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Mai cannoli furono tanto amari e indigesti... Salvatore Cuffaro ha deciso di dimettersi da Governatore della Sicilia

26 gennaio 2008

Ieri dal palco di Siena, dove si trovava per parlare con gli industriali tioscani, il presidente di Confindustria, Luca Cordero di Montezemolo, non poteva non dire la sua su quanto il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano dovrebbe fare, dopo la caduta del governo Prodi, per consentire al paese di superare un momento difficile in un contesto internazionale ancora più difficile.
E' stata un'analisi durissima quella che Montezemolo ha fatto del quadro politico nazionale, piena di toni indignati, e non solo per le tristi scene viste al Senato. Al vertice dei motivi di profonda indignazione, infatti, il presidente di Confindustria ha messo la scelta del presidente della Regione siciliana, Totò Cuffaro, di rimanere presidente anche dopo essere stato condannato, e ne ha parlato facendolo diventare "l'esempio delle due facce di questo paese. Da una parte ci siamo noi che lottiamo contro il pizzo. Dall'altra c'è uno come lui che è stato condannato ma resta al suo posto".
Minchia! Viene spontaneo esclamare.

Insomma, non tira aria buona per il governatore siciliano, contro il quale oggi a Palermo si svolgerà un corteo per chiederne le dimissioni, e per il quale il governo ha avviato la procedura per la sospensione da presidente della Sicilia. Cattiva aria che ha portato Cuffaro a chiedere ieri sera al presidente dell'Assemblea regionale siciliana, Gianfranco Micciché, di poter intervenire oggi a mezzogiorno in aula per fare "comunicazioni urgenti" ai deputati regionali.
"La convocazione straordinaria dell'Ars, fatta dal presidente Micciché, su richiesta del governatore Salvatore Cuffaro può prefigurare che il presidente della Regione si dimetta", ha detto il deputato regionale del Pd, Pino Apprendi, dopo la convocazione straordinaria dell'Ars.
Dopo la condanna l'opposizione di centrosinistra all'Assemblea regionale e al comune di Palermo aveva chiesto le dimissioni del presidente e a queste voci politiche si sono aggiunte anche quelle di movimenti e sindacati. Anche il presidente dell'Ars, Gianfranco Micicché, aveva attaccato il governatore per il presunto festeggiamento alla notizia della caduta, nella sentenza del processo, dell'aggravante per mafia. La mozione per le dimissioni, presentata all' Ars dall'opposizione, è stata però respinta a larga maggioranza.

Infine, ieri una telefonata poco prima di mezzanotte a Gianfranco Miccichè: “Devo fare delle comunicazioni urgenti”, e l'annuncio fatto stamani da Silvio Cuffaro, sindaco di Raffadali e fratello di Salvatore: "Mio fratello si dimette da governatore". "Oggi - ha aggiunto Silvio Cuffaro - sarebbe stato davvero il caso di festeggiare con i cannoli. Mio fratello è molto sereno, adesso potrà occuparsi della sua famiglia".
Accolto dagli applausi degli assessori della sua giunta e dei deputati del centrodestra, Salvatore Cuffaro ha proclamato le sue dimissioni davanti ai membri dell'Ars. "Resta al tuo posto" gli hanno chiesto i rappresentanti della Cdl, ma il presidente della Regione ha deciso di dimettersi.

Comunque, anche se ciò non fosse accaduto, il governo nazionale la sua scelta l'aveva fatta. Ieri mattina, in apertura del Consiglio dei ministri, Prodi ha affrontato la vicenda spiegando di ritenere “normale che si proceda alla destituzione, così come prevede la legge” e di essere “in attesa dei pareri dei giuristi”. L'unica incognita riguarda la possibilità di emettere una delibera o invece limitarsi a una semplice “presa d'atto” della relazione inviata due giorni fa dal commissario di Stato Alberto Di Pace. A lui la procura di Palermo aveva trasmesso il dispositivo della sentenza e gli atti necessari all'avvio dell'iter della sospensione. Sul tavolo di Prodi anche la lettera di Antonio Di Pietro che lo aveva sollecitato a intervenire ritenendolo un adempimento automatico. A sostegno di questa tesi, c'è anche una sentenza della Corte Costituzionale secondo cui la sospensione immediata è un atto che rientra nell'ordinaria amministrazione per la quale Prodi - sfiduciato dal Senato - è tuttora in carica.

