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Meno ''morti bianche'', ma nessun motivo per cantar vittoria

Dal Rapporto Inail 2008: calo record degli incidenti mortali sul lavoro in Italia

25 giugno 2009

Gli incidenti mortali sul lavoro in Italia, le cosiddette "morti bianche", lo scorso anno sono diminuite del 7,2% rispetto al 2007, attestandosi a 1.120 su un totale di oltre 874.000 infortuni. Sono in aumento, invece, le malattie professionali.
Sono questi alcuni piccoli fotogrammi raccolti nel Rapporto Annuale 2008 dell'Istituto nazionale per l'assicurazione contro gli infortuni sul lavoro (Inail), presentato ieri a Roma. Il documento "fotografa" sulla base dei dati elaborati dalla Consulenza Statistico Attuariale dell'Inail l'andamento degli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali in Italia, analizzando il suo andamento tendenziale di medio periodo e comparandolo nel più ampio quadro internazionale dell'Unione Europea.

Morti sul lavoro, mai così pochi dal dopoguerra - Sono stati 874.940 gli infortuni sul lavoro e 1.120 gli incidenti mortali nel 2008. L'anno passato si è chiuso con un bilancio infortunistico che, pur nella drammaticità dei numeri, segna un incoraggiante record storico: per la prima volta dal 1951, primo anno per il quale si dispone di statistiche attendibili e strutturate, nel nostro Paese il numero di infortuni mortali è sceso al di sotto dei 1.200 casi l'anno. Nel 2008, infatti, i morti del lavoro sono diminuiti del 7,2% rispetto ai 1.207 dell'anno precedente. Dunque, una tendenza, spiegano dall'istituto, in corso da circa 40 anni, con l'unica eccezione del 2006, dove si superarono i 1300 decessi.
Anche gli infortuni sul lavoro (tra le migliaia denunciati all'Inail) per l'anno 2008 hanno registrato una flessione. Alla data di rilevazione ufficiale del 30 aprile 2009 si sono registrati circa 37.500 casi in meno rispetto ai 912.410 dell'anno precedente, con una flessione di 4,1 punti percentuali, nettamente superiore al -1,7% registrato tra il 2007 e il 2006. Anzi, se si tiene conto dell'incremento dello 0,8% del numero degli occupati rilevato dall'Istat, il miglioramento reale, in termini relativi, sale ulteriormente raggiungendo il 4,8%.

Industria: incidenti in calo dell'8,2% - Quanto ai rami di attività, gli infortuni sul lavoro denunciati all'Inail nel 2008 sono stati 53.278 in Agricoltura, 367.132 nell'Industria e 454.530 nei Servizi. In particolare il decremento di eventi infortunistici è stato più sostenuto nell'Industria (-8,2%) e in Agricoltura (-6,9%), mentre resta sostanzialmente stabile nei Servizi (-0,1%). Un calo significativo si è poi registrato in due settori fondamentali dell'Industria: Costruzioni (per un totale di 89.254 casi nel 2008 e un decremento del 12,4% rispetto al 2007) e Metalmeccanico (79.848 casi nel 2008 pari a una riduzione del 10,6%). Per quanto riguarda i Servizi va segnalato, invece, l'incremento del 21,7% degli infortuni che hanno colpito il personale addetto ai servizi domestici (colf e badanti), un settore in forte e continua crescita con una rilevante componente di occupati di origine straniera: quasi tre infortuni su quattro colpiscono, infatti, persone nate all'estero.
Il Nord industriale l'area più interessata - Dal punto di vista territoriale la riduzione degli infortuni osservata nel 2008 rispetto al 2007 ha riguardato praticamente tutte le regioni, ad eccezione della Valle d'Aosta (+3,9%) che, tuttavia, presenta un numero di casi molto limitato (2.484). Il 61% degli infortuni è concentrato nelle aree del Nord a maggiore densità occupazionale: in particolare Lombardia (149.506 casi), Emilia Romagna (123.661) e Veneto (104.134), che insieme assommano oltre il 43% degli eventi infortunistici denunciati nell'intero Paese. Dal punto di vista dell'età, infine, gli infortuni sul lavoro sono scesi dai 350mila circa del 2007 agli oltre 320mila del 2008 (-8%) per i giovani fino a 34 anni, mentre per i casi mortali le flessioni più consistenti (-16%) riguardano le classi di età dai 50 anni in su.

Italia maglia nera in Europa? Un mito da sfatare - Paese che vai usanza che trovi. Con questo vecchio adagio popolare che non risparmia neppure i criteri di rilevazione degli infortuni l'Inail cerca di sfatare l'idea che l'Italia detenga il triste primato in Europa per incidenti sul lavoro e morti bianche. Secondo l'ultima rilevazione resa disponibile da Eurostat, che tiene conto degli incidenti con assenze dal lavoro di almeno 4 giorni e non contempla gli infortuni in itinere (ovvero quelli sul percorso casa lavoro e viceversa), il nostro Paese non è affatto maglia nera in Europa. Nel 2006, ultimo anno disponibile, l'Italia ha infatti registrato un indice infortunistico pari a 2.812 infortuni per 100mila occupati, inferiore alla media delle due aree UE (3.469 per l'Area-Euro e 3.013 per l'Europa a 15), collocandosi per tasso di incidenza al di sotto di importanti Paesi come Spagna, Francia e Germania.
Stesso discorso per gli infortuni mortali, dalla cui rilevazione l'Eurostat esclude quelli in itinere e quelli dovuti a incidenti stradali nel corso del lavoro, in quanto non registrati da tutti i Paesi. Anche in questo caso, infatti, con 2,9 decessi per 100mila occupati nel 2006 l'Italia, pur presentando un indice leggermente superiore alla media UE, si pone al di sotto di grandi Paesi come Portogallo, Austria, Grecia, Spagna e Francia. E il dato risulta ancora più significativo se si tiene conto che - dal punto di vista delle morti sul lavoro -  il 2006 rappresenta per il nostro Paese un anno sfavorevole e in controtendenza. C'è da considerare, peraltro, come il fenomeno si è poi sensibilmente ridimensionato, in virtù dei dati relativi ai casi mortali del 2007 e del 2008.

