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Mangiar bene nel Mondo. Francia e Italia sono le ''destinazioni della golosità'' più ambite

E nell'immaginario mondiale la cucina Siciliana raggiunge quella Toscana

10 dicembre 2005

Quando si parla di cucina e di mangiar bene due sono i Paesi che mondialmente vengono riconosciuti insuparabili, e questi sono l'Italia e la Francia. Due Paesi da sempre rivali per quanto riguarda l'arte culinaria e la qualità dei vini, ma che ormai registrano poche differenze, almeno per quel che riguarda il riconoscimento di ''destinazioni più ambite per la golosità nel mondo''.
Tutto ciò viene rivelato da un sondaggio pubblicato sul numero di dicembre del mensile ''Gambero Rosso'' al quale hanno partecipato oltre 60 ''opinion maker'' dell'enogastronomia mondiale.

Se la Francia è in testa, l'Italia è oramai ad un soffio e tra le regioni più sognate, la Sicilia raggiunge in vetta la Toscana. All'indagine, curata da Rosario Scarpato, hanno collaborato giornalisti, direttori di media, imprenditori, esperti e accademici di 27 paesi che, messi insieme, - rileva la rivista - avrebbero un audience di oltre un miliardo di persone sparse in ogni angolo del mondo.
Dall'indagine emerge, inoltre, che è in atto uno storico cambio epocale: gli antiquati spaghetti, 'tomato sauce & meatballs' della Little Italy newyorkese sono quasi scomparsi dall'immaginario gastronomico straniero. L'Italia della gola è oggi associata alla focaccia e alla cosiddetta ''cucina del Nord Italia'', oltre che all'intramontabile pizza. Per quanto riguarda i vini: il più amato dagli stranieri è il Barolo e non il Chianti.

Nell'immaginario globale però - prosegue l'indagine - i prodotti tipici fanno ancora fatica a entrarci. In compenso, a qualunque latitudine, la quasi totalità del campione consuma regolarmente o frequentemente prodotti italiani che evocano universalmente immagini di sapore e qualità. Ciononostante, molti, troppi, degli intervistati (oltre il 50%) tollerano la pirateria contro il Made in Italy: una tendenza preoccupante anche perché il 63% consuma personalmente i prodotti contraffatti presentati come italiani.
L'indagine sottolinea anche un aspetto negativo: i grandi cuochi italiani, da Heinz Beck a Gennaro Esposito, da Annie Feolde a Fulvio Pierangelini, sono degli ''emeriti sconosciuti'' all'estero. A livello globale, inoltre, si va diffondendo sempre di più l'idea che si ''può fare buona cucina italiana fuori dall'Italia e, per di più, senza un cuoco italiano''. E ancora: solo poco più del 10% degli opinion maker stranieri pensa che il costo di una vacanza enogastronomica in Italia sia competitivo.

E il futuro quale sarà? L'Italia - conclude l'indagine di gambero Rosso - ha i numeri per un sorpasso definitivo della Francia come prima superpotenza gastronomica del mondo. La concorrenza da temere è semmai quella dalla Spagna e dalla lontana Australia.

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10 dicembre 2005
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