Ma quando arrivano le ragazze?
Pupi Avati racconta i 25enni di oggi e ritorna sui temi a lui più cari: l'amicizia, il tradimento, la competitività, il jazz
Noi vi segnaliamo...
Ma quando arrivano le ragazze?
di Pupi Avati
Due amici, la stessa passione per il jazz e per la stessa donna. Gianca (Paolo Briguglia) e Nick (Claudio Santamaria), due ragazzi bolognesi, si conoscono a Perugia in occasione di uno stage per musicisti di Umbria Jazz. E' il 1994, hanno vent'anni: Gianca suona il sax per realizzare le velleità artistiche di suo padre (Johnny Dorelli), affermato commercialista. Nick riversa sulla sua tromba una speranza di rivincita su una situazione familiare squallida. Ne nasce un'amicizia fondata sul contrasto di due mondi ma unita dalla comune passione. Insieme a due fratelli squinternati e ad un astronomo mettono su un improbabile 'quintetto', il Joy Spring Quintet, attorno cui gravitano innumerevoli fidanzate più o meno stabili. Nick, che nel frattempo ha avuto una figlia dalla sorella di Gianca, è sempre più attratto da Francesca (Vittoria Puccini), la ragazza dei sogni di Gianca. L'ingresso di questa presenza femminile incrinerà la loro amicizia così come l'emergere del talento di Nick. Gianca, infatti, avendo preso coscienza della propria mediocrità artistica, decide di abbandonare la musica per seguire le orme paterne. Mentre Nick, dotato di un talento naturale, diventa un vero musicista. Insomma, ciò che prima li aveva uniti adesso li divide: l'amicizia si trasformerà in inimicizia, l'amore per la stessa donna diventerà disamore. Tutto questo per nove lunghi anni, finché un giorno sul treno Bologna-Perugia…
Dopo aver raccontato i venticinquenni dei primi del '900 (Il cuore altrove), Pupi Avati racconta i venticinquenni di oggi e ritorna sui temi a lui più cari: l'amicizia, il tradimento, la competitività, il jazz. Una summa dei suoi precedenti film ma anche una vicenda molto autobiografica: "Anch'io come Gianca ho desiderato di diventare un musicista e mi sono dovuto arrendere all'evidenza: non avevo sufficiente talento. Ma la musica, il jazz, in questo film è poco più di un pretesto. La storia descrive la necessità di una sofferta rinuncia ai propri sogni, vissuta come un'ingiustizia".
Quanto al titolo: si riferisce ad una stagione della vita dei maschi "il periodo più straordinario nell'esistenza di un individuo, l'incontro col grande mistero della donna, dell'amore, dell'altro da sé. Passata quella stagione le ragazze non arrivano più e resta solo la nostalgia…"
Distribuzione 01 Distribution
Durata 106'
Regia Pupi Avati
Con Claudio Santamaria, Vittoria Puccini, Paolo Briguglia, Johnny Dorelli, Selvaggia Quattrini
Genere Commedia
La critica
"I registi prolifici spesso girano intorno a due o tre tipi di storie, non di più, ma col passare degli anni finiscono per raccontarle sempre meglio. I sentimenti si affinano, l'ambientazione acquista nuove sfumature, il coro dei personaggi cresce in numero e nitidezza. Quando poi lo sfondo è palesemente autobiografico, a forza di reinventarsi l'autore finisce per liberarsi, paradossalmente, da ogni personalismo. Travasando in un frammento di memoria privata echi e suggestioni che vanno ben oltre la sua esperienza. E' quanto accade con questo 'Ma quando arrivano le ragazze ?', quasi un kolossal per gli standard di casa Avati. Chiave della faccenda, che forse riecheggia l'antica e sofferta amicizia-rivalità con Lucio Dalla, musicalmente ben più dotato di Avati, è infatti la scelta di trasporre tutto al presente, cosa che stende una patina di intonato anacronismo su questi giovani così perbene e innamorati del jazz come i loro genitori. Anzi, talvolta costretti o quasi a vivere questa passione proprio per risarcire il padre dalle sue frustrazioni giovanili. (...) Con l'aria di chi vuole solo divertirsi, insomma, Avati mira alto. E pigiando sul pedale di una bonaria nostalgia si fa perdonare anche il maschilismo vieux jeu che relega le donne, compresa l'amata Vittoria Puccini, in posizioni ancillari. Pure proiezioni del desiderio maschile. Com'era una volta, del resto, e come spesso è ancora. Anche se l'ipocrisia dominante finge di non ricordarsene più."
Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 4 febbraio 2005
"Ma quando arrivano le ragazze? è un gustoso capitolo della commedia umana che Pupi Avati scrive da anni col suo cinema di affetti in andata e ritorno, minati dal tempo e dalla nostalgia. (…) Un film che parla di cose eterne, tanto che le comete fanno da agenda agli affetti quotidiani passandoci intorno veloci. Il cast è un jolly, dalla diva tv Vittoria Puccini al sincero Paolo Briguglia. Claudio Santamaria è capace di sottile e misurata introspezione: bravissimo."
Maurizio Porro, 'Corriere della Sera', 5 febbraio 2005
"Nella filmografia del regista bolognese, 'Ma quando arrivano le ragazza?' rappresenta, almeno in un senso, una novità: è il film della maturità di Avati che mette in scena la prima sintesi generazionale compiuta: laddove da 'Impiegati' (1984) in poi, i giovani erano rappresentati piuttosto come corpi estranei da capire e magari da proteggere. Qui si intuisce invece una continuità fondamentale tra le generazioni, in cui ciascuno è formato in profondità dall'altro: i figli dai padri come i padri dai figli. Ci riferiamo in particolare al bel personaggio del commercialista deluso, interpretato con sorprendente partecipazione da Johnny Dorelli. Anche la terna dei giovani interpreti è ben scelta: come se a ogni volto corrispondesse un destino."
Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 4 febbraio 2005