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Magistrati sovversivi e contro la democrazia

Mentre la ricusazione non ferma il processo Berlusconi-Mills, il premier spara a zero sui magistrati

21 giugno 2008

Il processo per corruzione giudiziaria in cui sono imputati davanti al Tribunale di Milano il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e l'avvocato britannico David Mills, nell'ambito dello stralcio sui presunti fondi neri Mediaset, andrà avanti nonostante la richiesta di ricusazione del presidente del collegio giudicante presentata dai legali del premier, Niccolò Ghedini e Piero Longo.
Lo hanno deciso ieri i giudici della X sezione penale del tribunale di Milano che hanno aggiornato il processo al 7 luglio.
L'istanza di ricusazione, per presunta "inimicizia grave", sarà discussa dalla Corte d'Appello il 10 luglio e la decisione dovrà arrivare entro 5 giorni.
Il 18 giugno scorso il Senato ha approvato il cosiddetto emendamento "blocca processi" al decreto legge sulla sicurezza, che secondo l'opposizione è stato ideato dal governo per bloccare il processo Berlusconi-Mills, e che viene invece difeso dalla maggioranza come una norma per trattare prima i processi di "maggiore allarme sociale".
Al centro del procedimento, che ha preso il via nel marzo 2007, c'è l'accusa secondo cui Berlusconi nel 1997 fece inviare 600.000 dollari a Mills come ricompensa per non aver rivelato in due processi, in qualità di testimone - e quindi con l'obbligo di legge di dire il vero e non tacere nulla - le informazioni su due società off-shore usate dal gruppo di Segrate, secondo la procura, per creare fondi neri. Sia Berlusconi sia Mills hanno sempre respinto le accuse, e Mediaset ha ribadito in più occasioni in diverse note la propria correttezza e trasparenza.

Dunque, dopo più di due ore di camera di consiglio il giudice Nicoletta Gandus, il giudice che Berlusconi vuole ricusare ha detto che, comunque, "la ricusazione non sospende la prosecuzione dell'istruttoria dibattimentale", e ha fissato il calendario delle prossime udienze del processo. Dopo l'udienza del 7 luglio ce ne saranno due prima della sospensione per l'estate, il 14 e il 18 luglio, e poi il processo riprenderà il 19 settembre con udienza tutti i venerdì.
Nel merito delle questioni procedurali i giudici hanno respinto la richiesta delle difese di posticipare le testimonianze dei loro consulenti rispetto alla testimonianza di Paolo Del Bue, testimonianza che era prevista per la scorsa settimana in Svizzera ma che è stata rinviata a tempo indeterminato per motivi di salute. Per non bloccare il processo, quindi, i consulenti delle difese saranno sentiti indipendentemente dalla testimonianza di Del Bue.

Immediata la replica della difesa di Berlusconi. "Non mi aspettavo nulla di diverso. La decisione presa oggi di accelerare il processo dimostra la fondatezza della richiesta di ricusazione e anche che questa deve essere accolta. Il processo non si può celebrare in questo collegio di fronte a un giudice che ha svolto contrasto politico dal 2001 al 2006, contrastando in particolare le leggi sulla giustizia - ha affermato l'avvocato Nicolò Ghedini -. Queste cose succedono solo quando si tratta del presidente Berlusconi".
Quanto alla decisione del sostituto procuratore generale Laura Bertolè Viale di chiedere che la richiesta di ricusazione sia dichiarata inammissibile, per Ghedini ''a Milano ci sono molti Pg, forse si poteva scegliere qualcuno che in passato non avesse condiviso le posizioni di Francesco Borrelli''.

E se non si ferma il processo Berlusconi-Mills, non si ferma nemmeno la guerra del premier contro i giudici, "che vogliono sovvertire l'esito del voto e della democrazia". Silvio Berlusconi, per l'ennesima volta, ha sparato a zero sulla magistratura e ha puntato il dito verso chi, a detta sua, "si infiltra nella magistratura per sottrarre il loro potere a fini politici e che il resto della magistratura non riesce a mettere nell'angolo".
"Per questo motivo sono indignato" ha aggiunto il presidente del Consiglio, annunciando che la settimana prossima terrà "una conferenza stampa per denunciare la situazione della magistratura italiana e tutta la mia indignazione e la mia volontà di non vedere sovvertita la democrazia".
Questa volta teatro del nuovo attacco del Cavaliere è stata la chiusura del vertice Ue a Bruxelles.
"Nel '94 ho visto sovvertire il voto popolare da parte di una minoranza rivoluzionaria che sta nella magistratura - ha denunciato Berlusconi -. E quindi c'è stato un sovvertimento della democrazia. Ho esperienza sufficiente, avendo patito anche 15 anni di persecuzione, per far sì che questo non possa più accadere".

Non si è fatta attendere la replica dell'Associazione Nazionale Magistrati che parla di "insulti e invettive veementi e ingiustificate". "Faccia i nomi - ha esortato il segretario dell'ANM Giuseppe Cascini - Se non sappiamo chi sono - ha domandato provocatoriamente - che cosa fanno, come facciamo a emarginarli?". L'ANM ha inoltre chiesto un incontro al capo dello Stato, Giorgio Napolitano, come "garante della legalità costituzionale", esprimendo "le più vive preoccupazioni per gli attacchi del premier nei confronti dell'intera istituzione giudiziaria" che ''rischiano di minare alla radice la credibilità delle istituzioni e di compromettere il delicato equilibrio tra funzioni e poteri dello Stato democratico di diritto".

Dopo l'apertura al Csm di una pratica a tutela dei giudici milanesi del processo Mills, lunedì prossimo la I commissione di Palazzo dei Marescialli comincerà a discutere del fascicolo aperto sulle accuse di Berlusconi alle toghe, e all'interno della discussione potrebbero esserci anche le ultime dichiarazioni fatte dal presidente del Consiglio a Bruxelles. Da dove è anche entrato nel merito delle polemiche di questi giorni sulla 'Salva Premier', espressione "usata da molti media italiani per definire l'emendamento" per la quale si dice "indignato". "Appena vedrò i miei legali dirò che io non voglio approfittare di questa norma, perché voglio allontanare qualunque sospetto. E' una norma salva tutti" è tornato a ribadire, spiegando che "non c'è nessuno stop" dei procedimenti giudiziari. "Con le norme approvate - ha sottolineato Berlusconi - si mettono da parte solo alcuni processi per consentire di far viaggiare più speditamente altri e non far uscire di galera stupratori e ladri. Mi indigna solo il fatto che si pensi che io voglia approfittare di queste norme". Riguardo poi alle accuse mosse contro di lui, si tratta di "qualcosa che non esiste. Lo posso giurare sui miei cinque figli". Se avessero avuto qualche fondatezza "mi ritirerei dalla vita politica e cambierei anche Paese".

[Informazioni tratte da Adnkronos, Reuters, Corriere della Sera, la Repubblica]

- Quell'insostenibile tentazione... (Guidasicilia.it, 18/06/08)

- Fissata l'udienza per l'istanza di ricusazione (Guidasicilia.it, 19/06/08)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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21 giugno 2008
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