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Mare mosso, niente sbarchi

Per il terzo giorno consecutivo a Lampedusa non sono arrivati migranti, ma la situazione del centro di accoglienza rimane molto difficile

16 febbraio 2011

Per il terzo giorno consecutivo non ci sono stati nuovi sbarchi di immigrati a Lampedusa. Le condizioni del mare non sono buone e anche questo, assieme ai rafforzati controlli in Tunisia, da dove proviene finora la quasi totalità dei migranti, ostacola la traversata.
Ci sono tunisini dovunque, per le strade e nel centro. Attualmente nell'isola si trovano circa 1.800 migranti, quasi tutti ospitati nel centro di accoglienza, che è una struttura concepita per 850 posti. Un piccolo numero, invece, si trova negli uffici nell'area marina protetta a ridosso del municipio.
Nel centro del paese si vedono seduti nei bar, sulle panchine, passeggiare per strada, parlare tra loro o con gli abitanti del posto, con i quali al momento non sembra siano sorti problemi. Anzi, i commercianti che in questo periodo di solito non vendono granché, in questi giorni stanno invece facendo affari d'oro, soprattutto gli alimentari e i negozi di abbigliamento.
In assenza di altri arrivi, la priorità resta quella di decongestionare l'isola e il centro di accoglienza: ieri hanno lasciato Lampedusa poco più di 200 persone, con due voli e il traghetto per Porto Empedocle, mentre oggi sono stati sospesi i 4 voli speciali previsti.
Sia il sindaco di Lampedusa, Bernardino De Rubeis, sia le organizzazioni umanitarie continuano a chiedere di intensificare i trasferimenti, anche in vista di futuri nuovi sbarchi. Secondo De Rubeis l'isola "è al collasso. Ce ne sono ancora 1.800 e bisogna fare di tutto per accelerare il loro trasferimento. Il fatto che siano saltati, come pare, i quattro voli in programma oggi mi preoccupa molto. Per ora non ci sono problemi di ordine pubblico e tutti si comportano bene, tranne qualche caso isolato, ma l'isola è piccola e questa situazione non può essere sostenuta ancora per molti giorni". Il sindaco domani parlerà di tutto questo in un incontro a Roma con il ministro dell'Interno Roberto Maroni. De Rubeis parla anche di un "problema igienico-sanitario" nel centro di accoglienza, legato al fatto che non è ancora giunta la grande cisterna con l'acqua: "Tra le altre emergenze, dunque, abbiamo anche quella idrica. Senza parlare della protesta dei pescatori che dura ormai da venti giorni contro 'il caro gasolio' e che per domani minacciano di bloccare porto e aeroporto se non verranno accolte a livello nazionale le loro giuste richieste".
Secondo il primo cittadino di Lampedusa, non solo l'isola deve essere preoccupata di questa ondata di sbarchi ("Che con l'arrivo della bonaccia potrebbe riprendere"), "ma tutta l'Europa, e in particolare preoccupato deve essere l'amico Sarkozy perché l'80% di loro vuole andare in Francia".

Intanto, il Consiglio Italiano per i rifugiati (CIR) si è detto "preoccupato" che un eventuale intervento dell’Agenzia Europea per il controllo delle frontiere – Frontex nella gestione degli sbarchi a Lampedusa possa tradursi in "intercettazioni e respingimenti indiscriminati dei migranti in Tunisia o in altri paesi del nord Africa".
"Se è vero che siamo di fronte a una crisi umanitaria - ha osservato Christopher Hein, direttore del CIR - il ruolo di Frontex dovrà essere limitato ad aiutare le forze italiane nel salvataggio in mare nel caso di naufragi e di condurre le persone in Italia per l’accoglienza almeno temporanea".
Lo stesso Ministero dell’Interno Maroni, ricordano dal Cir, "ha parlato del diritto alla protezione internazionale e al divieto, quindi, di rimpatriare le persone sbarcate. Inoltre, finché persisterà una situazione di instabilità e, almeno in certe regioni della Tunisia, di insicurezza per i cittadini il CIR ritiene che sia da escludere l’invio delle forze dell’ordine italiane allo scopo di impedire le partenze dalle coste tunisine". Per Hein "questa proposta è in contraddizione con le affermazioni del titolare del Viminale sulla necessità di offrire protezione". Il CIR ribadisce tuttavia che "non tutte le persone che provengono dalla Tunisia, e da altri Paesi del Nord Africa, hanno bisogno di protezione. Molti di loro saranno migranti che vedono adesso un’opportunità per arrivare in Italia e in Europa. Per affrontare le cause legate alla spinta migratoria bisognerebbe aprire canali di ingresso regolare attraverso, in primo luogo, la riapertura di quote di ingresso per lavoro in favore di tunisini e di altri lavoratori del Maghreb. Se si offrisse la possibilità di entrare in Italia e in Europa, in Francia prima di tutto, in modo regolare, molte meno persone farebbero ricorso alle vie rischiose e costose dei barconi". D’altra parte, continuano, "ci possono sicuramente essere persone che temono per la loro sicurezza e per questo, insiste il CIR, deve essere garantita l’ammissione temporanea sul territorio italiano di tutti i migranti per poi valutare secondo le regole esistenti le singole posizioni e motivazioni. Nel caso poi che ci sia un ulteriore e forte aumento degli arrivi l’Unione Europea non dovrà limitarsi a offrire i servizi Frontex, ma dovrà condividere significativamente le responsabilità e gli oneri rivedendo, anche alla luce delle condizioni attuali, le regole comunitarie, innanzitutto del Regolamento Dublino, che attualmente fanno si che l’Italia sia l’unico Stato responsabile per l’esame delle richieste di protezione internazionale di persone arrivate sulle nostre coste". (aise)

