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Malasanità, polemiche e giustizia

Se le istituzioni iniziano a litigare su numeri e percentuali dietro le quali ci stanno persone

29 ottobre 2010

Vogliamo parlare di malasanità e della polemica innescata dai dati della Commissione parlamentare d'inchiesta sugli errori in campo sanitario e i disavanzi sanitari regionali diffusi dall'Adnkronos Salute. Cifre che vedono ai primi posti della triste classifica sui casi di presunta "cattiva sanità" la Sicilia.  
Ne vogliamo parlare riportando, innanzi tutto, un fatto di cronaca, o meglio, l'epilogo di un fatto di cronaca accaduto ad una donna di Sciacca (AG), Accursia Attardi, spirata a 31 anni, mentre era in attesa del primo figlio, dopo essere rimasta incinta grazie alla fecondazione assistita.
Il giudice monocratico della prima sezione del Tribunale di Palermo, Fabio Licata, ha inflitto 4 anni e 6 mesi ciascuno al primario della Ginecologia dell'Imi (Istituto materno infantile) del capoluogo siciliano, Giuseppe Catalano, e al suo ex aiuto Corrado Tiberio, oggi primario al Sant'Antonio Abate di Trapani. L'accusa, alla quale è seguita la condanna, l'aver abbandonata a se stessa la giovane donna per circa 24 ore, fino a quando non morì. Dopo il decesso i due medici cercarono di nascondere la verità sulla drammatica fine di Accursia Attardi.
A un altro medico, Renato Venezia, il giudice ha dato un anno e tre mesi e poi un anno ciascuno a Eduardo Spinnato, Innocenza Montalto, Vincenzo Minnella e Fulvio Mannino. Assolti invece Maurizio Busè e Girolamo Guarneri.
Per tutti i condannati, a parte i due primari e Spinnato, le pene sono state sospese, ma a Renato Venezia il giudice ha applicato la sospensione a condizione che accetti di svolgere lavori socialmente utili non retribuiti per tre mesi. Disposti anche risarcimenti per le parti civili (da liquidare in sede civile), rappresentate dagli avvocati Salvatore Petronio e Tommaso Greco.
Accursia Attardi morì nell'aprile del 2004 all'Imi: seguita a Bologna, era stata colta da sindrome da iperstimolazione ovarica e si era rivolta ai medici palermitani. In ospedale, secondo quanto affermato dai periti ascoltati durante il processo, non avrebbe ricevuto assistenza alcuna e le cure necessarie.

Dopo aver raccontato un fatto di indubbia malasanità, possiamo passare alle cifre e alla polemica di cui abbiamo parlato all'inizio.
Diciamo subito che, secondo la Commissione parlamentare d'inchiesta sugli errori in campo sanitario e i disavanzi sanitari regionali presieduta da Leoluca Orlando, i fattori principali che creano il terreno per errori e casi di malasanità sono le criticità strutturali e finanziarie: il record di questi casi appartiene alla Sicilia a cui, secondo i dati resi noti dalla commissione parlamentare, ne vanno ascritti 52, di cui 38 si sono conclusi con la morte del paziente. Stiamo parlando di casi che si sono verificati tra l'aprile 2009 e metà settembre 2010 e che sono attualmente all'esame della commissione. Dopo la Sicilia c'é il Lazio, con 9 casi e 6 decessi, e la Calabria, 8 casi e 5 decessi.

