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Maxi multa al motopesca mazarese fermato a Malta

L'armatore del ''Mamma Maria'' sequestrato lunedì dovrà sborsare 350mila euro

27 gennaio 2010

Lunedì scorso un peschereccio di Mazara del Vallo (TP), il "Mamma Maria", è stato sequestrato da una motovedetta maltese mentre era impegnato in una battuta di pesca a 16 miglia a Sud Ovest di Malta, in una zona dichiarata di "competenza esclusiva" dalle autorità della Valletta. Il motopesca è stato intercettato da un'unità della Marina Militare, dopo essere stato avvistato da un aereo in ricognizione nel Canale di Sicilia. L'imbarcazione è stata quindi scortata verso il porto della Valletta.
Sul "Mamma Maria" sono imbarcati: Giuseppe Giordano, di 63 anni, Giuseppe Ciambra, di 63 anni, Pietro Foggia, tutti mazaresi e i tunisini Kamel Bel Haj Alìm di 49 anni e Mounir Bouajila, di 46 anni. I sei uomini d'equipaggio sono agli ordini del comandante Francesco Giacalone, di 46 anni.

Ieri mattina per il rilascio del peschereccio mazarese le autorità maltesi hanno fissato un'ammenda di 35 mila euro. L'informazione è stata data da Nicola Lisma, assessore provinciale di Trapani con delega alla Pesca, che ha avuto un colloquio telefonico con il direttore generale della Pesca della Repubblica di Malta, Andreina Fenech Farruggia. "Per il rilascio è stata fissata questa cifra - ha detto Lisma - in quanto il comandante del peschereccio ha ammesso le proprie responsabilità. Il rilascio avverrà dopo il pagamento della somma".
Il comandante del motopesca "Mamma Maria" è stato processato e condannato dal tribunale di Malta per avere pescato in acque di "competenza esclusiva" maltese. Giacalone, assistito dall'ambasciatore italiano a La Valletta Paolo Andrea Trabalza, ha ammesso di essere stato intercettato a circa 18 miglia a Sud Ovest dell'isola Stato, sostenendo tuttavia di non essere a conoscenza della norma delle autorità maltesi che hanno esteso fino a 25 miglia il limite imposto per la pesca alle marinerie straniere. "Eravamo a circa 18 miglia a sud ovest di Malta - ha raccontato Giuseppe Giordano, uno dei sei uomini dell'equipaggio - quando abbiamo avvistato un peschereccio maltese: abbiamo calato tranquillamente le reti perché sapevano che la zona di pesca territoriale si estende fino a 12 miglia. La Marina maltese ha invece inviato una motovedetta che ci ha costretto a seguirla fino al porto della Valletta". "Siamo gente povera - ha aggiunto il marittimo - che vive solo di pesca. Durante le nostre battute non abbiamo mai sconfinato e non intendevamo farlo neanche stavolta. Inoltre le condizioni del mare erano cattive".
Il comandante del motopesca e i sei uomini d'equipaggio potranno lasciare il porto de La Valletta solo dopo il pagamento dei 35 mila euro da parte dell'armatore, Antonio Siragusa.

"Sono a La Valletta, dove sono in corso alcune verifiche da parte delle autorità maltesi e stanno bene i componenti dell'equipaggio del peschereccio 'Mamma Maria'",  ha riferito ieri mattina Antonino Siragusa, componente della società armatrice 'Libero mare snc di Siragusa Alessandro' proprietaria del peschereccio.
L'ambasciatore italiano Trabalza, che ha incontrato il comandante del peschereccio, ha assicurato il proprio interessamento per una rapida soluzione della vicenda.
"Nessuno contesta l'errore che è stato fatto, anche a causa del maltempo sconfinando nelle acque maltesi, chiediamo però un po' di clemenza. Fissare l'ammenda a 35 mila euro per il rilascio del nostro peschereccio e confiscare il prodotto a bordo del valore di circa 20 mila euro significa mandarci in rovina", ha affermato l'armatore Antonino Siragusa. "Non ho le somme necessarie a fronteggiare la richiesta avanzata - ha detto ancora Siragusa - mi appello perciò a tutte le istituzioni affinché intervengano attraverso i canali diplomatici, permettendo il rilascio del peschereccio e il ritorno a casa di sei padri di famiglia che per ora sono a bordo e stanno bene. Spero tanto che qualcuno raccolga il mio appello e mi aiuti perché da solo non potrò farcela a superare questo difficilissimo momento".
Giovanni Tumbiolo, presidente del Distretto della Pesca di Mazara del Vallo, ha detto: "Quella data da Malta è il minimo dell'ammenda per tale infrazione e per questo apprezziamo molto il gesto delle autorità maltesi. Comunque, faremo ulteriori interventi per capire se ci sono margini per un atto di clemenza. Infatti si è trattato di un incidente, occasionale e straordinario". "Le nostre aziende - ha aggiunto - sono asfittiche, si sta attraversando un periodo di crisi ed una tale ammenda è un peso gravosissimo. Nelle prossime ore mi sentirò con il direttore generale della pesca della Repubblica di Malta Andreina Fenech Farruggia, che è anche componente dell'Osservatorio della pesca mediterranea ed intrattiene con noi ottimi rapporti".

Non è la prima volta che le autorità maltesi sequestrano pescherecci italiani nelle acque considerate di propria "competenza esclusiva". L'ultimo episodio risale al 29 giugno scorso, quando una motovedetta sequestrò il motopesca "Maria Salvatrice", della flotta di Portopalo di Capo Passero. Il comandante e i tre uomini di equipaggio furono arrestati e rilasciati dopo cinque giorni di detenzione in carcere e il pagamento di una multa di 35 mila euro.

[Informazioni tratte da ANSA, La Siciliaweb.it]

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27 gennaio 2010
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