La quatione, tuttavia, oramai è assolutamente superflua. Le dimissioni ci sono state e quindi non rimane altro che aspettare l'inizio dell'iter legislativo regionale, che in caso di dimissioni del presidente della Regione siciliana prevede lo scioglimento dell'Assemblea e nuove elezioni per i 90 componenti dell'Ars. Sempre secondo le norme, il presidente può essere sostituito dal suo vice (Lino Lenza dell'Mpa) in casi di assenza o di morte. Ma non vengono contemplate in maniera esplicita le dimissioni, spiegano negli uffici dell'Ars: "E' un vulnus legislativo che apre un'altra possibilità e cioè che sia lo stesso Cuffaro a gestire l'ordinaria amministrazione fino alle elezioni, che potrebbero tenersi in primavera".

Mai cannoli furono tanto indigesti...
Buoni, freschi, dolci e profumati quei cannoli con il qale è stato immortalato il presidente Cuffaro, giussto all'indomani della sentenza di condanna a cinque anni di reclusione. Cannoli dolcissimi che gli sono costati tanto, troppo, dice lui.
"Mi hai rovinato", ha detto amaramente Cuffaro a Michele Naccari, il fotografo che lo ha immortalato in una sala di Palazzo d'Orleans con in mano il un stracolmo di cannoli. L'aveva appena sollevato, come se volesse offrire cannoli a tutti per la gioia di avere scansato l'accusa di avere favorito Cosa Nostra. Una foto che ha fatto il giro del mondo...
A Palermo, il giorno della sentenza, tutti gli amici e i sodali lo avevano difeso e perdonato per quelle colpe comunque riconosciute dalla Giustizia, ma quella foto poi, è sembrata una beffa e un atteggiamento irrispettoso anche a chi lo ha sostenuto e a chi lo ha votato.

In una articolo pubblicato stamane da Repubblica, il giornalista Attilio Bolzoni racconta come, in verità, il governatore sia scivolato in una trappola... preparata da lui stesso:
“Una settimana dopo lo show nelle sale di Palazzo d'Orleans - e le polemiche su un Totò Cuffaro favoreggiatore che a tutti i costi non vuole mollare la guida della Regione siciliana - vi raccontiamo come sono andate le cose e come quei cannoli sono arrivati sul tavolo dove lui provava a spiegare che non aveva mai passato informazioni segrete ai boss di Cosa Nostra.
Il governatore è scivolato in una trappola. Una trappola che ha preparato lui stesso. Totò è finito prigioniero del suo "sistema", del suo modo di fare politica, incastrato da quella stessa straordinaria macchina clientelare che proprio lui ha messo in piedi in ogni provincia della Sicilia e che quel sabato mattina - attraverso casuali emissari - gli ha recapitato il vassoio di cannoli. Quello che gli è rimasto sulla pancia
[...] Il suo calvario è cominciato proprio quella mattina, il giorno dopo la sentenza. La cialda l'avevano farcita di ricotta all'alba, nel laboratorio di pasticceria del Motel San Pietro a Castronovo di Sicilia, sulla statale 189 che da Agrigento porta a Palermo. Un'ora dopo alcuni vecchi amici di Totò erano partiti da Raffadali, il paese del governatore, per andare a salutare il loro presidente a Palazzo d'Orleans. "Lo fanno sempre, ogni settimana", ha spiegato Silvio Cuffaro, fratello di Totò e sindaco di Raffadali. A metà strada, sabato scorso gli amici si sono fermati al Motel San Pietro e hanno scelto i cannoli (quelli di ricotta di pecora) da omaggiare al governatore. Così il vassoio maledetto è finito a Palazzo d'Orleans. Verso le 10 del mattino i commessi della presidenza della Regione hanno scartato il pacco e sistemato due vassoi (in uno c'erano paste di mandorla) sulle scrivanie dove i giornalisti erano in attesa del governatore per la conferenza stampa dopo la fine del processo. Nessuno ha dato peso a quei cannoli profumati. Nemmeno i suoi stretti più collaboratori, che erano tutti lì intorno [....] Nessuno li ha fatti sparire dai tavoli. Nessuno li ha portati via, sottratti alla vista di giornalisti e fotografi. Al contrario sono rimasti lì, preda dei più ingordi. In verità è stato proprio Totò Cuffaro ad alzare il vassoio per appoggiarlo da qualche parte. E' stato in quel momento che Michele Naccari ha scattato una decina di foto: il governatore sorridente con i cannoli in mano [...].

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26 gennaio 2008
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