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Ma il carcere non deve essere l'inferno...

58 suicidi in carcere dall'inizio dell'anno. Dalle carceri siciliane parte la class action dei detenuti

15 novembre 2010

Lo scorso 29 ottobre, gli ultimi due casi, che hanno fatto tragicamente salire a 58 il numero dei detenuti che si sono tolti la vita in carcere nel 2010. Gli ultimi due, a Bologna e a Foggia, sono avvenuti a distanza di poche ore.
Nel carcere bolognese della Dozza, un detenuto 32enne sloveno, si è suicidato usando come cappio per l'impiccagione i lacci delle scarpe. Il suicidio è avvenuto nei locali delle docce.
Si era invece impiccato a un lenzuolo il giorno prima, Giancarlo Pergola, 55enne: lo ha fatto nella sua cella del reparto "precauzionale" del carcere di Foggia. Il corpo dell'uomo è stato trovato da un agente di polizia penitenziaria che non ha potuto far nulla per salvare l'uomo. Pergola, ha informato l'Osservatorio permanente sulle morti in carcere, era detenuto dal dicembre 2008 e il 16 marzo scorso i giudici della Corte d'Assise di Foggia l'avevano condannato a 12 anni di carcere, riconoscendogli la semi infermità mentale, per aver ucciso la madre, Maria Luisa De Nardellis, con un mattarello da cucina. La sera stessa dell'omicidio l'uomo confessò il delitto dicendo di averlo fatto perché stanco delle accuse che la madre gli rivolgeva per la sua condizione economica e lavorativa...

Solo lo scorso mese di ottobre si sono contati 6 suicidi in carcere. Dei 58 da inizio 2010, 48 si sono impiccati, 6 asfissiati con il gas della bomboletta da camping, 3 avvelenati da mix di farmaci e 1 dissanguato dopo essersi tagliato la gola.
"Questa dei suicidi in cella è una ecatombe senza fine - ha detto, per l'ennesima volta, il segretario generale della Uil Pa Penitenziari, Eugenio Sarno - nessuno tra politici, operatori penitenziari, addetti all'informazione non può non subirne gli effetti sociali e morali. E' del tutto evidente, però, che i livelli di responsabilità sono diversi e ben delineati. Abbiamo molte difficoltà a comprendere come mai l'informazione sia predisposta a una deriva gossip e non pare interessata ad approfondire quello che ogni giorno di più appare essere ciò che è: un dramma umanitario, sanitario e sociale". "Analogamente - ha aggiunto il sindacalista - abbiamo qualche difficoltà a comprendere l'immobilismo della politica e le azzardate dichiarazioni di attenzione verso l'universo penitenziario che dai più disparati versanti politici ogni tanto ci raggiungono".


Carcere Pagliarelli di Palermo

In questi giorni cinquanta detenuti di quattro carceri siciliane e di un penitenziario campano si sono rivolti alla Corte europea per i diritti umani per protestare contro le condizioni, a loro avviso, disumane delle strutture dove sono rinchiusi. Il ricorso è stato affidato all'avvocato Maximillian Molfettini che in un dossier ha raccolto le denunce dei carcerati. I detenuti lamentano la presenza di topi e scarafaggi nelle celle e nei corridoi, l'assenza di acqua calda, il cattivo funzionamento dei bagni. I penitenziari sotto accusa sono l'Ucciardone e il Pagliarelli a Palermo, il carcere di Castelvetrano (Trapani), la casa circondariale di Giarre (Catania) e quella di Fuorni (Salerno).
Nel dossier l'avvocato Molfettini ha inserito le risposte che i detenuti hanno dato a un questionario distribuito nelle carceri. "Chiederemo un'equa riparazione per il danno che viene arrecato al detenuto - dice il legale -. Sosteniamo che c'è stata una violazione dell'articolo 3 della carta dei diritti dell'uomo per i trattamenti inumani".

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ing, Ansa]

- Class action dal carcere: "E' un inferno, risarciteci" di Romina Marceca

 

 

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15 novembre 2010
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