidatura a sindaco di un ex consigliere comunale del PCI a cui la gran parte dell'Unione del centro sinistra contrappone quella dell'ex segretario provinciale dell'Udc.
Ora, se è agevole spiegare a Giacinto il senso recondito della prima candidatura, risulterà difficile spiegargli quello della seconda. Egli potrebbe pensare che l'avversario abbia scoperto il nostro gioco e lo abbia adottato come contromisura. In questo caso, le cose si metterebbero male... per la salute del caro Giacinto.

* pubblicato su la Repubblica/Palermo del 15 aprile 2007

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16 aprile 2007
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