Malta e Sicilia legate dall'archeologia
Affascinanti i risultati del progetto KASA per uno sviluppo del turismo culturale
Necropoli preistoriche e tardo antiche scavate nelle rocce, abitazioni rupestri, chiese bizantine e tonnare: strutture che si ritrovano a Malta e negli Iblei, in Sicilia, esempi di un comune linguaggio tra le due Isole. Questo è emerso da un censimento, presentato lunedì 23 giugno, a Catania e Siracusa, compiuto nell'ambito del progetto K.A.S.A. (Koinè Archeologica, Sapiente Antichità) che ha coinvolto tre partner: il corso di laurea in Scienze dei Beni culturali di Siracusa (Università di Catania), l'Università di Malta e l'Officina di studi medievali di Palermo (leggi).
Lo studio ha rilevato 99 siti archeologici che fanno parte di reti minori, a Siracusa e Ragusa: 48 risalenti all'epoca preistorica e 51 al periodo post classico (dal 300 al 500 d.C.). Si tratta di luoghi non considerati dalle guide turistiche come i comuni di Rosolini e Scicli, rimasti al di fuori dei circuiti turistici archeologici.
A Malta, invece, le ricerche si sono concentrate soltanto su alcuni monumenti come la tonnara Mellieha, la chiesa rupestre di San Leonardo, il complesso sotterraneo Wignacourt di Rabat. In quest'ultimo caso, l'esame complessivo e il rilievo sono stati realizzati dalla facoltà di Lettere e filosofia e dal Dipartimento di ingegneria civile e ambientale di Catania. Nella mappa, oltre alle informazioni che riguardano la bibliografia, la descrizione del reperto e il rilievo sono indicate l'accessibilità e la conservazione del monumento.
"L'inserimento di questi siti minori - afferma il professore Pietro Militello, capo progetto - può aggiungere interesse ai percorsi ormai consolidati di Siracusa classica, Noto barocca, Ragusa Ibla. Di ogni sito adesso esiste una schedatura da sottoporre alle agenzie di viaggi e ai tour operator per realizzare dei veri e propri itinerari turistico- culturali". "Credo - ha proseguito Militello - che gli Enti di ricerca, l'Università e le Soprintendenze abbiano un ruolo specifico nella riqualificazione dei flussi turistici che è quello della selezione rigorosa dei dati e della loro interpretazione. Il progetto vuole rinsaldare le origini che da sempre hanno legato le due Isole per creare questa consapevolezza di patrimonio diffuso che esiste tra Malta e Sicilia".
Un tipico esempio di patrimonio diffuso sono le catacombe di Wignacourt che erano rimaste oscurate dalle vicine e più famose catacombe di San Paolo: l'Officina di Studi Medievali di Palermo ha curato un depliant turistico-culturale del museo e delle catacombe di Wignacourt in italiano ed in inglese per una larga diffusione.
Sulla via della cristianizzazione e della predicazione di San Paolo, i partner di K.A.S.A. hanno individuato un itinerario integrato attraverso le catacombe di Rabat e quelle di Siracusa. Un tentativo di sintesi di questi studi, inoltre, è rappresentato dalla pubblicazione di nove volumi, in italiano e inglese, curati sempre dall'Officina di studi medievali di Palermo. Della prestigiosa collezione fa parte anche un decimo volume (brochure), bilingue, di presentazione del progetto e dei suoi risultati.
"Sia le pubblicazioni che il database dei 99 siti - dice il professore Alessandro Musco, presidente dell'Officina di studi medievali - una volta completate le ultime attività del progetto, saranno disponibili in rete, così chiunque in piena autonomia potrà costruire dei percorsi turistici interattivi nella zona degli Iblei".
In questi due anni, la raccolta dei dati è stata integrata da convegni, laboratori didattici per studenti delle due Università, tirocini di archeologia e di rilievo a Malta e in Sicilia. Un gruppo di studenti maltesi ha preso parte ad un viaggio di istruzione nel territorio siracusano attraverso località al di fuori dei tradizionali circuiti turistici. Il censimento non si è limitato semplicemente alla schedatura dei siti archeologici minori ma ha rilevato anche un patrimonio immateriale: dalla geografia marittima e urbana attraverso la cartografia navale e terrestre tra Sicilia e Malta, alle pitture connesse al mare che si trovano nei santuari, i cosiddetti ex voto di marinai scampati a naufragi.
Gli studiosi siciliani si sono concentrati sulle tecniche di costruzione, utilizzate dai Maestri maltesi nella ricostruzione dopo il terremoto del 1693 nelle zone del siracusano e ragusano. "Per la prima volta a Malta - afferma Anthony Bonanno dell'Università di Malta - è stato compiuto uno studio approfondito sugli strumenti litici nella preistoria, conservati attualmente nel Museo nazionale di La Valletta. Particolare attenzione è stata rivolta anche alla storia delle tonnare maltesi". [Aise]