L'aumento delle malattie professionali - Sono quasi 30mila (per l'esattezza 29.704) le denunce di malattie professionali pervenute all'Inail nell'anno 2008 per il riconoscimento e l'eventuale indennizzo di una patologia insorta durante l'attività lavorativa. Si tratta di circa 1.000 denunce in più (3,2%) rispetto all'anno 2007 che aveva registrato a sua volta un aumento di ben 2mila casi (+7,4%) in confronto con il 2006. Nel giro degli ultimi due anni, dunque, le patologie denunciate all'Inail sono cresciute di ben 3mila casi, vale a dire di 11 punti percentuali. Un incremento verosimilmente dovuto all'emersione del fenomeno e alla maggiore sensibilità verso un problema troppo spesso sottovalutato piuttosto che a un peggioramento delle condizioni di salubrità negli ambienti di lavoro. La maggior parte delle malattie professionali denunciate nel 2008 riguardano l'Industria e i Servizi, gestione che da sola assomma il 93% dei casi di tecnopatia. In particolare sono 27.539 le patologie denunciate nell'Industria e Servizi, 1.817 in Agricoltura e 348 tra i dipendenti del conto Stato. Nel 2008, inoltre, l'incidenza delle malattie non tabellate (ovvero quelle patologie per le quali è richiesto al lavoratore l'onere della prova del nesso causale con l'attività lavorativa svolta) ha raggiunto l'86% di tutte le denunce, contro il 79% del 2004. Questa percentuale, poi, aumenta ancora per l'Agricoltura, dove si attesta al 94% del totale delle denunce.
L'ipoacusia e sordità si conferma come prima malattia professionale per numero di denunce, con un'incidenza che però diminuisce di anno in anno, passando dal 30% (circa 7.500 casi) al 20% del totale nel 2008 (circa 5.700 casi). Sono infatti altre le patologie emergenti, in particolare quelle che colpiscono l'apparato muscolo-scheletrico: le denunce per tendiniti (oltre 4mila nel 2008) e le affezioni dei dischi invertebrali (circa 3.800) sono più che raddoppiate negli ultimi cinque anni. Numericamente rilevanti sono poi anche le denunce per artrosi (circa 1.900 casi) e per sindrome del tunnel carpale (circa 1.500). Restano inoltre ancora oggi significative l'asbestosi (circa 600 casi l'anno), patologia che presenta periodi di latenza di anche quaranta anni e che secondo le stime raggiungerà il picco di manifestazione intorno al 2025 e la silicosi (quasi 300 casi nel 2008), caratterizzata da una tendenziale contrazione nel corso del quinquennio 2004-2008. Una particolare importanza stanno infine assumendo i disturbi psichici lavoro-correlati, che nell'ultimo quinquennio hanno avuto una consistenza numerica pari a circa 500 casi l'anno, di cui larga parte individuati come "mobbing". Infine, tra i primi posti in graduatoria risultano i tumori con 2mila denunce pervenute nel 2008: un fenomeno in crescita e non ancora pienamente rappresentato dai numeri.

In Sicilia 76 morti bianche nel 2008 - Un incidente sul lavoro in meno rispetto all'anno precedente in Sicilia. Secondo quanto rende noto l'Inail, nel 2008 sono stati denunciati 76 decessi rispetto ai 77 avvenuti nel 2007. Gli incidenti mortali sono stati 11 in agricoltura, 64 nel settore industria e servizi e uno a un dipendente statale. Dei 76 infortuni mortali, 65 sono avvenuti durante il lavoro e 11 si sono verificati nel percorso casa-lavoro-casa. Nell'ambito dell'industria e servizi, il settore economico maggiormente colpito è rappresentato da quello delle costruzioni con 18 casi e 11 nelle industrie manifatturiere, a cui seguono 5 morti bianche nel commercio e 9 morti nel settore dei trasporti e comunicazioni.
La provincia più colpita è Catania con 23 morti, seguono Messina e Ragusa con 11 morti, Palermo con 9, Trapani e Agrigento con 7, Caltanissetta con 4, Siracusa con 3 e infine Enna con uno.
Gli infortuni in Sicilia rappresentano il 4,06% di quelli nazionali: un valore pressoché costante (+0,2%) rispetto all'anno precedente preso in esame. Nel 2008 sono stati denunciati all'Inail sempre in Sicilia 35.590 infortuni sul lavoro, di cui 30.209 nel settore industria e servizi, 2.709 in agricoltura e 2.672 per i dipendenti dello Stato. 

[Informazioni tratte da www.inail.it, La Siciliaweb.it]

- Il Rapporto Annuale 2008 Inail

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25 giugno 2009
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