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Maledetta malasanità

In Sicilia l'inadeguatezza del servizio sanitario continua a mietere vittime. La scorsa settimana sono morti altri due neonati

16 gennaio 2006

Il dramma della malasanità in Sicilia purtroppo continua a mietere vittime. Alla fine della scorsa settimana l'aiuto che, chiunque pensa, deve fornire la sanità per evitare tragedie si è trasformato tragicamente, e ancora una volta, in colpevole inadeguatezza. Due nuovi casi che ravvivano le polemiche sulle pecche dell'assistenza sanitaria siciliana e che gettano nello sconforto due famiglie e lasciano sbigottiti e impauriti un'intera regione.
A morire sono stati due neonati, uno venerdì alle 14 a Palermo, dopo il trasporto notturno in elisoccorso da Canicattì (in provincia di Agrigento), e l'altro l'indomani a Messina.

I genitori del neonato messinese hanno presentato un esposto alla polizia, citando il personale del reparto di Neonatologia del Policlinico di Messina. Il bimbo, secondo i genitori, non soffriva di particolari patologie, ma di una leggera itterizia. Nato sei giorni fa, nel pomeriggio di sabato era stato portato fuori dalla sala nido da un'infermiera per la poppata e circa un'ora dopo è morto improvvisamente. Il direttore del policlinico, Giuseppe Materia, ha detto che sarà aperta un'inchiesta interna per chiarire la vicenda.
La totale inadeguatezza del servizio sanitario siciliano invece, sembra esserci dietro la morte di Giuseppe, figlio di una coppia di Grotte (AG). La mancanza dell'unità di terapia intensiva neonatale nell'Ospedale Barone Lombardo di Canicattì (AG) e forse un ritardo nell'arrivo dell'elisoccorso da Messina si sono rivelati fatali per il piccolo, morto venerdì nel Policlinico di Palermo.
Le drammatiche fasi della nascita e del trasporto da Canicattì a Palermo sono raccontate da A. B., la zia: ''Nell'ospedale di Canicattì mia cognata è arrivata giovedì scorso su indicazione del suo ginecologo che aveva visto, attraverso un tracciato, che c'era qualcosa che non andava nella gravidanza. I sanitari del nosocomio hanno ripetuto l'esame ed hanno deciso per il parto cesareo. Giuseppe è nato alle 23 dello stesso giorno''.
''Dopo il parto - continua la donna, sorella del padre del bimbo, un forestale di 35 anni - i medici ci hanno detto che era necessario portarlo subito a Palermo. Hanno sostenuto di avere cercato di ricoverarlo nell'ospedale di Caltanissetta ma di non avere trovato posto''. Il trasporto è stato effettuato con l'elisoccorso di Messina, l'unico in dotazione al 118 con il sistema di atterraggio verticale. ''Giuseppe - dice la zia - è partito alle 2,45 da Canicattì ed è arrivato alle 4 di mattina di venerdì all'ospedale Cervello di Palermo''. Il ritardo, hanno informato i sanitari, è stato causato dal maltempo e dalle scarse condizioni di visibilità che hanno provocato oltre un'ora di ritardo sulla tabella di marcia. ''Alle 14 ci hanno comunicato - racconta - che Giuseppe era morto''.
I familiari del neonato non hanno ancora presentato denuncia. ''Stiamo raccogliendo la documentazione - conclude - Non sappiamo cosa sia accaduto e non vogliamo scaricare responsabilità su alcuno. E' inutile attaccare le persone se non si è a conoscenza di come esattamente siano andate le cose''. I genitori di Giuseppe hanno un'altra figlia di dieci anni.

Per Mario Re, primario della prima Rianimazione del Civico di Palermo e responsabile del '118' regionale, ''il servizio ha funzionato alla perfezione. Purtroppo dobbiamo attenerci alle prescrizioni. Nell'elipista nissena può alzarsi in volo solo un elicottero a decollo verticale e questo era a Messina. A Caltanissetta c'è un altro di questi velivoli ma funziona per 12 ore''. Secondo il medico il fatto che a Caltanissetta l'elicottero funzioni solo 12 ore è dovuto alle prescrizioni decise dai decreti del 2001 dell'assessorato regionale alla Sanità. ''Quello che non capisco - ha aggiunto Re - è perché il neonato non sia stato mandato a Palermo con l'ambulanza. La stima è che l'automezzo arrivi da Canicattì in 50 minuti. Un elicottero percorre il tragitto da Messina a Canicattì e poi a Palermo in circa 80 minuti''.

Alle ennesime, tragiche notizie sulla sanità siciliana, la reazione del ministro della salute Francesco Storace, non si è fatta attendere: ''È bene che l'assessorato, anziché offendersi quando il ministero della Salute richiede interventi concreti, li metta in atto''. Gravissimo è inoltre, secondo il ministro, il fatto che nelle vicinanze mancasse un servizio di 118 e che questo sia dovuto giungere da Messina. ''C'è una cosa che ho apprezzato - ha aggiunto Storace - ed una che va invece chiarita immediatamente: è apprezzabile che l'assessorato alla sanità abbia aperto un'inchiesta, ma mi chiedo se ci si rende conto della gravità del fatto che il servizio 118 non fosse disponibile nella zona e che sia dovuto giungere da Messina. Questo - ha proseguito il ministro - è incredibile''. Quindi, ha concluso Storace, ''è bene che l'assessorato metta in atto interventi concreti, invece di offendersi quando questi vengono sollecitati dal ministero''.

Alle parole del ministro ha subito risposto l'assessore regionale alla Sanità Giovanni Pistorio che ha detto: ''Aderendo alle prescrizioni ministeriali e alle esigenze di programmazione imposteci proprio dal ministero, la Regione siciliana ha definito con delibera di giunta del 22 dicembre scorso, un preciso piano di distribuzione delle Utin (Unità di Terapia Intensiva Neonatale) nell'isola''. ''Come il ministero ben sa - ha aggiunto Pistorio - ad Agrigento c'è una neonatologia ma non una Utin. Il centro di riferimento per l'area di Agrigento, Caltanissetta ed Enna, è la Terapia Intensiva Neonatale dell'Umberto I di Enna. Non si poteva, dunque, cercare ad Agrigento un posto che non c'è e non poteva esserci''. "Accerteremo con assoluto rigore - ha continuato l'assessore - perché dall'ospedale di Canicattì si sia scelto il trasferimento verso Palermo, e sanzioneremo con altrettanto rigore eventuali responsabilità che dovessero emergere''.
L'indagine aperta dall'assessorato regionale alla sanità vuole comprendere ''il motivo a causa del quale il neonato è stato indirizzato a Palermo invece che al centro di Unità di terapia intensiva neonatale di Enna''. L'assessorato ha avviato anche le verifiche sul trasporto del neonato e, secondo i primi dati, pare che i tempi di risposta del servizio eliambulanze del 118 siano stati corrispondenti a quelli previsti dal protocollo.

Il servizio di elisoccorso siciliano dispone di 4 basi di pronto intervento, 3 delle quali abilitate al volo notturno. L'elipista di Canicattì può ospitare solo elicotteri a decollo verticale.
I mezzi erano disponibili a Caltanissetta e Messina, ma la prima base non è abilitata al volo notturno. ''La chiamata da Canicattì - dice l'assessorato - è partita alle 23,36. Il protocollo stabilisce un intervento fra i 40 ed i 50 minuti e l'elicottero era a destinazione da Messina in 50 minuti nonostante le condizioni climatiche avverse''.

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16 gennaio 2006
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