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Marcello Dell'Utri condannato a sette anni di reclusione

L'ex senatore Pdl riconosciuto colpevole di concorso esterno in associazione mafiosa

25 marzo 2013

AGGIORNAMENTO
I giudici della Corte d'Appello di Palermo hanno condannato a 7 anni Marcello Dell'Utri, accogliendo la richiesta del pg Luigi Patronaggio.

"Il romanzo criminale continua...", ha commentato a caldo Dell'Utri. "Naturalmente speravo in un'assoluzione - dice - ma sapevo anche che poteva essere una condanna. Ne prendo atto. Accettiamo il verdetto emesso dai giudici. Leggeremo bene la sentenza".
E alla richiesta dei giornalisti se continua ad avere fiducia nella giustizia, Dell'Utri replica: "Fiducia è una parola grossa, continuo ad avere tranquillità perché tanto il percorso non lo posso modificare".
"Dopo 20 anni nulla ci coglie più di sorpresa, ma siamo amareggiati. Auspicavamo un esito favorevole già in questo grado, faremo ricorso in Cassazione come avrebbe fatto il procuratore generale in caso di assoluzione". Lo ha detto l'avvocato Giuseppe Di Peri, legale dell'ex senatore.
Dell'Utri, presente in aula, era accusato di concorso esterno in associazione mafiosa. L'ex senatore del Pdl si era presentato all'aula bunker con un occhio molto arrossato e quando i giornalisti gli avevano chiesto se avesse l'uveite, era scoppiato a ridere, dicendo: "Chissà, magari mi sono fatto venire l'uveite per solidarietà...". Ma poi, tornato serio, aveva spiegato: "Credo sia una forma di semplice congiuntivite".

"Questa è una sentenza che rende giustizia a un lavoro molto impegnativo svolto, ci riteniamo soddisfatti", ha commentato il pg Patronaggio. "Sostanzialmente la sentenza di condanna a 7 anni per Dell'Utri è una conferma della sentenza di secondo grado, è stata riconosciuta la responsabilità penale per il periodo che arriva fino al 1992. Dobbiamo leggere le motivazioni, poi le singole condotte che vengono ascritte al condannato", ha aggiunto Patronaggio. E alla domanda se la Procura generale chiederà l'arresto dell'imputato, Patronaggio ha replicato: "Questo non è dato sapere...".
Intanto, la Corte ha condannato l'ex senatore a risarcire le spese legali delle parti civili che si erano costituire contro di lui, il Comune e la Provincia di Palermo. Al Comune Dell'Utri dovrà versare 7.800 euro, mentre alla Provincia dovrà rimborsarne 3.500.


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Concorso esterno in associazione mafiosa

Oggi la sentenza d'appello del processo all’ex senatore Marcello Dell’Utri

I giudici della terza sezione della corte d'appello di Palermo, presieduta da Raimondo Lo Forti, sono in camera di consiglio per decidere il processo per concorso in associazione mafiosa all'ex senatore del Pdl Marcello Dell'Utri.
La corte si è ritirata nell'aula bunker del carcere Pagliarelli dopo la replica del pg e dei legali dell'imputato, gli avvocati Giuseppe Di Peri, Pietro Federico e Massimo Krogh.
Per il procuratore generale Luigi Patronaggio, pubblica accusa al processo, "i cittadini hanno bisogno di certezze. Devono sapere se Dell'Utri è stato un mestatore e un colluso o la vittima di una giustizia malata". Sull'eventualità che le accuse vengano dichiarate prescritte il pg ha detto: "resterebbe oscura una pagina importante della storia del Paese".
Il magistrato ha voluto ribadire che il processo all'ex senatore non è stato un processo politico. "La mia requisitoria - ha aggiunto - ha subito attacchi esterni scomposti forse perché pronunciata durante la campagna elettorale, ma i tempi della giustizia seguono logiche interne".

