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Mentre in Afghanistan si muore...

Morto in un incidente ad Herat un giovane militare palermitano. Botta e risposta tra il 'Times' e Palazzo Chigi

15 ottobre 2009

Si chiama Rosario Ponziano, originario di Palermo, aveva 25 anni ed era primo caporal maggiore fuciliere del 4° Reggimento Alpini Paracadutisti di Bolzano il militare morto nell'incidente avvenuto nella notte in Afghanistan.
La vittima si trovava a bordo di un blindato "Lince" del contingente italiano durante uno spostamento operativo dalla città di Herat a Shindad, nella parte occidentale del Paese. I famigliari, secondo fonti militari, sono già stati avvertiti. All'interno del mezzo si trovavano altri due militari che hanno riportato solo delle contusioni. Secondo il Regional Command West di Herat, a guida italiana, il mezzo blindato si è ribaltato, finendo in un dirupo.
Il "Lince" percorreva una delle tante strade piuttosto sconnesse della zona.
Il portavoce del contingente italiano, il maggiore Marco Amoriello, sentito da Sky, ha spiegato che il mezzo non aveva problemi: "Ogni giorno - ha detto - noi abbiamo in giro decine di 'Lince' che percorrono centinaia di migliaia di chilometri su strade molto diverse dalle nostre autostrade. Questo è il primo evento mortale in sette mesi. Il tasso di incidentistica, in queste condizioni, è davvero molto basso".

Il Times accusa: "Gli italiani pagavano i Talebani per evitare gli attacchi" - I servizi segreti italiani avrebbero pagato decine di migliaia di dollari ai comandanti Talebani ed ai signori della guerra locali per mantenere calma l'area di Sarobi, ad est di Kabul, così come la provincia di Herat. A scriverlo è oggi il quotidiano britannico 'Times' che cita ufficiali militari occidentali.
"Quando dieci soldati francesi vennero uccisi l'anno scorso in un'imboscata dei guerriglieri afgani in quella che sembrava un'area relativamente pacifica, l'opinione pubblica francese restò inorridita", si legge nell'edizione online del giornale, che ricorda che i francesi avevano assunto il controllo dell'area di Sarobi, ad est di Kabul - prima affidata agli italiani - da appena un mese. "Ciò che il paese in lutto non sapeva era che nei mesi prima che arrivassero i soldati francesi a metà 2008, i servizi segreti italiani avevano pagato decine di migliaia di dollari ai comandanti Talebani ed ai signori della guerra locali per mantenere l'area calma. I pagamenti, la cui esistenza è stata mantenuta nascosta alle forze francesi, è stata rivelata da ufficiali militari occidentali".
Secca la smentita di palazzo Chigi. "Il Governo Berlusconi non ha mai autorizzato né consentito alcuna forma di pagamento di somme di danaro in favore di membri dell'insorgenza di matrice talebana in Afghanistan, né ha cognizione di simili iniziative attuate dal precedente governo". "A riprova di ciò, - si legge in una nota - è sufficiente ricordare che soltanto nella prima metà dell'anno 2008 i contingenti italiani schierati in Afghanistan hanno subito numerosi attacchi e, specificamente nell'area del distretto di Surobi, il 13 febbraio 2008, nel corso di uno di questi è rimasto ucciso il Sottotenente Francesco Pezzulo". "Nonostante le difficoltà ambientali, - prosegue la nota - l'opera del Contingente italiano è comunque proseguita in linea con le indicazioni fornite dal Governo sulla base degli impegni assunti a livello internazionale, conseguendo unanime consenso in ambito NATO e da parte dei Paesi alleati. In proposito, è utile altresì evidenziare che, come si rileva anche da agenzie di stampa dell'epoca, l'operato della FOB (Forward Operational Base) nel distretto di Surobi è stato oggetto di apprezzamento e riconoscimenti in ambito ISAF e, in particolare, da parte del Generale USA David McKiernan, all'epoca Comandante in capo delle Forze NATO in Afghanistan, il quale ha sottolineato ''i risultati ottenuti dal Contingente italiano, in particolare nel distretto di Surobi. Con la costruzione di ponti, pozzi, scuole ed aiuti all'agricoltura, questa zona, rurale prima dell'arrivo degli italiani, è diventata un modello da seguire per l'ISAF". "Parimenti, nel periodo indicato, numerose sono state le manifestazioni di gratitudine e riconoscenza per il contributo offerto dall'intelligence italiana, riconosciuta capace di fornire un supporto informativo estremamente tempestivo e contestualizzato a favore di tutte le forze ISAF. Si esclude altresì - conclude la nota - che l'Ambasciatore degli Stati Uniti a Roma abbia, all'inizio del mese di giugno 2008, inoltrato al Governo italiano un formale reclamo da parte del suo Paese in relazione ad ipotetici pagamenti in favore dell'insorgenza talebana".

[Informazioni tratte da Repubblica.it, Adnkronos/Ing]

 

 

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15 ottobre 2009
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