Questi dati hanno fatto arrabbiare l'assessore regionale alla Salute, Massimo Russo. "La commissione errori sanitari presieduta da Leoluca Orlando non so quale metodo abbia seguito per ottenere questi numeri che non riconosco e che smentisco categoricamente". Russo ha convocato una conferenza stampa nel corso della quale ha confutato i dati diffusi dalla commissione. "I casi sentinella - ha aggiunto Russo - non sono 52 ma 31 e i decessi non 38 ma 8. Oggi la Sicilia è sputtanata su tutte le prime pagine dei giornali: un giudizio ingeneroso che nasce da una metodologia sbagliata frutto di una non lealtà istituzionale e di una cultura giustizialista". Per Russo "si confondono le denunce con i casi di malasanità accertati e sono rapportati in una graduatoria inammissibile tra regioni non tenendo conto del numero della popolazione e dei ricoveri". "E' inaccettabile questo clima di procurato allarme - ha precisato Russo - che mina il lavoro di chi fa la buona sanità. Sparare nel mucchio non serve a nessuno e posso sfidare la Commissione a confrontarci sui dati. Bisogna essere cauti con i numeri - ha concluso -: molto spesso, infatti, su 10 denunce dei cittadini, 7 sono infondate". "I nemici della Sicilia sono quelli che ci hanno lasciato in eredità questo sistema e quelli che non riconoscono ciò che di buono è stato fatto e che ancora si farà" ha detto ancora l'assessore regionale alla Salute. "Posso pensare che la Commissione sugli errori sanitari - ha aggiunto - abbia diffuso questi dati per qualche motivo specifico, anche se non so quale possa essere. A chi può servire, infatti, alzare polveroni mediatici e creare un clima di terrore? Non certo ai cittadini, ai medici e all'immagine della stessa Sicilia". Per Russo "in questo modo si mina solo il rapporto di fiducia che ci deve essere tra medici e pazienti e il clima di serenità nel quale devono lavorare gli operatori sanitari".

La replica di Leoluca Orlando non si è fatta attendere: "Il ruolo istituzionale che ricopro m'impedisce di censurare il tono usato dall'assessore regionale alla Salute, Massimo Russo, che continua ad essere l'unico assessore che non ha compreso il ruolo istituzionale della Commissione parlamentare d'inchiesta sugli errori e disavanzi sanitari che acquisisce dati sulla base di relazioni fornite dai governi regionali". "Bisogna ricordare che - ha continuato - la commissione è in attesa di ricevere risposta a decine di richieste di relazioni rivolte all'assessore, oppure ai direttori generali competenti". "Il ruolo istituzionale che ricopro m'impedisce di fare polemiche - ha precisato - sull'infelice espressione di 'cultura giustizialista''. Per Orlando, "se per giustizialismo si intende il rispetto dei diritti dei cittadini, a cominciare da quello della tutela della salute, non posso che ringraziare l'assessore Russo, questa volta non a titolo personale, ma dell'intera commissione. L'adozione di scelte organizzative e funzionali adeguate è il modo migliore per evitare sprechi, abusi e per rispettare il diritto alla salute previsto dalla Carta costituzionale".
Russo ha quindi controreplicato: "Anche io ricopro un incarico istituzionale e ho il dovere di difendere la sanità siciliana da accuse false e infondate che creano allarme sociale e un clima di sfiducia. In conferenza stampa ho correttamente diffuso i 'veri' dati relativi ai casi di malasanità, verificati con il Ministero: Orlando, invece, non offre alcun dato e non precisa da dove ha attinto le cifre diffuse ieri. Anzi, ammette di attendere ancora dalla Regione chiarimenti su decine di richieste. E allora di quali dati parla? E perché lo fa?". "Se Orlando non ha gradito i toni decisi con cui oggi ho difeso la Sicilia - ha aggiunto Russo - sappia che i suoi toni sono sicuramente più gravi per la 'sua' Sicilia, alla quale certamente non ha reso un servizio con le dichiarazioni di ieri. E da lui non accetto certo lezioni in termini di tutela dei diritti dei cittadini. Al presidente Orlando inoltre ricordo che non è opportuno sfruttare un'importante carica istituzionale come la sua per 'disporre subito l'attivazione del servizio di logopedia presso il distretto sanitario di Petralia Sottana' come ci ha fatto sapere appena lunedì scorso attraverso le agenzie: è compito della sua commissione la programmazione sanitaria? Vuole forse sostituirmi nell'incarico di assessore? Sappiano i cittadini che i nostri uffici sono intasati dalle richieste più disparate avanzate dal presidente Orlando il quale avrà tutte le risposte che gli competono, come sempre supportate da fatti concreti".

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ing, Ansa, La Siciliaweb.it]

 

 

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29 ottobre 2010
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