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Marina Berlusconi cita Ingroia in giudizio

"Fininvest, società che ricicla capitali mafiosi". La dichiarazione di Ingroia non è piaciuta per niente alla figlia dell’ex premier

16 maggio 2013

"Fininvest, società che ricicla capitali mafiosi". La dichiarazione di Antonio Ingroia non è andata giù alla famiglia Berlusconi. Soprattutto a Marina. La Fininvest ha deciso così citare in giudizio Ingroia.
Ad anticiparlo è proprio Marina Berlusconi in una intervista che il settimanale Panorama pubblicata nel numero in edicola oggi.

"Questo signore - ha detto la numero uno di Fininvest e di Mondadori - si permette di descrivere la nostra società come un’azienda che ha riciclato capitali mafiosi. E lo fa ignorando, o addirittura manipolando, i risultati dei processi nati dalle sue stesse inchieste, i quali non hanno potuto che dimostrare l’assoluta inconsistenza di ipotesi simili".
La promessa di Marina: "Firmerò personalmente l’atto di citazione nei suoi confronti che gli avvocati stanno ultimando. Il tentativo di riproporre la storia del nostro gruppo come quella di un gruppo di malfattori e’ degno dei peggiori regimi. Abbiamo sempre rispettato nel modo più totale le regole - conclude Marina Berlusconi -. Siamo una delle realtà imprenditoriali più significative del Paese. Negli ultimi vent’anni abbiamo pagato più di 9 miliardi di euro di tasse, ne abbiamo investiti 27, diamo lavoro a quasi 20 mila persone. E’ troppo chiedere un po’ di rispetto, che poi non è altro che il semplice rispetto della verità?".

Sui capitali Fininvest e sulle presunte opacità di alcuni flussi finanziari, Ingroia, riflette nel libro-intervista "Io So". Si ripercorrono qui le tappe delle dichiarazioni dei pentiti in merito, Filippo Alberto Rapisarda in primis, fino alle indagini e alla relazione del perito di Bankitalia Francesco Giuffrida, che ricevette dai pm l’incarico di studiare la provenienza dei fondi della Fininvest, sotto il profilo di un’eventuale ipotesi di riciclaggio.
"Nella prima relazione - spiega Ingroia nel volume - Giuffrida scrisse che si riservava di verificare ulteriori elementi" in una seconda relazione che non c’è mai stata. Pare infatti, che la perizia del perito non trovò riscontri per otto versamenti, pari a novanta miliardi di lire, avvenuti su un conto Fininvest. Salvo poi ritrattare in seguito. "Giuffrida - scrive ancora il pm - dopo essere stato citato in giudizio dalla Fininvest sostenne che le ombre erano state chiarite".

Ingroia nel testo-intervista definisce anomala quella vicenda. E conclude "oggi, non solo da magistrato, ma da cittadino italiano, mi rammarico che quelle anomalie non siano state sgombrate dai dubbi, e che non ci sia stata la possibilità di fare una seconda consulenza. Mi rammarico infine, che non sia stato possibile interrogare il presidente Berlusconi, che si avvalse della facoltà di non rispondere, sulle opacità legate all’origine dei suoi capitali".
Ora a rispondere, dovrà invece essere proprio Ingroia.

[Informazioni tratte da SiciliaInformazioni.com, Corriere del Mezzogiorno]

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16 maggio 2013
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