Il blitz del premier a Mineo... - Ieri matttina il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, e il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, sono stati a Mineo (CT) per un sopralluogo-lampo al Residence degli aranci. Il residence potrebbe essere "il villaggio della solidarietà" in grado di ospitare gli immigrati sbarcati a Lampedusa e coniugare "qualità e sicurezza", come ha detto Berlusconi. Secondo quanto hanno riferito alcune persone presenti, il premier "deciderà nei prossimi giorni" sull'utilizzo della struttura. "Potrebbe essere un esempio di solidarietà a livello europeo". Berlusconi ha poi lasciato Mineo senza fare dichiarazioni né commentare il giudizio immediato sulla vicenda Ruby. Il premier ha scelto di non partecipare alla conferenza stampa a Catania ma di rientrare immediatamente a Roma per impegni improrogabili.
"Abbiamo pensato che la struttura - ha spiegato il ministro Maroni in prefettura a Catania - può essere meglio utilizzata per i rifugiati piuttosto che per i clandestini. Il terremoto istituzionale che si è verificato in Egitto potrebbe provocare ingenti flussi di immigrazione. L'Europa non può rimanere indifferente; prenda una posizione forte e decisa sul piano politico. Non è solo una questione di ordine pubblico e non riguarda solo i ministri dell'Interno, ma i capi di Stato".

Il sindaco di Mineo, Giuseppe Castania, si è detto "preoccupato" per il possibile arrivo nel residence degli Aranci di migliaia di migranti che stanno sbarcando in Sicilia. Davanti il villaggio, in attesa dell'arrivo di Berlusconi, e Maroni, il primo cittadino di Mineo aveva sottolineato anche "la sua amarezza per non essere stato invitato ufficialmente all'iniziativa. In tutta sincerità - ha affermato Castania - la nostra gente già da ieri è in allarme, ed è seriamente preoccupata. Già la nostra economica è in ginocchio e attorno a questo residence ci sono aziende agrumicole e molti agriturismi che durante il periodo di bassa stagione subiscono frutti e saccheggi". "Se a tutto questo - sottolinea il sindaco di Mineo - dovesse aggiungersi un ulteriore potenziale pericolo allora la gente rischierebbe di non andare più nei fondi agricoli. Siamo sinceramente preoccupati e vorremmo quindi delle rassicurazioni, che sicuramente nelle prossime ore o nei prossimi giorni non mancherà alla autorità fornirci". Per Castania "è stata una scortesia istituzionale non avere invitato quella che, in seguito a due decreti emanati dal ministro Roberto Maroni, è la massima autorità locale per la sicurezza: il sindaco. Io ho partecipato, in disparte all'incontro soltanto perché saputo dell'iniziativa sono venuto qui di mia spontanea volontà. Era un mio dovere e diritto esserci perché la priorità che nostra comunità chiede è la sicurezza e lo Stato deve darci questa garanzia".
I timori di Castania sono condivisi dal sindaco di Caltagirone, Francesco Pignataro: "Il potenziale arrivo di migliaia di migranti nel Residence degli aranci di Mineo è una bomba a orologeria che rischia di essere un esempio di ulteriore marginalizzazione", ha affermato. "Sono contrario a creare una sorta di riserva indiana. Caltagirone è una città che è stata sempre pronta all'accoglienza, di fronte all'emergenza Lampedusa siamo stati tra i primi a dichiararsi disponibili. Ieri sera lo abbiamo ribadito in prefettura dando la disponibilità per 50 persone. Quindi non abbiamo alcuna preclusione all'integrazione, ma non si può fare creando situazioni ancora più pesanti di quelle di Lampedusa".


Foto tratta da Qui Mineo.org

Il 'Residence degli aranci' è un villaggio realizzato su circa 18mila metri quadrati in contrada Cucinella di Mineo, nella piana di Catania. Può ospitare diverse migliaia di persone in case dove per un decennio hanno vissuto i marines degli Usa in servizio nella vicina base di Sigonella e le loro famiglie. Al suo interno ci sono anche strutture sportive, per l'aggregazione e i locali per un supermercato. Per queste sue caratteristiche è stato scelto come struttura che potrebbe ospitare i migranti in arrivo in Sicilia dal Nord Africa.
Realizzato dalla Pizzarotti, con avvio dei lavori nel 1997, la struttura è stata affittata al governo Statunitense. Il contratto di locazione, secondo quanto di è appreso, scadrà nel prossimo mese di aprile ma gli americani da tempo non abitano più nel 'Residence degli aranci' perchè si sono spostati in zone ancore più vicine alle base, tanto che molte famiglie non hanno più iscritto i loro figli nelle scuole pubbliche di Mineo, come erano solite fare.
I proprietari del 'Residence degli aranci' lo scorso anno, saputo del mancato rinnovo del contratto da parte del governo Usa, hanno preso contatti con la Provincia di Catania e il Comune di Mineo per riconvertirlo in un grande centro sociale di aggregazione. Ma i costi per la sua gestione sono stati ritenuti alti dagli enti pubblici.

[Informazioni tratte da Ansa, Lasiciliaweb.it, Aise]

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16 febbraio 2011
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