Mentre c'è grande tensione tra Occidente e Medioriente, l'università di Palermo pensa all'ateneo italo-libico
Il primo passo per la costituzione della prima Università italo-libica
Un'iniziativa come quella che ci accingiamo a raccontare, in un periodo tanto drammatico e che sempre più prepotentemente evoca la temibile ''guerra fra civiltà'', è foriera di grandi speranze e nello stesso tempo simbolo dell'attuale forza che la cultura ha nell'andare oltre gli sbarramenti creati dalla violenza del terrorismo o dagli intrighi diplomatici.
Lontani dai tempi della cacciata degli italiani dalla Libia e dei missili lanciati contro Lampedusa, la Libia si apre all'Occidente ed è la Sicilia che viene chiamata a organizzare un'iniziativa di grande coesione, la nascita del dipartimento di italianistica a Bengasi, la più antica università libica.
Come dichiarato dal rettore dell'ateneo di Palermo, Giuseppe Silvestri, i primi corsi (che avranno una durata quadriennale) inizieranno ad ottobre, ''il primo passo per la costituzione dell'Università italo-libica sul modello di quella italo-francese che ha sede a Torino e Chambery''.
Il protocollo d'intesa è stato già sottoscritto dalle Università di Bengasi, Palermo, Messina, Catania e Reggio Calabria e si attende solo il via libera del governo italiano e di quello libico.
''È un fatto di grande rilevanza politica oltre che culturale - afferma il pro-rettore Giovanni Santangelo, che ha guidato la delegazione palermitana -. È il primo dipartimento di lingua e cultura italiana che si apre nei paesi arabi. In un momento in cui il clima tra oriente e occidente è alquanto teso noi gettiamo un ponte per il dialogo e la collaborazione. Un ponte sul quale potranno anche transitare commerci e scambi di tecnologie e conoscenze''.
Alle cinquanta matricole che già si sono iscritte, terrà la prima lezione Giovanni Ruffino, linguista, responsabile scientifico del progetto, nonché preside della facoltà palermitana di Lettere. Poi a rotazione - tre per volta - sarà il turno degli altri docenti dell'ateneo palermitano. I primi due anni saranno dedicati all'apprendimento della lingua italiana, i successivi due allo studio della cultura e della nostra letteratura. Dopo la prima fase gli studenti potranno continuare gli studi a Palermo, mentre i nostri iscritti ai corsi di arabo potranno recarsi a Bengasi.
''L'obiettivo principale è quello formare dei docenti di italiano in modo che possano poi operare nelle scuole superiori libiche - ha detto il prof. Ruffino -. Un punto di partenza per sviluppare rapporti commerciali. Infatti, non bisogna dimenticare che la lingua è il motore di ogni attività'', e un mezzo di avvicinamento adatto ad abbattere quelle barriere che dividono fomentando diversità e polemiche e tensioni.