"Dell'Utri si sta giocando tutta la vita in questo processo", ha ammonito l’avvocato Massimo Krogh. Il penalista ha contestato la credibilità di alcuni testi dell'accusa e ha aggiunto: "Dell'Utri è sotto processo da 20 anni. Persone meno forti avrebbero potuto avere problemi esistenziali fragorosi".
"La difesa deve tener conto della prescrizione - ha aggiunto ribattendo al pg - come mezzo per mettere la parola fine a un calvario. La prescrizione è una istanza subordinata, ma doverosa".

L'udienza si è aperta questa mattina intorno alle 9.30. Secondo l'accusa, Marcello Dell'Utri per 30 anni avrebbe avuto rapporti con Cosa nostra. In particolare avrebbe fatto un 'patto' per la protezione dell'ex premier Silvio Berlusconi.
Dell’Utri ha presenziato all’udienza fin dal mattino "per bere tutto il calice...", ha detto l’ex senatore Pdl. "Mi indignano moltissimo le parole del pg secondo cui la mia cosiddetta carriera nel gruppo Berlusconi sia stata favorita dalla mia conoscenza di mafiosi che mediavo con il presidente Berlusconi. Questa cosa mi indigna sul piano umano e professionale" ha aggiunto Dell'Utri, rendendo dichiarazioni spontanee prima che i giudici d'appello si ritirassero in Camera di consiglio per emettere la sentenza. "Non ho mai chiamato a testimoniare le decine di imprenditori e dirigenti di azienda che mi hanno conosciuto e hanno potuto vedere la crescita e l'invenzione di un'azienda come Publitalia da me costruita, tassello per tassello".

La lunga vicenda giudiziaria di Dell'Utri è iniziata quasi vent'anni fa, nel 1994 con la sua iscrizione nel registro degli indagati. Il 26 novembre del 1996 l'udienza preliminare, quando il gup ha rinviato a giudizio il politico. Il 5 novembre 1997 ha avuto inizio il processo di primo grado, presieduto da Leonardo Guarnotta, che si è concluso a fine 2004 con la condanna di Dell'Utri a 9 anni di carcere. Nel 2006 si è aperto il processo d'appello terminato nel 2010 con una nuova sentenza di condanna, questa volta a 7 anni di carcere. Dell'Utri, secondo i giudici d'appello, è colpevole ma solo per le condotte antecedenti al 1992, anno a partire dal quale non risulterebbero più provati, per la corte, i suoi rapporti con la mafia. La sentenza della Cassazione, invece, arrivata il 9 marzo del 2012, ha in parte ribaltato il verdetto. I giudici annullano la sentenza con rinvio, perché sono ritenute provate le sue collusioni con Cosa nostra al 1977. Confermata, invece, l'assoluzione per le accuse successive al 1992 per le quali la sentenza è definitiva. Il 18 luglio del 2012 ha avuto inizio il nuovo processo d'appello. E alla fine della requisitoria il pg Patronaggio ha chiesto la conferma della condanna a 7 anni del primo processo d'appello.

In caso di condanna anche in Cassazione per lui si aprirebbero le porte del carcere come già avvenuto per Totò Cuffaro. Ma a differenza dell'ex Presidente della Regione Sicilia l'eventuale capitolazione di Marcello Dell'Utri aprirebbe anche un caso politico e sarebbe un ulteriore segnale della fine dell'era berlusconiana. E non tanto perché l'accusa tocchi direttamente l'ex premier, ma perché Dell'Utri è stato pur sempre uno degli artefici dell'avventura di Berlusconi in politica, l'uomo che ha saputo trasformare un'azienda come Publitalia in quella gigantesca macchia elettorale in grado di convincere gli italiani a credere nel grande sogno berlusconiano.

[Informazioni tratte da ANSA, Lasiciliaweb.it, Adnkronos/Ign, Repubblica/Palermo.it, Corriere.it]

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25 marzo 2013
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