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Manette per il boss ''sindacalista'' di Partanna-Mondello

Francesco Franzese, inserito nella lista dei 100 ricercati più pericolosi d'Italia, è stato arrestato

03 agosto 2007

Latitante dal 26 luglio dell'anno scorso perché ricercato per omicidio e già condannato all'ergastolo per associazione mafiosa dalla Corte d'Assise di Messina subito dopo la sentenza dell'inchiesta 'Mare Nostrum', le ultime notizie su Francesco Franzese, 49 anni, boss di Partanna-Mondello e inserito nell'elenco del Ministero dell'Interno dei cento ricercati più pericolosi in Italia, si erano avute all'inizio di questa estate. I carabinieri, nel corso di un controllo a campione nei cantieri edili palermitani, hanno scoperto che Franzese aveva avuto rapporti di lavoro con uno di questi cantieri, ricoprendo tempo prima le mansioni di capo-cantiere nonché ''responsabile per la sicurezza dei lavoratori''. Franzese, inoltre, sarebbe stato il rappresentante sindacale degli operai.
Insomma, braccato dalla Giustizia, piuttosto che trascorrere la sua latitanza nascosto Franzese aveva scelto di impegnare il tempo lavorando come capo cantiere,  un'attività ''pulita'' che affiancava a quella della gestione delle estorsioni nella zona di San Lorenzo.

Ieri la latitanza di ''Franco di Partanna'' è finita: è stato infatti arrestato dagli agenti della Squadra Mobile in una villetta di via Salerno, alla periferia di Palermo. Il latitante si nascondeva nell'abitazione di due coniugi, anche loro arrestati, Nadia Costanzo, 23 anni, e Giacomo Spatola, 28 anni, e Antonino Nuccio, 46 anni, che al momento del blitz si trovava con loro. Nella casa c'era anche la figlia dei due coniugi, una bimba, che è stata portata in questura.
Al momento dell'irruzione dei poliziotti in borghese, il boss ha temuto si trattasse di un'esecuzione organizzata dai clan rivali. Ma, una volta capito di trovarsi di fronte alla polizia e di non aver possibilità di fuga si è consegnato ammettendo subito di essere l'uomo che cercavano e non opponendo alcuna resistenza.

Nel covo di via Salerno gli investigatori hanno trovato dei ''pizzini'', lettere e biglietti scambiati con il boss mafioso Salvatore Lo Piccolo, capo mandamento della zona di San Lorenzo, latitante da oltre 20 anni e possibile successore, insieme a Matteo Messina Denaro, di Bernardo Provenzano. Inoltre sono stati scoperti libri e registri con le cifre e i nomi delle persone che subivano le estorsioni e apparati elettronici che servivano per individuare la presenza di microspie. Secondo gli inquirenti è probabile che il boss stesse preparando un agguato, anche se non si sa ancora quale fosse l'obiettivo.
Per il questore di Palermo, Giuseppe Caruso, che ha coordinato l'operazione insieme al capo della Mobile, Piero Angeloni, ''l'arresto di Franzese è un nuovo colpo alla mafia perché da quanto emerge dal materiale sequestrato si scopre un ruolo molto importante che rivestiva nella dinamica interna a Cosa nostra''. ''Franzese - ha aggiunto il questore - è un personaggio che decide e allo stesso tempo esegue. Tutto ciò ci viene confermato anche dalla corrispondenza ritrovata nel covo, non solo con il latitante Salvatore Lo Piccolo ma anche con altri capimafia di Palermo''.

''E' una nuova importante dimostrazione dell'efficienza delle forze di polizia e della capacità dello Stato di opporsi con forza alla mala pianta della criminalità'', ha detto il ministro della Giustizia Clemente Mastella in una nota.

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03 agosto 2007
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