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Maxiemendamenti e fiducia

''Dl anticrisi'', il governo annuncia la fiducia. Il presidente Fini: sì con eccezioni a maxiemendamento ma una ''serve riflessione generale''

24 luglio 2009

Il governo ha preannunciato l'intenzione di presentare un maxiemendamento sostitutivo del decreto anticrisi e di porre la fiducia sul testo. Lo ha detto il presidente della Camera, Gianfranco Fini, che ha avuto un colloquio in aula con il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, dopo le proteste da parte delle opposizioni per la mancata formalizzazione dell'annuncio governativo di voler porre la fiducia. Fini ha quindi reso noto che tale formalizzazione è giunta con una lettera ed ha sollecitato Tremonti a presenziare ai lavori successivi. "Invito il ministro dell'Economia a presenziare in aula per spiegare, dopo che saranno esposte le decisioni sull'ammissibilità del maxiemendamento del governo al dl anticrisi, perché il governo è addivenuto alle sue determinazioni" ha detto Fini prendendo la parola in aula a Montecitorio, prima di sospendere la seduta per il vaglio di ammissibilità. La terza carica dello Stato ha invitato il titolare di Via XX Settembre a illustrare la linea del governo sul provvedimento.

Alla ripresa dei lavori, dopo l'esame da parte degli uffici, Fini ha dichiarato ammissibile il maxiemendamento, ad esclusione delle norme che non erano state approvate dalle commissioni in sede referente, in particolare quelle sugli studi di settore e in materia di reti e energia.
Già in mattinata, dopo che la Camera aveva votato la chiusura anticipata della discussione generale del decreto con 244 sì e 119 no, a proposito della presentazione del maxiemendamento il presidente Fini aveva avvertito: "Ritengo che sia doveroso, ancorché saggio, attendere il tempo necessario per verificare se quanto ipotizzato venga realizzato. Se l'ipotesi diventa reale, la presidenza della Camera valuterà con doveroso e attento esame l'intero maxiemendamento, e in particolare la concordanza o la discordanza con il testo approvato in commissione e, confermo quanto ho detto, che se la presidenza riterrà opportuno rivolgersi ai colleghi per esprimere valutazioni sull'iter legislativo non mancherà di farlo".
Nella dichiarazione con cui ha formalizzato i termini di ammissibilità del testo sostitutivo del decreto anticrisi Fini ha voluto anche rimarcare che il binomio maxiemendamento e fiducia "accentua le difficoltà dei rapporti tra governo e Parlamento e tra maggioranza e opposizione" e non permette il pieno dispiegarsi delle facoltà dei parlamentari previste dal Regolamento "alimentando tensioni nella complessa dinamica costituzionale". Fini ha anche ricordato quanto affermato dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che di recente ha criticato la produzione legislativa frutto di un "clima di concitazione o di congestione", che risulta difficile da comprendere agli occhi dei cittadini.
Quindi ha concluso: "Per il futuro, non potremo sottrarci a una riflessione di carattere generale, da avviare quanto prima, sulle prassi da tempo instauratesi nel nostro ordinamento in tema di procedimento di conversione dei decreti legge, con riferimento ai vari aspetti concernenti l'emendabilità e la presentazione di emendamenti interamente sostitutivi su cui viene posta successivamente la questione di fiducia. L'obiettivo credo debba essere quello di pervenire a una regolamentazione della materia che assicuri il corretto svolgimento del rapporto Governo-Parlamento nel corso dell'iter legislativo".

Intervenendo in aula su sollecitazione di Fini, Giulio Tremonti ha spiegato che il maxiemendamento presentato dal governo è "nella sostanza quello base della commissione": le variabili "sostanziali" sono "per riduzione ed esclusione" e riguardano la stretta sulle banche, i giochi e la Corte dei Conti. Dopo aver elencato "nove varianti di carattere tecnico e lessicale", il ministro ha spiegato le varianti sostanziali. Sulle banche, ovvero all'articolo 2 in materia di rapporti con le istituzioni finanziarie, riguardano "norme che il governo ritiene opportuno togliere perché in contrasto con gli standard internazionali e normativa Ue". Sul piano politico, ha puntualizzato comunque Tremonti, è chiara "la scelta di operare in una logica di avviso comune per una forte moratoria" per quanto riguarda il credito concesso dalle banche alle imprese. Quanto alle valutazioni rese note dal presidente Fini, che hanno portato allo stralcio delle norme su energia e studi di settore, Tremonti ha detto che il governo "prende atto della forma e della sostanza, condividendo le ragioni".

Ma le opposizioni sono insorte. "Una calorosa supplica" ha rivolto al capo dello Stato Antonio Di Pietro, "perché intervenga su quello che sta accadendo alla Camera". "Rileggendo la lettera del capo dello Stato si vede che non è d'accordo sul fatto che dopo un decreto si faccia un maxiemendamento che lo stravolge, si vede chiaramente che non è d'accordo sul ricorso strumentale alla fiducia - ha detto Di Pietro - Per questo dico al capo dello Stato: sia conseguente, rimandi al Parlamento questo provvedimento". Il leader di Idv ha ribadito le sue convinzioni: "Le bacchettate e i buffetti del giorno dopo sono come le lacrime di coccodrillo, non servono a niente. Il dovere del presidente della Repubblica è quello di intervenire prima, non dopo che la frittata è fatta. Per questo speriamo in un messaggio alle Camere prima che arrivi la frittata". Quanto al maxiemendamento, "contestiamo sia il metodo che il merito, perché così si toglie spazio alla democrazia e si conferma che abbiamo di fronte un governo piduista che fa solo gli affari suoi e perché l'unico modo per trovare i soldi è quello di abbuonarli agli evasori con il condono".
Tra le questioni sulle quali l'opposizione è andata all'attacco, quella del 'bonus precari'. "Il testo del decreto anticrisi arriva in aula alla Camera ulteriormente peggiorato dopo il passaggio in Commissione - ha lamentato Marianna Madia, deputata Pd in commissione Lavoro - Grazie a un emendamento del Pdl il già misero 'bonus precari', approvato dal governo a inizio anno, viene decurtato di ulteriori 100 milioni che vengono rimessi a disposizione del ministero del Lavoro". "Questo avviene - ha proseguito la parlamentare - il giorno dopo che il rapporto del Cnel ha confermato che i contratti a termine sono sempre più l'anello debole della crisi economica. Mentre il Pd propone l'estensione degli ammortizzatori sociali, la maggioranza di centrodestra rende ancora più deboli gli strumenti a favore dei precari varati durante la crisi. Attendiamo l'emendamento del governo che corregga questa misura così iniqua. Noi continueremo in aula la nostra opposizione".
A stretto giro la replica del ministro Maurizio Sacconi. "Nel decreto anticrisi non c'è alcuna decurtazione del fondo per l'occupazione" ha rimarcato il titolare del Lavoro. "L'emendamento, peraltro di origine parlamentare, al quale Madia fa riferimento - dice il ministro - rende ancora più flessibile l'utilizzo degli ammortizzatori sociali, prevedendo che eventuali risorse risparmiate nel sostegno al reddito per i cocopro possano essere comunque destinate ad altre forme di ammortizzatori sociali e non finiscano invece tra le economie di bilancio". [Adnkronos/Ign]

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24 luglio 2009
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