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Mentre il ministro Livia Turco continua a difendere la legge 194, Veltroni accoglie il dialogo sulla moratoria sull'aborto

09 gennaio 2008

Il ministro della Salute, Livia Turco continua a difendere la legge 194, ammette la necessità di miglioramenti di strutture come i consultori e pone al Consiglio Superiore di Sanità tre quesiti: uno sulla sussistenza della vita autonoma del feto (a cui si fa riferimento negli articoli 6 e 7 della legge 194), l'altro sulle modalità di impiego del farmaco RU-486 e l'ultimo sull'assistenza ai nati molto pre termine.
Il ministro Turco, nel pieno del dibattito tra chi vorrebbe rivedere la legge sull'interruzione volontaria della gravidanza e chi la considerà un insieme di norme da non toccare, ha scritto al Css invitandolo a far sentire la sua voce per rendere palese "una significativa assunzione di responsabilità da parte della comunità scientifica italiana attraverso il pronunciamento del suo massimo organo di rappresentanza istituzionale".

Per quanto rigurda la difesa della 194, il ministro è tornata ad elencarne i molti lati positivi. A partire dalla drastica riduzione del numero degli aborti. "E' una legge saggia, lungimirante, attuale - ha ribadito Livia Turco - capace di coniugare responsabilità della donna e responsabilità del medico di fronte a decisioni di massima importanza". Grazie alla legge sull'interruzione volontaria di gravidanza, sempre secondo il ministro, "non solo è stata abolita la pratica indegna degli aborti clandestini, ma si sono avviate tutte quelle iniziative di supporto e sensibilizzazione ad una maternità consapevole e responsabile". Il ministro fornisce cifre che parlano di aborti ridotti del 44,6% dal 1982 (anno di massimo ricorso all'aborto) al 2006. Se poi il dato si limita alle donne italiane, la percentuale sale al 60%.
Secca infine la replica a chi definisce la 194 una legge eugenetica. Una replica affidata a norme che prevedono che l'aborto sia possibile "solo in caso di grave pericolo per la vita della donna". Queste disposizioni, dice Turco, confermano "in maniera chiarissima che non siamo in alcun caso di fronte a una legge eugenetica".

Sul dibattito riguardante la pillola abortiva RU-486, il ministro ha ricordato che nelle prossime settimane terminerà l'iter per autorizzare l'immissione in commercio della pillola. "Nelle prossime settimane l'Agenzia italiana del farmaco (Aifa) terminerà l'iter dell'Autorizzazione all'immissione in commercio (Aic) del farmaco, attraverso la procedura di mutuo riconoscimento prevista dalla normativa europea e vincolante per tutti i Paesi dell'Ue". Attualmente, ha ricordato il ministro, la RU-486 è già commercializzata "in Francia, Austria, Belgio, Germania, Danimarca, Grecia, Spagna, Finlandia, Lussemburgo, Paesi Bassi, Regno Unito, Svizzera e anche negli Stati Uniti, in Australia e in Cina". E ora, "con la procedura di mutuo riconoscimento attualmente in corso, saranno coinvolti insieme all'Italia anche il Portogallo, la Romania, l'Ungheria e la Lituania. In proposito - prosegue il ministro - il direttore generale dell'Aifa, Nello Martini, mi sottolinea in una sua missiva del 7 novembre scorso che 'la registrazione, la commercializzazione e l'impiego della RU-486 risultano compatibili e coerenti con la legge 194 e non hanno di per sé effetto induttivo o facilitante delle procedure abortive'. Infatti, la pillola sarà autorizzata per l'impiego esclusivamente in ospedale, secondo le procedure e le modalità previste dalla 194". In altre parole, il farmaco "si pone come alternativa all'intervento chirurgico quando tale procedura sia controindicata o sulla base della scelta responsabile della donna", scrive Turco.

Intanto, dopo che la moratoria sull'aborto, promossa da Giuliano Ferrara, ha avuto la ''benedizione'' del Papa (nei giorni scorsi Benedetto XVI, durante il tradizionale discorso agli ambasciatori dei 176 Paesi accreditati presso il Vaticano, pur non avallando esplicitamente la proposta di moratoria sull'aborto, ha però denunciato gli "attacchi preoccupanti all'integrità della famiglia, fondata sul matrimonio tra uomo e donna" e ha auspicato che la moratoria decisa dall'Onu sulla pena di morte possa "stimolare il dibattito pubblico sul carattere sacro della vita"), il segretario nazionale del Pd, Walter Veltroni, ha risposto alla lettera che Ferrara gli aveva inviato invitandolo per un incontro sulla campagna per una moratoria. «La legge 194 che regola le interruzioni di gravidanza è una conquista di civiltà che deve essere difesa, ma non mi spaventa una discussione di merito, che tenga a rafforzare gli aspetti di prevenzione, perché l'aborto non è un diritto assoluto, ma è sempre un dramma da contrastare e da prevenire». Veltroni ha subito puntualizzato di ritenere «certamente utile questo incontro, le cui modalità saranno presto definite. Non ritengo infatti banali né strumentali le questioni poste, che interrogano le coscienze, pongono problemi di natura morale. E credo giusto che anche una sede politica trovi modi e forme di discussione e confronto, non soltanto al suo interno».
Pronta la replica di Ferrara secondo il quale «un dialogo così impostato parte bene e può essere condotto senza strumentalismi politicanti e senza secondi fini di qualsiasi genere, al solo scopo di capire meglio che cosa ci sia da fare tre decenni dopo il varo in tutto il mondo delle legislazioni che decisero di tutelare tragicamente la maternità e la salute delle donne minacciate dalle pratiche dell'aborto clandestino».

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09 gennaio 2008
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