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Ma cosa diventerà la Fiat di Termini?

Ai primi di dicembre Invitalia presenterà al governo la "short list" definitiva delle imprese che vogliono lo stabilimento

23 settembre 2010

La proposta completa sul progetto di reindustrializzazione del sito Fiat di Termini Imerese si avrà ai primi di dicembre, dopo che Invitalia avrà presentato al governo la short list definitiva delle imprese selezionate a rilevare lo stabilimento siciliano.
"Già ai primi del mese, infatti, il governo riconvocherà azienda, sindacati ed enti locali per comunicare l'esito della selezione tra le aziende che hanno manifestato interesse a rilevare lo stabilimento siciliano. E, ha assicurato Domenico Arcuri, l'ad di Invitalia che sta curando come advisor la scelta dei candidati, è 'molto probabile' che la cessione dell'area produttiva siciliana vada a più di un'impresa tra quelle selezionate".
Lo ha annunciato, al termine dell'incontro che si è tenuto ieri al ministero con le parti sociali il sottosegretario allo Sviluppo economico Stefano Saglia. All'incontro hanno partecipato Fim, Fiom, Uilm e Ugl oltre a una delegazione Fiat.

Sono cinque le offerte "praticamente già in gara" per rilevare lo stabilimento Fiat di Termini Imerese e riconvertirlo nel momento in cui il Lingotto dismetterà la produzione a fine 2011, venute fuori da una "scrematura" di 29 proposte. A cui si aggiungono altre quattro manifestazioni d'interesse ancora in corso di valutazione. E' questa la prima bozza di "short list" presentata dall'amministratore delegato di Invitalia, Domenico Arcuri, al tavolo di confronto che si è tenuto ieri  Le cinque aziende inserite in questo primo elenco provvisorio dovranno presentare il piano d’impresa definitivo entro il 30 ottobre prossimo, così da dare il tempo all’advisor Invitalia di mettere a punto la short list definitiva, da girare al governo entro il 30 novembre prossimo.
Tre delle offerte riguardano il settore dell’automotive: c’è il gruppo che fa capo all’industriale Gianmario Rossignolo (De Tomaso), la Cape del finanziere Simone Cimino e la Map Engineering (che prevede di realizzare un impianto di stampi). Gli altri due gruppi interessati al sito in provincia di Palermo sono: Ciccolella, che fa serre florovivaistiche, e Einstein (Med Studios) che già produce a Termini la soap-opera "Agrodolce" e che vorrebbe realizzare altri studios cinematografici.
Ma non è escluso che la scelta possa ricadere alla fine anche su un raggruppamento di alcune di queste aziende, che rileverebbero ciascuna una parte dell’impianto. Una soluzione che lo stesso advisor non nega. "E’ un’ipotesi che andiamo rilevando con sempre maggiore probabilità", ha detto Arcuri al termine dell’incontro, in ogni caso "i progetti che stiamo portando allo stadio definitivo rassicurano la copertura occupazionale complessiva del bacino".

Soddisfatto dell’esito della riunione il sottosegretario Saglia: "Il governo condivide questo percorso di reindustrializzazione che ha tappe e date certe - ha spiegato -. I primi di dicembre presenteremo alle parti sociali la proposta completa con i numeri, gli investimenti e l’impegno pubblico" per la riconversione dello stabilimento Fiat. "Il governo - ha proseguito il sottosegretario – è qui a ribadire che non lascerà solo nessuno. Su Termini Imerese c’è un impegno straordinario, perché purtroppo non sempre si riesce a mobilitare tante risorse. E il fatto che oggi Invitalia abbia confermato che ci sono investimenti complessivi per 674 milioni e che, come l’esecutivo garantisce, queste proposte possano occupare tutti i lavoratori di Termini non è un fatto qualsiasi. E' chiaro - ha concluso Saglia - che il percorso è ancora lungo ma già dal prossimo incontro potremo fornire i piani occupazionali affinché i lavoratori possano riconoscere lo sforzo fatto".

Ma i sindacati non sono comunque tranquilli: "É necessario che Fiat si dichiari disponibile ad accompagnare questo passaggio. La data del 30 dicembre 2011 non può essere una mannaia", ha osservato al termine dell'incontro il segretario confederale della Uil, Paolo Pirani.
"Basta con questa farsa, con questi incontri fotocopia - ha dichiarato il leader della Uilm di Palermo, Vincenzo Comella -. Sono cinque volte che ci ripetono sempre le stesse cose: ci sono cinque aziende interessate, un bando internazionale che scade il 30 ottobre, a novembre valuteranno le offerte e a dicembre trarranno le conclusioni". Insomma "è sempre la stessa scena – ha sbottato Comella – mentre nulla ci sanno dire di quello che ci interessa davvero: i piani industriali, le previsioni occupazionali. Insomma, Invitalia e il ministero dello Sviluppo economico non hanno nulla in mano e Fiat deve ancora prendersi le sue responsabilità". Per questo "secondo noi non ci sono le condizioni per andare avanti - ha ammonito il leader della Uilm provinciale - Noi il 4 torneremo in fabbrica ma chiediamo già da adesso che si riporti la discussione a Palazzo Chigi” visto che "questo tavolo non funziona".
Anche la Fiom stigmatizza "il silenzio della Fiat": oggi, ha detto il segretario piemontese dell'organizzazione, Giorgio Airaudo, "abbiamo avuto la conferma che Fabbrica Italia non riguarda Termini e che saranno licenziati 2 mila lavoratori". Ugualmente il segretario nazionale della Fim, Bruno Vitali, che si è dichiarato insoddisfatto per l'esito della riunione al ministero: "Si è trattato di un incontro 'post balneare', in cui non abbiamo avuto alcun dettaglio in più. E' certo – ha detto il sindacalista - che noi non consideriamo definitivo l'appuntamento di dicembre. Se il percorso scelto non ci avrà soddisfatto riapriremo la partita".
Positivo invece il primo giudizio dell'Ugl: "la notizia più importante ricevuta sono le rassicurazioni sull'occupazione, ma aspettiamo le valutazioni definitive a dicembre", ha detto il segretario confederale Cristina Ricci.
La segretaria generale della Cgil Sicilia, Mariella Maggio, circa il destino dello stabilimento Fiat di Termini, tiene a precisare: "Il governo non deve perdere di vista la necessità che nello stabilimento di Termini Imerese rimanga la produzione dell'auto". La dirigente sindacale ha puntualizzato che "a Termini altre produzioni, che non siano quelle dell'auto, non servono: l'impianto se adeguatamente ristrutturato, anche dal punto di vista logistico, può essere funzionale, ma soprattutto non vanno dilapidate le enormi e qulificate professionalità presenti sia nell'impianto che nell'indotto". Maggio invita, quindi, il governo a "non perdere altro tempo" e a "cambiare la filosofia che lo caratterizza ponendo invece al centro della sua agenda la questione dello sviluppo economico e produttivo del Mezzogiorno: in Sicilia senza Termini Imerese - ha concluso Maggio - arriveremmo alla desertificazione".

[Informazioni tratte da Ansa, La Siciliaweb.it, Il Velino.it, ASCA]

 

 

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23 settembre 2010
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