Ma non è il capo dei capi...
Matteo Messina Denaro? Cosa nostra palermitana non accetterebbe mai di essere comandata da un trapanese
"Matteo Messina Denaro non è il capo di Cosa Nostra". Lo ha detto in maniera secca e decisa il procuratore aggiunto della Repubblica di Palermo, Maria Teresa Principato, ieri durante l’intervento alla seconda giornata del Festival della Legalità, in corso a Villa Filippina.
"Cosa nostra palermitana - ha spiegato - non accetterebbe mai di essere comandata da un trapanese. Lui, però, è un rappresentante provinciale, una carica che gli conferisce indubbiamente un potere non indifferente".
Per Principato, inoltre, Messina Denaro non custodirebbe i segreti di Riina: "Cosa Nostra - ha detto - è vicina ai corleonesi, vicinanza che si è accentuata con il rapporto di Messina Denaro con Provenzano, ma da ciò a ritenere che Denaro sia custode dei segreti di Riina ce ne passa". E le protezioni politiche? "Su questo non posso parlare", ha dichiarato a Klaus Davi il pm, lasciando intuire indagini in corso.
Infine per l’aggiunto oggi qualcosa è cambiato nel rapporto delle persone comuni con la criminalità. "E' una grande novità che la gente faccia il tifo per noi", ha affermato, "Messina Denaro ha sempre riscosso molto successo nella borghesia. Oggi qualcosa è cambiato. E questo è un dato importante perché solo quando il consenso viene a scemare, noi potremmo essere in grado di prendere Messina Denaro, di seguire le sue tracce".