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Ma Trapani non è in guerra...

A causa della chiusura dello scalo civile di Trapani Birgi, la Provincia ha decretato lo stato di crisi

25 marzo 2011

E' di un milione di euro la perdita economica, stimata in base alla permanenza media di un turista in questo periodo dell'anno, causata fino ad oggi al territorio di Trapani a causa della chiusura dello scalo civile di Birgi tra disdette delle prenotazioni alberghiere, l'inattività delle attività di ristoro e di tutto l'indotto legato al comparto turistico.
E' un bilancio pesantissimo quello che è emerso ieri mattina durante un incontro, promosso dal Presidente della Provincia di Trapani, Mimmo Turano, a Palazzo Riccio di Morana al quale hanno partecipato i 24 sindaci del Trapanese ma anche tutte le forze sindacali, imprenditoriali, sociali ed economiche del territorio. Il vertice è stato convocato per esaminare le pesanti ricadute sul territorio causate dalla chiusura dell'aeroporto che, nell'ultimo anno, ha portato ad una crescita delle presenze turistiche nella Provincia di Trapani di quasi il 40 per cento, dato in controtendenza rispetto al dato siciliano. "Nel caso in cui la chiusura dello scalo sarà prolungata - ha spiegato il presidente Turano - la perdita economica è destinata a crescere incredibilmente ad un milione di euro al giorno, se si considera che, da maggio a settembre, un turista raddoppia in media la sua permanenza nel territorio trapanese". "Ho pieno rispetto delle decisioni assunte dall'Onu e dal governo nazionale nei confronti della Libia – ha continuato – ma non possiamo accettare che la nostra provincia paghi questo prezzo altissimo privandosi di un volano di sviluppo in grado di assicurare posti di lavoro e un percorso di riscatto culturale, civile ed economico".

In una nota, rivolta al Presidente della Repubblica e a tutti i vertici dello Stato, il presidente della Provincia ha chiesto "l'immediata riapertura dello scalo aereo" sottolineando come tale situazione "penalizza l'attività civile, ma soprattutto condiziona - si legge nella nota – per un periodo indeterminato, la stessa ragione economica dell'aeroporto e del territorio che si riconosce in una spiccata vocazione turistica che ora registra pesanti flessioni".
Il danno economico registrato dal territorio è altissimo. "Soltanto l'Airgest, la società di gestione dell'aeroporto - continua la nota del presidente della provincia al Capo dello Stato – perde 70mila euro al giorno e si è vista costretta a sospendere il rapporto di lavoro con 70 dipendenti". "La stessa Provincia regionale di Trapani - prosegue la nota – ha investito risorse economiche non indifferenti nello scalo attraverso la società di gestione di cui è azionista di maggioranza, per la creazione di nuovi livelli occupazionali e lo sviluppo del settore turistico e dei servizi ad esso connessi. La chiusura dell'aeroporto adesso spezza quei filoni di sviluppo e di ripresa economica che, con fatica, avevamo costruito".
La Provincia di Trapani, che ha aperto un dialogo con gli operatori turistici del territorio, ha decretato da ieri mattina lo stato di crisi istituendo un ufficio apposito per la gestione della pesante emergenza.

