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Mentre il flop dei saldi estivi in Sicilia continua costante...

...Confcommercio e Confeserenti si scagliano contro il ddl regionale che "impone" nuove regole per la chiusura dei negozi

06 agosto 2010

La giunta di governo, presieduta da Raffaele Lombardo, ha dato parere favorevole al disegno di legge, predisposto dall'assessore regionale alle Attività produttive Marco Venturi, che introduce nuove regole per l'apertura e la chiusura dei negozi in Sicilia.
Il testo stabilisce come "regola ordinaria" la chiusura domenicale e festiva, non affidando questa scelta esclusivamente all'esercente. Tuttavia il disegno di legge - che adesso inizierà l'iter parlamentare - prevede due modalità per consentire la deroga al regime ordinario. E' lo stesso Venturi a spiegarle: "la prima consiste nella parziale modifica rispetto al regime ordinario, fermo restando l'impossibilità di apertura in occasione delle festività maggiori e per almeno 32 domeniche. Tale deroga è disposta dal comune interessato, sentite le organizzazioni sindacali, senza particolari formalità. La seconda opzione regolando l'ipotesi di ulteriore deroga rispetto a quanto previsto, prevede la convocazione di apposita conferenza di servizi da parte dell'assessore regionale alle Attività Produttive a cui partecipano i comuni interessati e le rappresentanze datoriali e sindacali".
Inoltre il disegno di legge, prevede l'abrogazione della disciplina dettata in tema di "comuni ad economia prevalentemente turistica e città d'arte".
Il testo introduce, infine, una normativa che, anche in ragione di quanto più volte richiesto pubblicamente dalle associazione dei commercianti, consente una mitigazione e programmazione delle aperture delle grandi strutture di vendita.

"Chiederemo un incontro urgente al presidente della commissione Attività produttive, Salvino Caputo. All'Ars avremo modo di rimettere in discussione il disegno di legge sul commercio approvato dalla giunta Lombardo e proposto, anzi imposto dall'assessore Marco Venturi" dicono Pietro Agen e Julo Consentino, rispettivamente presidente e coordinatore di Confcommercio Sicilia, e Giovanni Felice, presidente regionale di Confesercenti. "Avevamo avuto degli incontri in assessorato e ci eravamo riservati di esprimere valutazioni e proposte - proseguono le due associzazioni -. Non entriamo ora nel merito dei contenuti, perchè intendiamo discuterli con la commissione, ma ciò che contestiamo è un metodo inaccettabile e antidemocratico. Non è chiudendo la bocca agli operatori del commercio che si possono risolvere i problemi di un comparto".

Amaro il commento dell'assessore regionale alle Attività produttive, Marco Venturi, in merito alle dichiarazioni rilasciate dalle due associazioni. "Dispiace che Confcommercio e Confesercenti, ancora oggi, non intendano entrare nel merito del Ddl che introduce nuove regole per l'apertura e la chiusura dei negozi in Sicilia. Purtroppo questa è la loro posizione fin da quando abbiamo presentato la proposta di riforma di legge del settore. Il metodo adottato è stato quello della concertazione, il sistema più democratico che esista, attraverso diversi incontri che si sono svolti presso l'assessorato regionale alle Attività Produttive a partire da metà maggio sino a fine giugno, con le associazioni datoriali e con i sindacati di categoria". "Nessuno ha imposto nulla - come sostenuto da Confcommercio e Confesercenti - ma ho auspicato una collaborazione che, purtroppo, al di la' delle parole di circostanza, non è mai arrivata con proposte concrete e suggerimenti che, se sensati, sarebbero stati accolti. La tecnica adottata - prosegue Venturi - è stata invece quella di un certo modo di gestire la 'cosa pubblica': partecipare non con fini costruttivi, senza essere propositivi e col solo risultato di non dare risposte immediate ad una problematica molto sentita dal settore". "Il testo approvato dalla Giunta ha preso spunto, tra l'altro - ha aggiunto Venturi - dalle sollecitazioni giunte anche dai settori più deboli al fine di garantire il giusto diritto al riposo e alla condivisione del tempo libero in famiglia". "La Commissione parlamentare per le Attività Produttive è la sede più idonea per discutere nel merito sul disegno di legge. Mi auguro che in quella sede - ha concluso l'assessore - quando il presidente Caputo avrà fissato la data per la discussione, Confersecenti e Confcommercio si presentino con prosposte fattive abbandonando posizioni inutilmente preconcette che farebbero solo del male all'economia dell'Isola".

Al di la delle polemica tra la Regione e le due associzioni di categoria, la questione veramente preoccupante, resa nota da Confcommercio Sicilia, è il pessimo bilancio sull'andandamento dei saldi estivi in Sicilia: complessivamente si è registrato un calo del 30% rispetto al 2009, una flessione maggiore rispetto alla media nazionale. Il crollo di vendite si è avuto nei comparti moda ed elettronica, mentre nei consumatori crescono incertezza e sfiducia. "Abbiamo tracciato un primo bilancio sull'andamento dei saldi - dice Julo Cosentino -. Ad oggi l'andamento continua ad essere negativo, un quadro definitivo lo avremo a settembre. I comparti più colpiti dalla crisi sono moda ed elettronica".
Secondo Patrizia Di Dio, Presidente di Federmoda-Confcommercio Palermo, nel capoluogo il settore sopporta un calo compreso tra il 15% e il 30% rispetto allo scorso anno. "Molti esercenti - spiega - rischiano la chiusura, la flessione in alcuni casi è stata del 50% in meno rispetto al 2008".
Per il segretario regionale della Confesercenti Sicilia il dato negativo resta in linea con quello del 2009. "L'aspettativa di aumentare il fatturato con l'avvio dei saldi - ha osservato Giovanni Felice - è stata ampiamente disattesa e non è stata colmata la flessione delle vendite registrata a giugno. Quanto alle principali cause di arresto prime fra tutte la crisi economica e la riduzione degli occupati. A questi si aggiungano - ha sottolineato Felice - sfiducia e incertezza per il futuro".

[Informazioni tratte da Ansa, Adnkronos/Ing, La Siciliaweb.it]

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06 agosto 2010
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