Mai fuggito in Libano...
Marcello Dell'Utri impugnerà la sentenza davanti alla Corte europea dei diritti dell'uomo
Sono state rafforzate le misure di sicurezza nell'ospedale Al Hayat nel sud di Beirut, dove Marcello Dell'Utri è ricoverato in stato di detenzione, mentre le autorità libanesi accelerano i tempi per l'estradizione, prevista nei prossimi giorni. Due agenti armati di mitra rimangono di guardia davanti alla porta chiusa della stanza al quarto piano dove l'ex senatore di Forza Italia è ospitato. Il loro comandante, invece, esce solo un attimo da dentro la stessa stanza per dire che nessun contatto è possibile con il paziente ricoverato.
Venerdì scorso il ministro della Giustizia libanese, Ashraf Rifi, ha detto di ritenere che la consegna di Dell'Utri all'Italia potrebbe già avvenire giovedì, una volta completate le procedure istituzionali per la richiesta giunta dall'Italia. Il tempo che il relativo decreto sia firmato anche dal ministro delle Finanze - che deve approvare i costi di ogni operazione, seppur minimi - dal primo ministro e dal presidente della Repubblica (LEGGI).
Dell'Utri, in una nota inviata dal suo legale Giuseppe Di Peri, ha commentato le procedure di estradizione richiesta dal governo italiano nei suoi confronti. "Come ho sempre detto, e come confermato dall'evoluzione di questa assurda vicenda, la decisione di recarmi in Libano non è stata determinata dall'intendimento di sottrarmi all'esecuzione della pena". "Posto che, altrimenti, non avrei scelto un Paese legato da un accordo d'estradizione con l'Italia viaggiando - ha aggiunto - con il mio passaporto, e comunicando a tutti col mio telefono cellulare che mi trovavo a Beirut presso l'hotel Phoenicia, fatto che possono testimoniare i numerosi interlocutori compreso il mio ufficio e non escluse anche le intercettazioni che saranno state predisposte al riguardo".
Dell'Utri impugnerà la sentenza che lo riguarda davanti alla Corte europea dei Diritti dell'Uomo. "Pur contestando la sentenza pronunciata nei miei confronti, ho chiesto - ha annunciato Dell'Utri - ai miei avvocati libanesi di non frapporre alcuna iniziativa legale che possa risolversi in un motivo di contrasto, o di ritardo, all'esecuzione dell' estradizione, essendo mio fermo intendimento di tornare in Italia per scontare la pena che mi è stata comminata".
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