Presente all'incontro promosso dalla Provincia anche Davide Durante, presidente di Confindustria Trapani, che in merito alle conseguenze determinate dalla chiusura dell'aeroporto di Trapani Birgi ha detto: "E' arrivato il momento di iniziare a fare la conta dei danni, ossia le gravi ripercussioni della campagna diffusa attraverso tutti i media, che fino ad oggi continuano a rappresentare un clima di guerra qui a Trapani e che ha determinato un incontenibile numero di cancellazioni delle prenotazioni da parte dei turisti che si erano gia' organizzati per visitare il nostro territorio".
Durante ha parlato di "un gravissimo danno di immagine che tutti insieme dobbiamo contribuire ad eliminare, soprattutto perché è avvenuto in un momento molto delicato della stagione. Siamo quasi alle porte della festività pasquali e della stagione estiva, siamo in piena fase di programmazione dell'operativo voli e a questo punto c'è un serio rischio di catastrofe economica". "Posto che il problema - ha puntualizzato - non riguarda soltanto gli operatori o i dipendenti direttamente interessati dalla chiusura dello scalo civile di Trapani-Birgi (e già parliamo di oltre 150 lavoratori) ma riguarda un intero indotto, costituito da alberghi, case vacanze, ristoranti, enoturismo, piccole attività commerciali nate proprio in vista dello sviluppo turistico del territorio, le attività di 'rent a car', tassisti, e così via, è necessario che ognuno di questi operatori faccia un primo esame della situazione e, se lo riterrà, potrà trasmettere questi dati alla Confindustria di Trapani in modo che si possa iniziare un percorso per il riconoscimento dei danni e per poter attivare le misure normative previste per questi casi". "Ma soprattutto - ha concluso Durante - è necessario far ciò per poter trasferire al Governo l'urgenza e la non rinviabilità della riapertura immediata dello scalo civile dell'Aeroporto di Trapani Birgi. Qui a Trapani non c'è la guerra, ma se non si prendono immediatamente dei provvedimenti si rischia una seria sconfitta dal punto di vista economico".

Sempre ieri, il presidente Turano e l'amministratore delegato di Airgest, Salvatore Ombra, hanno incontrato Vito Riggio e Alessio Quaranta, rispettivamente presidente e direttore generale dell'Ente nazionale dell'aviazione civile (Enac). "L'aeroporto di Trapani chiuso al traffico aereo civile, a causa delle necessità dell'Aeronautica Militare di avvalersi, in via esclusiva, dello scalo per le operazioni collegate alla difesa aerea, potrebbe riaprire temporaneamente". Queste le rassicurazioni fornite dall'Ente che ha aggiunto: "All'esito dell'incontro l'Enac, nell'esprimere preoccupazione per le penalizzazioni subite dall'aeroporto in questa circostanza, ha fornito rassicurazioni di verificare, attraverso l'apposito comitato di coordinamento già operativo, ogni possibilità di riapertura, anche temporanea, dello scalo, sempre compatibilmente con le necessità legate alla difesa aerea, per assicurare la ripresa del traffico aereo civile". A questo fine il comitato di coordinamento, composto da Enac, Enav e Aeronautica Militare che ne gestisce la presidenza, esprimerà le proprie valutazioni entro la fine di questa settimana. L'Enac, dal canto suo, verificherà, coinvolgendo i vertici della Provincia di Trapani e della società Airgest, le possibili soluzioni che emergeranno dalle valutazioni del comitato di coordinamento ai fini di una auspicata riapertura.
Il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, ha quindi annunciato: "Da lunedì, sia pure parzialmente e molto gradatamente, sarà aperto l'aeroporto militare di Trapani anche ai voli civili". Il ministro ha spiegato anche che sono state messe a disposizione dei voli civili "due piazzole perché possano svolgersi nel primo giorno almeno due-quattro voli; vedremo piano piano, poi, come si evolverà la situazione". "Ho ricevuto - ha poi aggiunto - molte segnalazioni da parte di parlamentari del trapanese sulla inevitabile chiusura ai voli civili dell'aeroporto militare di Trapani. Lo Stato maggiore dell'Aereonautica con l'Enac hanno verificato la situazione". Il ministro ha spiegato infine che "è impossibile spostare i voli da Trapani a Sigonella, visto che in quella base non c'é spazio; ma anche per motivi di sicurezza".

[Informazioni tratte da €conomiaSicilia.com, Italpress, SiciliaInformazioni.com, GdS.it]

- Se la guerra in Libia blocca l'economia siciliana (Guidasicilia.it, 23/03/11)

 

 

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25 marzo 2011
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