Crea gratis la tua vetrina su Guidasicilia

Acquisti in città

Offerte, affari del giorno, imprese e professionisti, tutti della tua città

vai a Shopping
vai a Magazine
 Cookie

Medici Senza Frontiere non può più operare a Lampedusa

Il Viminale non ha rinnovato il Protocollo d'Intesa con l'organizzazione umanitaria

06 novembre 2008

Medici senza Frontiere non può più lavorare e operare a nel Cpt di Lamepedusa perché il Ministero dell'Interno non avrebbe rinnovato il Protocollo d'Intesa con l'organizzazione umanitaria che da anni offre assistenza medica gratuita ai migranti nelle fasi immediatamente successive al loro sbarco a Lampedusa.
La notizia è stata diffusa nei giorni scorsi dal segretario di Rifondazione Comunista, Paolo Ferrero, che ha definito l'azione del Viminale "una decisione gravissima e inaccettabile". Secondo Ferrero "con ogni evidenza, il governo Berlusconi e il ministero dell'interno vogliono rendere i Cpt dei luoghi extra-territoriali, indifferenti alle leggi, al diritto, alle convenzioni e alle organizzazioni umanitarie, e cioè farne dei luoghi 'extra legem', soggetti ad ogni arbitrio e a ogni diritto". Organizzazioni umanitarie credibili e serie, "oltre che internazionalmente riconosciute, come MSF - per Ferrero - devono poter invece essere presenti, poter entrare nei cpt e verificare lo stato e il diritto alla salute, il rispetto pieno dei diritti, sanitari e umani, degli extracomunitari che vi sono lì tenuti".

A commentare la notizia anche Alessandra Siragusa, deputata palermitana del Pd. "I team di Medici Senza Frontiere - ha spiega l'esponente del Pd - hanno operato in questi anni con grande professionalità e dedizione fornendo ai migranti che sbarcano a Lampedusa, spesso in condizioni di salute precarie, cure mediche e assistenza umanitaria. Un lavoro prezioso che non può venire meno. Ho il sospetto che questo sia un passaggio propedeutico all'approvazione dell'emendamento che la Lega ha presentato in commissione Affari costituzionali al ddl 733 e che punta non a caso a modificare il Testo unico sull'immigrazione, che garantisce l'accessibilità delle prestazioni sanitarie agli stranieri irregolari (Leggi, ndr). Nei prossimi giorni - assicura Siragusa - presenterò una interrogazione per fare luce sulla vicenda".

Al di la di quanto possano aver informato gli esponenti politici dell'opposizione di governo, nel sito di Medici Senza Frontiere il comunicato stampa datato 5 novembre 2008 riporta la notizia del diniego che l'associazione umanitaria ha ricevuto dal ministero dell'Interno.

Lampedusa: MSF costretta a chiudere i progetti
IL MINISTERO DELL'INTERNO NON FIRMA IL PROTOCOLLO D'INTESA

[Medici Senza Frontiere 05/11/2008]

Medici Senza Frontiere (MSF) ha chiuso il 31 ottobre scorso le sue attività di soccorso medico al molo dell'isola di Lampedusa. MSF è costretta a prendere questa decisione dopo che il Ministero dell'Interno ha deciso di non firmare un nuovo Protocollo d'Intesa e di non rilasciare così le autorizzazioni necessarie perché MSF continui ad operare adeguatamente.

MSF, come negli ultimi anni, chiede di operare sul molo di Lampedusa solo nell'ambito di un Protocollo d'Intesa che definisca gli ambiti di responsabilità e di azione. MSF era l'unica organizzazione indipendente di soccorso medico presente sul molo con un'equipe composta da medici, infermieri e mediatori culturali. Secondo il Protocollo d'Intesa, MSF era responsabile delle attività mediche sul molo in collaborazione con la ASL: visitava quindi i pazienti e ne autorizzava il trasferimento nel centro di prima accoglienza, e nei casi più gravi nel poliambulatorio di Lampedusa. Inoltre MSF era autorizzata a seguire i migranti che presentavano complicazioni direttamente nel centro di prima di accoglienza.
Il Protocollo prevedeva altresì il coinvolgimento della ASL Palermo 6 che avrebbe dovuto in questi anni prendere in consegna l'accoglienza sanitaria sul molo.

"La mancanza di un Protocollo d'Intesa mina l'efficienza e l'efficacia dell'intervento di MSF" dichiara Loris De Filippi responsabile progetti di MSF Italia. "Chiediamo chiarezza dopo 6 anni di lavoro svolto sul molo gratuitamente e ci piacerebbe capire se, secondo il Ministero e la ASL Palermo 6, c'è ancora bisogno di un servizio di prima assistenza sul molo di Lampedusa, e in caso affermativo chi se ne dovrà occupare e in quali termini e con quali competenze".
"E' inaccettabile che allo stesso tempo, mentre i team medici di MSF possono operare nel cuore del conflitto in corso in Nord Kivu nella Repubblica del Congo - aggiunge Loris de Filippi - siamo praticamente costretti a concludere la nostra assistenza medica e umanitaria nel territorio di uno Stato europeo".

Dal 2002, MSF garantiva cure mediche gratuite d'emergenza ai migranti che sbarcavano sull'isola. Dal 2005 fino ad oggi il team di MSF ha visitato 4.550 migranti, 1.420 solo fra gennaio e ottobre di quest'anno. MSF ritiene che la sua presenza sull'isola sia necessaria fino a quando le autorità sanitarie regionali non saranno in grado di garantire un servizio adeguato di assistenza medica agli sbarchi. Solo nel 2008 sono sbarcate oltre 25mila persone a Lampedusa di cui il 20 % appartenete a categorie vulnerabili come donne e minori inclusi neonati. Le patologie che presentano all'arrivo sono legate alle proibitive condizioni di viaggio: ustioni, ipotermia, complicazioni osteomuscolari tra le più diffuse. Per questo MSF chiede il miglioramento degli standard di accoglienza e che venga quindi garantita ai migranti al loro arrivo al molo di Lampedusa l'assistenza medica più adeguata. MSF chiede al Governo italiano di rivedere la sua decisione.

[Informazioni tratte da l'Unità.it, Agrigentonotizie.it, Medici Senza Frontiere.it]

 

 

 

 

Condividi, commenta, parla ai tuoi amici.

06 novembre 2008
Caricamento commenti in corso...

Ti potrebbero interessare anche

Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia