Ma la nave va?
Continua la "battaglia navale" sulla privatizzazione mancata della Tirrenia
"Sulla vicenda Tirrenia adiremo le vie legali. Il presidente del consiglio ha ritenuto di dover procedere alla firma del decreto per l'amministrazione controllata di Tirrenia. E' lecito sospettare che si tratti di un giochetto simile alla vicenda Alitalia, volto a favorire qualche amico". Questa l'affermazione del presidente della Regione siciliana Raffaele Lombardo. "Ci rivolgeremo anche alla Commissione europea. Il governo nazionale - ha aggiunto - ha compiuto un atto di ostilità vergognoso nei confronti di una regione che non si piega e che non consente più il saccheggio". "La Mediterranea Holding - ha spiegato Lombardo - aveva richiesto alcuni giorni per approfondire il testo contrattuale, soprattutto per quel che concerne la questione del debito di 600-700 milioni di euro che grava sui conti della Tirrenia. Per onorare quel debito avremmo dovuto coinvolgere le banche per ottenere garanzie, visto che Fintecna si era anche riservata il diritto di recedere, cosa non concessa a noi. Mediterranea aveva individuato un solo advisor disposto a trattare e, a quel punto, era pronta a firmare il contratto, fermo restando che i privati si sarebbero assunti il rischio anche per conto della Regione", che con il suo 37% è il principale socio della cordata.
"Non ho accettato di supplicare né di inginocchiarmi davanti a Fintecna chiedendo di firmare subito l'accordo, come hanno fatto gli altri soci di Mediterranea Holding il giorno dopo" aver chiesto lo slittamento della sottoscrizione. Alexandros Tomasos, l'amministratore delegato di Mediterranea (in cui ha il 30,5%), la cordata guidata dalla Regione Siciliana (37%) che intendeva acquisire Tirrenia, ha spiegato in una conversazione con l'ANSA, che quella marcia indietro "é stata fatta senza neanche avere la certezza che si sarebbe raggiunto un accordo con le banche" creditrici di Tirrenia per 520 milioni di euro. "E se si fosse firmato con Fintecna e non si fosse trovato l'accordo con le banche?", ha osservato l'armatore alla guida della compagnia di navigazione TTTlines. "Ho detto ai miei soci che non ce l'ha prescritto il medico di comprare Tirrenia, per me non è una missione, al contrario di qualcun altro che forse ha bisogno di un'ancora di salvataggio e ragiona da avventuriero". In Mediterranea, Tomasos parla di "rottura, con me e Coccia (l'ex presidente di Confitarma che ha il 3% nella cordata, ndr) da un lato e il presidente Salvatore Lauro (18,5%) e gli altri soci di minoranza (Isolemar, famiglia Busi-Ferruzzi, ndr) dall'altra, con la Regione alla finestra". Ora che Tirrenia è in amministrazione straordinaria, i soci di Mediterranea hanno assicurato l'impegno a evitarne lo smembramento ma "è un impegno che non vuol dire niente, perché il commissario può fare quello che vuole a seconda dell'indirizzo che dà il governo. La volontà è vendere Tirrenia negoziando direttamente con i singoli come per Alitalia. Lo spezzatino è allettante per gli armatori più solidi perché possono acquistare questa o quella quella linea, piuttosto che Tirrenia con Siremar, che non interessa a nessuno, perché ha meno appeal" ha detto Tomasos. Nel ribadire lo sconcerto per "tutta questa situazione provocata da un lato da Fintecna, che ci ha delegittimati, trattati male, e dall'altro dai miei soci", Tomasos si chiede "quale sia stato il premio da mettere in bacheca che li ha spinti a fare marcia indietro e a chiedere a Fintecna di firmare. C'é stata una corsa disperata per avere prima Tirrenia senza l'accordo con le banche. Forse pensavano che i 520 milioni li avrei pagati io, ma non li ho". Così, Tomasos ha spiegato che dopo aver detto no alla firma dell'accordo con Fintecna, "il fronte dei soci che era compatto si è diviso, peraltro già nei mesi scorsi c'erano state frizioni". Secondo Tomasos, Lauro "continua a intraprendere iniziative per suo conto senza alcuna autorizzazione del consiglio di gestione né d'accordo con l'amministratore delegato con cui da tre settimane ha poteri congiunti. L'intenzione dei soci, una volta acquisita Tirrenia, era di conferirgli solo la presidenza onoraria. Nessuno nella cordata si riconosce nella presidenza di Lauro" ha affermato. Il piano di Mediterranea per Tirrenia "era da armatori puri, con il taglio di spese superflue ed eccessive si sarebbero risparmiati 10 milioni in un anno e con contributi per 12 anni sarebbe tornata all'utile in 5 anni mantenendo gli attuali livelli occupazionali e con prepensionamenti".
"Per noi niente è perduto, abbiamo proposte di gruppi imprenditoriali albanesi, libici, egiziani, tunisini, e di fondi interessati ad entrare nella cordata, e abbiamo un piano di sviluppo del Mediterraneo, un progetto che guarda all'area di scambio con i Paesi" dell'area. A confermare l'interesse per il gruppo Tirrenia è il presidente di Mediterranea holding, Salvatore Lauro, annunciando che oggi si riunirà il il consiglio di amministrazione di Mediterranea "per esaminare la proposta di aumento di capitale da 10 a 25 milioni di euro" e "vediamo se Tomasos" l'amministratore delegato che ha fatto una mozione di sfiducia nei confronti di Lauro "verserà la sua parte visto che sinora non l'ha fatto". Il board, ha spiegato ancora l'armatore, "verificherà chi vuole continuare" nell'operazione Tirrenia, "se saranno confermate le cariche sociali". Per Lauro "si può e si deve continuare, ma in modo diverso, con un nuovo piano industriale. Prima c'era una gran parte di debiti, ora il prezzo sarà più basso, ci sarà una svendita, e vogliamo partecipare ai saldi. Riteniamo che le banche non avranno più la somma di prima" cioé 520 milioni. Il nuovo progetto, aggiunge, "guarda all'area del Mediterraneo". Un progetto "diverso dal primo che puntava a mantenere le rotte e a salvaguardare tutti i lavoratori. Ora, non sarà più possibile". Ribadendo che "nonostante un lavoro di otto mesi veniamo derisi come un'accozzaglia di persone", Lauro ha affermato invece che "siamo stati scippati" dopo il no di Fintecna alla richiesta di Mediterranea di rinvio della firma del preaccordo per la compravendita di Tirrenia. Tornando alla polemica con Tomasos, Lauro ritiene che "gli riconosco grandi capacità ma tra un bagno e l'altro, visto che é in vacanza, gli è sfuggito qualche passaggio. E se pensa di andare avanti con altri partner lo dica".
E intanto il patron di Moby Lines, Vincenzo Onorato, si dice pronto a rilevare la Tirrenia senza la Siremar. "Io sono pronto a comprare Tirrenia, Siremar no, non mi interessa" dice Onorato interpellato da 'la Stampa'. Per il patron della linea di traghetti dovrebbero essere fatte due gare distinte, per Tirrenia e Siremar o, in alternativa, una sola gara per Tirrenia, cedendo gratuitamente la Siremar alla Regione siciliana. "E' l'unica soluzione" dice Onorato.
[Informazioni tratte da Ansa, GdS.it]
- La Tirrenia come il Titanic (Guidasicilia.it, 06/08/10)