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Mentre gli italiani riscoprono l'acqua del rubinetto...

...l'Adiconsum chiede al Governo che si istituisca subito un'Autorità indipendente dell'Acqua come per l'energia

25 gennaio 2011

Sulla questione dell'acqua è contraria l'Adiconsum a "contrapposizioni referendarie e ideologiche che non servono ai consumatori" perché, sottolinea Pietro Giordano segretario nazionale dell'Associazione, "esistono aziende pubbliche che efficientemente e con costi sostenibili, gestiscono l'Acqua, come esistono aziende private altrettanto efficienti e con costi sostenibili".
"La vicenda Telecom dimostra - prosegue Giordano in una nota - come le privatizzazioni non sempre producono abbattimento dei costi per i consumatori e qualità dei servizi. Solo regole certe che consentano di evitare gli errori del passato potranno realizzare un reale servizio universale ed essenziale quale quello dell'Acqua". Adiconsum chiede quindi al Governo "l'istituzione di una vera Autorità indipendente dell'Acqua, sul modello di quella dell'Energia, che sia in condizione di erogare sanzioni e di vigilare sul mercato dell'acqua". "Gli Enti locali che erogano servizi pubblici come quello dell'Acqua, sono 'fuorilegge' perché - spiega - non applicano un comma della Finanziaria 2008, impedendo alle associazioni imprenditoriali e dei consumatori, il potere d'indirizzo e di controllo previsto dalla legge. E' arrivata l'ora invece, che le amministrazioni pubbliche applichino la legge". "Mentre nelle aziende private, anche a tutela dei consumatori, - prosegue Giordano - assumano le funzioni d'indirizzo e controllo sia le rappresentanze dei lavoratori che degli Enti locali, attraverso propri rappresentanti. Sono anche necessarie convenzioni con grandi imprese che garantiscano l'universalità del servizio, economie di scala ed investimenti". "Il Governo - conclude - apra un confronto con le parti sociali per discutere quanto richiesto".

Intanto, sembra che gli italiani siano orientati a cambiare gusto in fatto di acqua da bere. Ben il 46% della popolazione beve acqua potabile del rubinetto (trattata e non), secondo una recente indagine di Aqua Italia, l'associazione delle aziende costruttrici e produttrici di impianti per il trattamento delle acque primarie, federata ad Anima (Confindustria). Si tratta di una propensione in crescita, un trend che si va affermando da 4 anni e che permette di stimare un ulteriore aumento nell'arco del 2011.
I dati si riferiscono al 2009 e rispetto al 2008 l'aumento è del 6%. Al contrario, chi dichiara di non aver mai bevuto acqua del rubinetto, o di averla bevuta in rari casi, si attesta intorno al 31% con un decremento del 6% rispetto a due anni prima.
La ricerca si è basata su un panel di 2.050 persone rappresentativo dell'intera popolazione nazionale, al quale è stato chiesto se avessero bevuto acqua potabile, trattata e non, nei precedenti 12 mesi. Risultato: il 74% degli intervistati dichiara di averla bevuta nell'arco del precedente anno. Un dato in costante crescita se si considera che nel 2006 la percentuale era del 70,4% e nel 2008 si aggirava intorno al 72%.
Questo costante incremento, secondo i promotori dell'indagine, denota un forte desiderio di cambiamento da parte degli italiani che hanno sempre detenuto il primato mondiale per il consumo pro capite di acqua in bottiglia (oltre 194 litri l'anno). [Adnkronos/Ing]

- C'è anche chi non vuole il referendum sull'acqua privatizzata... (Guidasicilia.it, 24/01/11)

 

 

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25 gennaio 2011
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