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Mentre l'Amap prende il posto di Aps (provvisoriamente)

Se nel Palermitano si pensa di tornare alla gestione pubblica dell'acqua, nell'Agrigentino il M5S denuncia la completa privatizzazione della gestione idrica

14 gennaio 2015

Sembra sia arrivata ad una svolta la vicenda della società Aps, Acque potabili siciliane, che ha gestito il servizio idrico in 52 Comuni del Palermitano, dichiarata fallita. Si va verso una gestione provvisoria del servizio idrico da parte dell’Amap.
Ieri si sono riuniti come rappresentanti della Regione, il presidente Rosario Crocetta, l'assessore all'Energia Vania Contrafatto, il presidente della commissione Affari Istituzionali Antonello Cracolici, l'Ufficio legale e legislativo della Regione; per il Comune di Palermo erano presenti il sindaco Leoluca Orlando e gli assessori Cesare La Piana e Luciano Abbonato, per la provincia il commissario Manlio Munafò, per Amap il presidente Maria Prestigiacomo.
Nel corso dell'incontro si è convenuto che Amap con separato ramo d'azienda, potrà gestire dal 31 gennaio il servizio idrico per i comuni di competenza Aps, per un periodo non superiore a 8 mesi. Nel corso di tale periodo dovrà essere verificata la possibilità di affidare definitivamente il servizio idrico integrato pubblico, a un gestore unico, con il coinvolgimento dei comuni interessati della provincia di Palermo.

"Questo incontro si inserisce in quel percorso intrapreso sin dal mio insediamento - ha aggiunto l’assessore Contrafatto - La gestione dei Comuni ex Aps passerà per una fase di start up di otto mesi all'Amap, che si farà carico mediante creazione di un apposito ramo d'azienda anche dei lavoratori della fallita società così da salvaguardare i livelli occupazionali". "Si ritorna così alla gestione pubblica dell'acqua - ha concluso l’ex magistrato - attraverso il coinvolgimento dei Comuni. Definiremo presto la forma giuridica più adatta, ma l'importante è garantire l'equilibrio economico e finanziario del servizio".

Il Comune di Palermo ha confermato la disponibilità delle sue Aziende partecipate, e in particolare dell’Amap - dopo il fallimento di Aps - a mettere a disposizione competenze, strutture e professionalità in una prospettiva di area larga. "E’ evidente - ha detto il sindaco Orlando - che ciò dovrà realizzarsi, dopo la disastrosa gestione privata degli anni scorsi, nel presupposto della pubblicità della gestione dell’acqua e con il necessario consenso e coinvolgimento dei Comuni interessati e nel pieno e inderogabile rispetto degli equilibri finanziari e gestionali dell’Amap".

Intanto, il Movimento 5 Stelle all’Ars denuncia la completa privatizzazione dell’acqua nell’Agrigentino. "E' una storia, quella della privatizzazione dell'acqua in provincia di Agrigento, che nemmeno il conterraneo Luigi Pirandello avrebbe potuto scrivere meglio" ha detto il deputato Matteo Mangiacavallo.
Il commissario straordinario del Comune di Licata, l’On Brandara, nominato dal presidente Crocetta, avallando le decisioni dei sindaci di Canicattì, Ravanusa e Grotte, attraverso un suo delegato, avrebbe votato la consegna delle reti del consorzio Tre Sorgenti alla Girgenti Acque Spa. Il tutto, in pieno contrasto con un successivo atto di indirizzo dello stesso consiglio comunale licatese; circostanza questa che sarà oggetto di apposita interrogazione da parte del deputato Mangiacavallo. "Privatizzazione dell'acqua, dunque, che nell'agrigentino non si arresta".

"Crocetta non ci stupisce più. Non ci stupisce che dica qualcosa per poi smentirsi puntualmente, - aggiunge Mangiacavallo - e soprattutto, non stupisce se ai proclami della campagna elettorale faccia seguire fatti di indirizzo opposto. Infatti, grazie ad un suo commissario si completa l'ennesimo atto che toglie la maschera ad un governo schiavo delle lobby di potere e sordo di fronte alle richieste dei cittadini. Non vengono traditi soltanto i suoi elettori ma anche tutti i cittadini siciliani, la stragrande maggioranza, che nel 2011 hanno votato SI al referendum pro acqua pubblica". "L'ennesima vergogna, l'ennesima incoerenza, - conclude il deputato M5s - che fa il paio a quella di commissariare i Comuni "ribelli" per consegnare le reti ad un gestore inefficace, inefficiente e non certo economico. Comuni, fra l'altro, legittimati alla gestione diretta da una legge votata dal parlamento siciliano. Non siamo alle comiche o davanti ad una barzelletta ma di fronte alla realtà dei fatti. Purtroppo per noi agrigentini, per noi siciliani".

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14 gennaio 2015
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