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Meno famiglie italiane vivono in affitto. Ma i prezzi continuano a salire. I dati del Rapporto Censis, Sunia e Cgil

05 aprile 2007

Vivere in affitto nel nostro paese rimane una soluzione considerata 'problematica', una scelta obbligata che riguarda principalmente le fasce più deboli della popolazione, in particolare anziani e nuclei monoreddito. Un disagio, legato alla costante lievitazione dei canoni, che sempre più famiglie in Italia cercano di evitare.
Secondo un'indagine effettuata da Censis, Sunia e Cgil infatti, sono 4 milioni e 180 mila le famiglie italiane che vivono attualmente in affitto, pari al 18,7% del totale, cioè quasi due punti percentuali in meno rispetto al 2004, quando erano il 20,3%. Di gran lunga una minoranza rispetto ai prorpietari. Ma anche rispetto alle famiglie europee in locazione, che invece superano il 40%.

Secondo il rapporto i canoni di locazione nel periodo 1999-2006 hanno registrato un incremento medio del 107%, con punte del 112% nel centri con oltre 250mila abitanti e del 128% nelle grandi città. E infatti i prezzi di mercato in alcune grandi città italiane del Centro Nord risultano in linea o addirittura superiori a quelli di alcune città europee. Si paga in media 1.600 euro al mese per 100 mq nel centro di Roma e Milano, 2.200 euro a Parigi, 4.000 euro a Londra, e solo 900 euro a Berlino.
Tornando in Italia, in media si pagano 440 euro al mese nel settore dell'edilizia residenziale privata. Ma le variazioni sul territorio sono considerevoli. Si va da una media di 580 euro al mese nelle regioni del Centro ai 376 euro del Sud, mentre nel Nord-Est si registra un canone medio di 454 euro contro i 426 del Nord-Ovest. Se si passa alle città, le cifre salgono subito a 600 euro mensili per i centri con più di 250mila abitanti, il 53% in più dei valori registrati nei piccoli centri.

Nella fotografia scattata al mercato delle locazioni, i dati delle pigioni vengono incrociati con quelli relativi al reddito delle famiglie che vivono in affitto. Ne risulta così che il 76,4% ricade nella fascia al di sotto dei 20mila euro, il 20% tra i 20 e i 30 mila, mentre solo il 3,5% dichiara di avere un reddito familiare superiore ai 30mila euro. Ma ancora più significativi sono i dati sul reddito se ci si sposta nelle grandi città, dove i canoni sono più alti, ma sono anche più ampie le fasce con entrate minori. Le famiglie in affitto con reddito sotto i 10mila euro, infatti, sono il 24,5% contro il 18,1% dei centri con meno di 250 mila abitanti.
L'indagine prende in considerazione anche i costi complessivi dell'abitare in affitto. Il valore medio per il pagamento di acqua, gas, luce e riscaldamento è di 175 euro al mese, senza variazioni di rilievo a livello territoriale. Tenendo conto anche del pagamento per le utenze, la spesa complessiva legata alla casa incide per la fascia più bassa (10mila euro annui) nella misura del 62% del reddito nelle città sotto i 250mila abitanti e dell'86% nelle grandi città.

La parte più consistenti dei nuclei familiari in affitto è rappresentato da famiglie di 2-4 persone, pari al 70,4% del totale, mentre le famiglie numerose con 5 o più componenti sono il 10,5%. C'è poi un altro 19,2% di persone singole (e il 58% di tale percentuale è costituito da donne). All'interno di questo quadro, i nuclei familiari monoreddito sono ben il 67%.

Fonte: la Repubblica

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05 aprile 2007
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