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Matteo Messina Denaro avrebbe messo le mani anche nei centri dialisi

Il quotidiano La Sicilia ha annunciato una nuova inchiesta choc della Procura di Palermo

14 maggio 2014

Il superlatitante Matteo Messina Denaro avrebbe messo le mani sul  business dell'emodialisi. E' quanto rivelato dal quotidiano La Sicilia, che parla di una "inchiesta choc" della procura di Palermo e di una vicenda giudiziaria "che sta per esplodere, con decine di persone coinvolte fra imprenditori, professionisti e funzionari pubblici".
Oltre ai tradizionali affari, come i supermercati e il turismo, Messina Denaro, dunque, avrebbe notevoli interessi economici sulla sanità siciliana. Il quotidiano parla di una "rete delle cliniche private che prestano servizio agli emodializzati, alcune delle quali gestite da prestanomi e persone vicinissime a Matteo 'u signurinu".

"Abbiamo collaborato con l'autorità giudiziaria affinché si facesse luce su questi casi". Così l'assessore regionale alla Sanità, Lucia Borsellino, ha risposto all'Adnkronos in merito all'inchiesta su un possibile intreccio tra le attività di Messina Denaro e la gestione dei centri dialisi privati della Sicilia. "Da un anno - ha spiegato Borsellino - l'assessorato sta svolgendo un'attività di verifica dei i profili autorizzativi di tutte le strutture private accreditate, quindi non solo dei centri di emodialisi, in modo da verificare la coerenza fra i contratti che queste hanno con le Asp di riferimento e le procedure autorizzative. E proprio da questa verifica incrociata è venuto fuori che alcuni centri di emodialisi avevano contratti con le Asp intestati a una società diversa da quella nota all'Assessorato e che non risultava fra i nostri soggetti accreditati".

Secondo le procedure, compito della Regione è il riconoscimento dell'accreditamento mentre alle Asp spetta la sottoscrizione dei contratti. Secondo quanto riferito dall'assessore, al momento dell'accreditamento l'interlocutore della Regione era una società diversa rispetto a quella con cui poi è stato firmato il contratto. L'Asp avrebbe dovuto comunicare all'assessorato alla Sanità il passaggio nella proprietà della società in modo da perfezionare il provvedimento di accreditamento. "Questo - ha spiegato Borsellino - perché non sfugga mai chi è il vero titolare, ma - ha aggiunto - in questo caso non è stata fatta alcuna comunicazione".

[Informazioni tratte da ANSA, Adnkronos/Ign]

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14 maggio 2014
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