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Mafia e massoneria: assolti gli imputati del processo "Hiram"

Il Tribunale di Palermo ha deciso di assolvere i cinque professionisti imputati due anni fa

03 dicembre 2010

Sono stati tutti assolti i 5 imputati del processo "Hiram" di Palermo scaturito da un'indagine su mafia e massoneria. Dopo quasi 7 ore di camera di consiglio il Tribunale di Palermo ha deciso di assolvere: l'imprenditore Michele Accomando, l'imprenditore Nicolò Sorrentino, il ginecologo Renato De Gregorio, l'imprenditore Calogero Licata e l'impiegato presso la Corte di Cassazione Guido Peparaio.
I pm della Dda di Palermo, che avevano chiesto pene per complessivi 38 anni, avevano ricostruito l'ipotesi di corruzione di alcuni impiegati della Cassazione da parte di un gruppo di imprenditori collegati a Rodolfo Grancini, condannato in abbreviato nel maggio scorso a 6 anni e mezzo di reclusione. Il Tribunale era presieduto da Dino Loforti.

L'inchiesta portò, a giugno del 2008, all'arresto di otto persone tra professionisti, imprenditori, impiegati della Cassazione, presunti mafiosi e massoni. In cella finì anche il faccendiere umbro Rodolfo Grancini, condannato in abbreviato a sei anni e sei mesi per tre delle quattro ipotesi di corruzione che gli erano state contestate. Una poliziotta, implicata nell'inchiesta, Francesca Surdo ha, invece, patteggiato la pena.
Per l'accusa gli indagati, alcuni dei quali legati dall'appartenenza a logge massoniche, grazie alle loro presunte conoscenze in ambienti della Cassazione, avrebbero fatto ritardare la celebrazione di processi, in modo da poter ottenere la prescrizione dei reati, o allungato i termini di trattazione dei ricorsi, tanto da far scattare la scadenza della custodia cautelare.
La mente dell'organizzazione, sempre secondo i pm, sarebbe stata Grancini che avrebbe intascato soldi da alcuni imputati, anche di mafia, per fare avere loro benefici processuali. Il faccendiere avrebbe poi girato parte delle somme al personale della Suprema Corte compiacente.
La lettura delle due sentenze - quella dell'abbreviato e quella di ieri - fanno pensare che i giudici non abbiano creduto all'esistenza di una combine finalizzata all'aggiustamento dei processi e che abbiano ritenuto che Grancini, millantando rapporti con dipendenti della Cassazione, si sia fatto dare il denaro da alcuni degli imputati. [Adnkronos/Ing]

- Mafia e massoneria: un sodalizio per ritardare processi (Guidasicilia.it, 17/06/08)

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03 dicembre 2010
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