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Mentre gli italiani continuano ad essere nel mirino della guerriglia, i talebani hanno già sostituito il mullah Dadullah

15 maggio 2007

Ancora gli italiani nel mirino della guerriglia afghana. Ieri mattina, intorno alle 10.20 locali, un convoglio del Provincial Reconstruction Team italiano ad Herat, composto da due mezzi in normale attività logistica, è rimasto coinvolto in una esplosione. A riferirlo è stato l'ufficio pubblica informazione di Isaf Rc-West.
In seguito alla deflagrazione due militari italiani, presenti all'interno del secondo mezzo, un Toyota Prado, sono rimasti lievemente feriti e sono stati soccorsi e condotti presso il Role 2 di Herat.
Il convoglio italiano si trovava sulla strada che collega la città di Herat con l'aeroporto, dove ha sede il quartier generale della Regione Ovest di Isaf al cui comando è il generale Antonio Satta.
I due militari italiani rimasti lievemente feriti nell'esplosione sono ''entrambi appartenenti al 151esimo Reggimento Fanteria Sassari''. Si tratta del caporal maggiore scelto Giuseppe Deias, di Oristano, e del caporal maggiore scelto Alessandro Murgia, di Cagliari. I due hanno riportato ferite leggere al collo e alla nuca causate da schegge.

Intanto, il mullah Dadullah, il temuto comandante talebano ucciso lo scorso fine settimana in uno scontro con le truppe statunitensi in Afghanistan, è stato rimpiazzato dal fratello minore, secondo quanto dichiarato da un portavoce dei talebani.
Il leader del movimento degli studenti coranici, mullah Mohammad Omar, ha chiesto al mullah Bakht Mohammad di prendere il posto del fratello come comandate delle operazioni nel sud del paese, secondo quanto riferito a Reuters dal portavoce Qari Mohammad Yousuf.
La morte di Dadullah, il principale architetto di attentati suicidi, rapimenti di afghani e stranieri (tra cui il giornalista di Repubblica Daniele Mastrogiacomo), esecuzioni e, in generale, responsabile dell'aumento di violenza nel sud dell'Afghanistan, è considerata come il più duro colpo inflitto ai talebani da quando hanno cominciato la resistenza armata contro le truppe straniere e il governo di Kabul, ma sicuramente non determinante affinché i talebani dichiarino una resa delle armi. ''I talebani continueranno la loro guerra santa sotto il comando del nuovo capo talebano, mullah Bakht Mohammad'', ha detto Qari. Insomma, la guerra continua.

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15 maggio 2007
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