Martelli e la strage di Capaci
Il pentito Giuffré nel suo secondo e ultimo giorno di deposizione al processo del Gen. Mori e del Col. Obinu
Ieri, giovedì 8 ottobre, Antonino Giuffrè, detto ''Manuzza'', ex boss di Caccamo (PA) ed ex braccio destro di Bernardo Provenzano, ha deposto per il secondo e ultimo giorno davanti al presidente della Quarta sezione del tribunale di Palermo, nell'aula bunker del carcere di Rebibbia a Roma, al processo contro il generale Mario Mori e il colonnello dei carabinieri Mauro Obinu, entrambi accusati di favoreggiamento aggravato a Cosa nostra, nell'ambito dell'inchiesta per il mancato arresto nel 1995, a Mezzojuso (Pa), di Provenzano.
Dopo aver parlato dei nuovi contatti di cui la mafia aveva esigenza di trovare a causa di Tangentopoli (LEGGI), nella sua seconda deposizione, Giuffrè ha continuato a svelare alcuni retroscena delle commistioni tra mafia e politica.
A domanda specifica Giuffré ha risposto: "E' la prima volta oggi che sento parlare dell'ex ministro della giustizia Martelli come mandante della strage di Capaci per conto di Andreotti. So che la strage - ha aggiunto Giuffré - è stata ordinata perché Falcone, e poi Borsellino, erano nemici di Cosa nostra. Iniziò così la resa dei conti". "Il ministro Martelli - ha detto Giuffré - nel 1987 lo appoggiammo politicamente. Le aspettative però furono deluse da entrambi le parti; tant'é che Martelli stesso si aspettava un mare di voti e questo non si è verificato".
Secondo il pentito di mafia, fu Totò Riina di votare a dare ordine di votare per i socialisti. "Provenzano era contrario. Certo, non poteva dire ufficialmente di non votare i socialisti, ma, in camera caritatis, diceva che quello era un errore che Riina stava facendo. Io votai i socialisti, così come deciso da Riina e dalla commissione". [Fonte: Ansa]