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Mentre a Lampedusa continuano gli sbarchi, Pisanu e Gheddafi si dicono soddisfatti dell'operato italo-libico

19 gennaio 2006

Sono 218 i migranti che nella notte di mercoledì sono sbarcati sulle coste di Lampedusa. Tra di loro anche 10 donne e 17 bambini. Sono arrivati ammassati in un barcone di 17 metri. Il barcone è stato soccorso da motovedette della Capitaneria di Porto e della Guardia di Finanza. Un funzionario della Capitaneria di porto ha detto che ''sembra che le persone che erano a bordo siano tutte in buone condizioni di salute''. Intanto sono in corso le operazioni di identificazione.
Il barcone non era stato avvistato durante la navigazione verso l'Italia. Nella zona di mare prossima all'Italia vi sono buone condizioni, con mare calmo, che favoriscono l'arrivo di immigrati.
L'altro ieri (martedì 17) lo sbarco di 9 nordafricani giunti con una piccola imbarcazione, che era passata inosservata attraverso i controlli nel Canale di Sicilia, e l'arrivo di altri 17 migranti che sono stati soccorsi ad un paio di miglia dall'isola, al largo dell'isola dei Conigli, hanno interrotto la tregua che durava da molti giorni. Ieri  invece è stata la volta di 14 migranti tunisini a bordo di un'imbarcazione in legno di circa sei metri, approdata a Cala Guitigia, una spiaggia che si trova davanti al porto di Lampedusa.

E come al solito si aggrava la situazione del Cpt, dell'isola dove sono stati condotti i migranti. Il centro di Lampedusa sta ospitando oltre 500 persone, mentre potrebbe accogliere solo 190 persone. Per questo è stato condannato da varie Ong e dal Parlamento europeo, a causa dei maltrattamenti e delle mancanza di adeguate condizioni di accoglienza. A dicembre è giunta l'ennesima denuncia anche da parte di Amnesty International, perché spesso i migranti sbarcati sull'isola vengono rimandati con troppa facilità nei loro paesi d'origine.

L'incontro tra il ministro Pisanu e il colonnello Gheddafi
Il Ministro dell'Interno, Giuseppe Pisanu, ed il leader libico, Muhammar Gheddafi, si sono incontrati martedì scorso a Sirte, dove nel corso di un lungo colloquio hanno affrontato il tema della nuova emergenza immigrazione, degli sforzi congiunti per contenere il flusso di clandestini e dello sviluppo di programmi concreti per il contrasto all'immigrazione clandestina e alle organizzazioni criminali.
Pisanu e Gheddafi hanno concordato sul fatto che ''C'è una nuova emergenza immigrazione che preoccupa la Libia e l'Italia'', e che il fenomeno è in crescita. Infatti, ai flussi tradizionali che entrano in Libia attraverso i confini sud e orientali del Paese, se ne sono aggiunti altri provenienti dal Marocco. In tale contesto le organizzazioni criminali sono diventate sempre più spietate e gestiscono i loro traffici senza alcuna considerazione per il numero di clandestini che perdono la vita nell'attraversare il deserto libico o le acque del mediterraneo.

Sia Gheddafi che il ministro Pisanu, si sono detti convinti che la collaborazione italo-libica sul piano bilaterale debba essere integrata da un più esteso coinvolgimento dell'Africa e dell'Europa ed in particolar modo dei Paesi rivieraschi del mediterraneo, e che gli sforzi congiunti dei due paesi sono riusciti fino ad oggi a contenere il flusso di clandestini diretto verso l'Europa.
Il leader libico ha voluto inoltre sottolineare il ruolo che il ministro Pisanu ha svolto sia per intensificare la collaborazione italo-libica sia per promuovere in sede comunitaria quel piano di azione euro-libico in materia migratoria che oggi figura tra le priorità stabilite dal Consiglio Europeo di Bruxelles del 15 e 16 dicembre scorsi.
A conclusione dell'incontro il leader della rivoluzione e il ministro dell'interno italiano hanno auspicato lo sviluppo di programmi concreti tra i Paesi di origine, di transito e di destinazione dei flussi migratori, con lo scopo di favorire l'immigrazione regolare, contrastare l'immigrazione clandestina e combattere le organizzazioni criminali.

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19 gennaio 2006
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