Mentre il Vino Italiano conquista il Mondo intero, quello siciliano sbarca nel Paese della Grande Muraglia
Nel 2006 aumentano del 3,5 per cento le esportazioni di vino Made in Italy nel mondo che fanno segnare un nuovo record dopo il boom fatto registrato lo scorso anno quando le vendite all'estero hanno raggiunto quasi i tre miliardi di Euro. È quanto emerge da una analisi della Coldiretti sulla base dei dati Istat relativi al primo mese dell'anno. Da questi ultimi emerge infatti un risultato positivo che è il frutto di una sostanziale stabilità delle esportazioni a livello Ue (+0,2 per cento) e di un forte aumento nei Paesi extracomunitari (+7,2 per cento).
Gli Stati Uniti, rileva la Coldiretti, sono diventati nel 2005 il primo mercato di sbocco del vino Made in Italy con un valore di 771,3 milioni di euro, che rappresenta un quarto del valore delle esportazioni, superiore a quello realizzato in Germania che tradizionalmente ha tenuto la leadership degli acquisti, ma che ora segna in valore totale annuale di 694,2 milioni di euro.
I primi risultati del 2006, sostiene sempre la Coldiretti, dimostrano la presenza di nuove e rilevanti opportunità di crescita del vino Made in Italy che nel 2005 ha raggiunto un fatturato record di 9 miliardi di euro con buone prospettive per l'anno in corso grazie ad una produzione di buona qualità contenuta a 48,1 milioni di ettolitri della quale quasi un terzo, per un totale di 15 milioni di ettolitri, destinata a vini Doc o Docg. Un deciso orientamento alla qualità che, precisa l'associazione, ha fatto diventare il vino uno dei più autorevoli ambasciatori dell'Italia nel mondo.
I risultati di un’altra ricerca dell'Istituto Piepoli, commissionata dall'istituto Leonardo e dall'Ice, evidenzia d'altronde come per uno straniero su due (45 per cento) siano i vini e il cibo la prima cosa che viene in mente pensando all'Italia, più che i luoghi (20 per cento), l'abbigliamento (19 per cento) e il calcio (15 per cento).
Si tratta, per la Coldiretti, di un patrimonio di immagine per le imprese nazionali che va difeso nei confronti delle imitazioni, che solo negli Stati Uniti sviluppano un mercato quasi uguale a quello delle nostre esportazioni. In altre parole è ''falsa'' una bottiglia su due. Se negli Usa non è quindi difficile imbattersi in curiose bottiglie di Chianti, Sangiovese, Refosco e Barbera anche Rosé, Barolo e Super Piemontese prodotti in California, ma anche Moscato e Malvasia, con ''DOC'' californiane Napa Valley o Sonoma County, sono numerosi i Paesi dove è possibile spacciare vini locali come italiani.
L'importante accordo con gli Stati Uniti che ha portato alla tutela delle denominazioni Chianti e Marsala non deve tradursi quindi, conclude la Coldiretti, in un via libera indiscriminato a pratiche enologiche controverse in cambio di insufficienti concessioni nella tutela delle denominazioni di origine dalle imitazioni che devono invece trovare una più completa protezione nell'ambito del Wto. [Aise]
Notizie dall'appena conclusosi Vinitaly 2006
La Cina punta sulla Sicilia: il ''Corvo'' sbarca nel Paese della Grande Muraglia
E' ancora solo una pattuglia, poche migliaia di bottiglie di Corvo Rosso e Corvo Bianco e del Grecale della Florio. Ma l'Illva di Saronno, proprietaria dei due storici marchi siciliani, ha investito, di recente, ben 45 milioni di euro per acquisire il 30% della più grande azienda cinese di distribuzione di vini. Le restanti quote sono a carico dello Stato cinese, dei suoi manager e di una banca d'affari.
A fronte di un simile impegno finanziario, la gamma dei prodotti che il gruppo Illva ha in mente di far arrivare nel paese asiatico e il volume d'affari auspicato è chiaramente di ben altra consistenza. Il primo prodotto a partire, dall'Italia verso la Cina, a metà del 2005, è stato lo storico Amaretto; adesso è il momento del vino.
L'obiettivo sono i 300 milioni di benestanti cinesi che, su una popolazione totale di oltre un miliardo e mezzo di persone, sono già classificati come potenziali clienti. ''Se le prime trentamila bottiglie di vino da tavola, con marchio Corvo e Florio, inviate per iniziare la conquista del mercato cinese registreranno i successi preventivati, in Cina sbarcherà - spiega a WineNews, Carlo Casavecchia, direttore delle casa siciliana - anche il terzo marchio storico dell'isola di proprietà dell'Illva, la Duca di Salaparuta, con i suoi prodotti di gamma e di prezzo più alti''.