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Match Point

''Si impara a mettere lo sporco sotto il tappeto e andare avanti''. L'ennesimo Allen, stavolta alla grande

16 gennaio 2006


 





Noi vi consigliamo...
MATCH POINT
di Woody Allen

Londra invece di Manhattan. Attori britannici. Sesso e colpa. Humour devastante e sovversivo. Una commedia noir per un Woody Allen irriconoscibile e grande. Dopo anni di pregevole produzione 'media' Allen è tornato a brillare, con un film diverso e per ambiente ma anche contenuto e formule. Semplice, dal sapore classico a tratti dostoevskiano, c'è un delitto anche se non vi sveliamo se con o senza castigo. Eppure attualissimo in materia di critica sociale e ambientato nella Londra rampante di Tony Blair. Match Point ha il sapore di un racconto della Highsmith (ricorda vagamente l'atmosfera di Delitto in pieno sole con il giovanissimo Delon) ed il classismo 'british' di La fiera della vanità di Thackeray, oltre ad alcuni richiami a Hitchcock.

Una vivace commedia alleniana virata progressivamente in crime-story, e intrisa di caustico pessimismo. Con un finale sorprendente. E' la storia di una scalata sociale chiamata Chris (il sensuale Jonathan Rhys-Meyers): tennista di scarso talento, irlandese, bello, squattrinato, donnaiolo. Maestro di tennis del giovane rampollo della ricca e potente famiglia Hewitt, viene accolto nel loro giro di amici upper class, la loro figlia Chloe si innamora di lui e lo sposa. Ma un giorno nel Paradiso di Chris arriva Nola, una bellissima e vitale yankee, appena mollata dal ricco cognato. Chris allunga la mano e la coglie, come un irresistibile frutto proibito. Ma i due sono fragili e hanno il terrore di farsi cacciare dal paradiso dei ricchi...

L'instancabile Woody
''Lavorare per me è una distrazione, un bisogno. Se non facessi film - racconta Woody Allen - non saprei come distrarmi e sarei preda della depressione. Avere una passione intellettuale ti tiene occupato e ti rilassa; recitare, dirigere, ascoltare musica è perfetto per me. Non lo faccio certo per soldi ma lo faccio per me. Mi piace che la gente paghi il biglietto e venga a vedere il mio film. Senza contare che, girando un film, passo un anno lontano dal mondo reale, con uomini fantastici e belle donne, bei vestiti e luoghi meravigliosi".
Meteoregista
Il film è stato girato a Londra dove l'indipendenza artistica pare sia più garantita che a New York, ma Allen, creatività a parte, ama molto il clima della città inglese: ''sempre grigio, il mio ideale!''.


Distribuzione Medusa
Durata 124'
Regia Woody Allen
Con Jonathan Rhys-Meyers, Scarlett Johansson, Brian Cox
Genere Drammatico

La critica
"'Match Point', asciutto e incalzante come un teorema, è un vero gioiello. Nonché un film del tutto inatteso per tono, linguaggio, visione del mondo. Siamo dalle parti del lontano 'Crimini e misfatti', altra vicenda di amori clandestini e delitti quasi perfetti. Lì però Woody giocava ancora in casa, e non solo perché non si muoveva dagli Stati Uniti. Qui invece il tratto è ancora più secco, lo sguardo più disilluso, la condanna e l'indignazione espressi fin dal titolo nel film americano, lasciano il posto a un'ironia amara e perfino crudele. Non esistono il bene e il male, o meglio non c'è morale né legge che tenga. In fondo è tutta questione di fortuna, è il Caso l'arbitro supremo, che la pallina da tennis cada da una parte o dall'altra della rete dopo aver fatto "net" (è la sorprendente scena d'apertura) dipende solo da un dio così capriccioso che conviene non crederci e nemmeno sperarci.
Il bello è che tutto questo possiamo dirlo dopo, a film finito, ma in platea ogni cosa, a partire dalla voce narrante, ci porta a vivere la vicenda con gli occhi del personaggio peggiore, ovvero a simpatizzare con lui, a sposare il suo punto di vista e le sue ragioni, senza immaginare che passo dopo passo lo spiantato opportunista diventerà un criminale. Spalleggiato da comprimari ignari ma non migliori di lui anche se nessuno infrange la legge, nessuno si sporca le mani ma tutti in fondo, fra buone maniere e convenienze sociali, spingono nella sua stessa direzione."
Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero'

"Buone notizie dal 57esimo festival: Woody Allen è sempre grande, sempre lui. Ma lui chi? Il personaggio che ha segnato una data nella storia della commedia? O addirittura una delle menti illuminate del nostro tempo, come sostiene il professor Roland Quilliot nel recente libro 'Philosophie de Woody Allen' pubblicato da Ellipses? Certamente, alla vigilia della terza età e dopo qualche operina meno felice, Allen è un maestro capace di rimescolare le carte e iniziare con 'Match Point' una partita tutta nuova. Niente più Manhattan, ma Londra; niente più jazz, ma la musica lirica; niente più risate, ma un conflitto d'anime che sconfina nella tragedia. (...) Ho anticipato, esagerando, che nel film non c'è niente da ridere, ma devo ammettere che si sorride spesso; e se il finale svela qualche nota stonata, come il faccia a faccia del protagonista chiamato a confrontarsi con due fantasmi, è risollevato da un colpo di genio. Proprio al culmine della tragedia, un paio di 'punch lines' (le battute a effetto sicuro che sono la specialità di Woody) scatenano l'ilarità generale e scaldano il pubblico per l' applauso che arriva puntuale sui titoli di coda."
Tullio Kezich, 'Corriere della Sera'

"A suo pieno agio nella trasferta londinese, il regista rinuncia a mettersi in scena come impagabile farceur, ma in compenso costruisce un thrilling societario che da una parte richiama il nichilismo di Dostoevskij e il naturalismo di Dreiser ('Una tragedia americana'), dall'altra la sorniona ed elegante crudeltà dell'ultimo Hitchcock. 'Match Point' si giova, innanzitutto, di stupende recitazioni, sostenute da dialoghi scritti in stato di grazia che sarebbe ideale gustare nel perfetto inglese originale; poi centra tutti i dettagli psicologici, tutte le sfumature ambientali, tutte le chiavi narrative mantenendo sempre alta la tensione e schivando la nota debolezza dell'autore per il tragico cerebrale. Nella sua implacabile progressione, infatti, resta incollato ai gesti, alle espressioni, ai pensieri occulti o manifesti dei personaggi, abrogando ogni (pre)giudizio teorico e limitandosi a utilizzare come sarcastico evidenziatore la colonna sonora gremita di hit operistici, da 'La Traviata' a 'L'elisir d'amore', da 'Rigoletto' a 'Guglielmo Tell'."
Valerio Caprara, 'Il Mattino'
 
Proiezione speciale al 58mo Festival di Cannes (2005).
E' il primo film di Woody Allen interamente girato in Inghilterra

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16 gennaio 2006
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