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Mafia Senza Frontiere

Smantellata dai Carabinieri la nuova cosca mafiosa di Villabate, centro caro a Provenzano

27 febbraio 2009

Dalle prime luci dell'alba è in corso una maxi operazione antimafia dei Carabinieri del Comando provinciale di Palermo che hanno smantellato la nuova cosca mafiosa di Villabate, piccolo centro del palermitano, eseguendo dodici ordinanze di custodia cautelare.
Gli indagati sono accusati di avere imposto il pagamento del 'pizzo' a imprenditori e commercianti, di avere gestito una complessa attività di riciclaggio, investendo grosse somme di denaro in aziende e società formalmente legali.
I reati di cui devono rispondere, a vario titolo, gli arrestati sono: associazione mafiosa finalizzata alle estorsioni e all'intestazione fittizia di beni.

Dall'indagine, denominata 'Senza frontiere', sono emersi insospettabili prestanome a cui erano state intestate delle società di comodo utilizzate dalla famiglia mafiosa di Villabate.
Il ruolo di reggente della famiglia, dopo gli arresti dei boss storici Antonino e Nicola Mandalà, fedelissimi di Bernardo Provenzano, sarebbe stato ricoperto, nell'ultimo periodo, da Giovanni D'Agati. Secondo gli investigatori sarebbe stato lui a prendere in mano le redini della cosca controllandole estorsioni e il riciclaggio del denaro illecito attraverso investimenti in alcune agenzie di scommesse e in un negozio di alimentari.
Dall'indagine, oltre all'attività di riciclaggio e ai rapporti della famiglia con la mafia statunitense con cui la cosca condivideva società di distribuzione alimentare, è emersa, ancora una volta, la sistematica attività di taglieggiamento posta in essere dai boss. In centinaia di conversazione ambientali, intercettate nell'auto di D'Agati e riscontrate dalle dichiarazioni di alcuni pentiti è emerso l'assoggettamento di moltissimi commercianti, sistematicamente taglieggiati dai tre esattori della famiglia: Francesco Fumuso, Gioachino La Franca e Giovanni Montaperto.

"Cosa nostra, mai come in questo momento, ha bisogno di muovere capitali e trasformarli in denaro liquido, in particolare da destinare al mantenimento delle famiglie dei detenuti sempre più numerosi", ha detto il tenente colonnello dei carabinieri, Jacopo Mannucci, comandante del nucleo operativo di Palermo, intervenendo alla conferenza stampa in cui sono stati illustrati i particolari dell'operazione. All'incontro con la stampa hanno partecipato il procuratore Francesco Messineo e l'aggiunto Ignazio De Francisci che ha ribadito l'importanza, soprattutto nelle indagini di mafia, delle intercettazioni. "Speriamo - ha detto - che non ci vengano precluse per problemi di bilancio o soprattutto per modifiche legislative".
Il comandante provinciale dell'Arma ha poi sottolineato la "capacità di rigenerarsi di Cosa nostra", facendo riferimento alla riorganizzazione della famiglia di Villabate, a cui appartengono i 12 arrestati, decapitata nel 2005, dall'operazione "Grande mandamento" che portò in carcere decine di persone.

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ing, La Siciliaweb.it]

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27 febbraio 2009
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