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Mentre l'Ue discute su chi deve aiutare i clandestini in balia del mare, a Lampedusa ne sono giunti nella notte 324

14 giugno 2007

Sono in tutto 324 i clandestini giunti nella notte a Lampedusa, in due sbarchi consecutivi. Il primo, un vecchio peschereccio con 279 immigrati, tra cui undici donne e numerosi minori, è approdato poco prima della mezzanotte nel porto dopo essere stato intercettato a dieci miglia ad Est dell'isola da due motovedette della Guardia costiera. Il secondo gruppo, di 45 persone tra le quali due donne, su di un gommone, è stato invece intercettato intorno all'una da una motovedetta della Guardia di finanza a 30 miglia a Sud-ovest delle Pelagie, in acque di competenza maltese. Le operazioni di soccorso, alle quali ha partecipato anche una nave della Marina militare, sono state coordinate dalla Centrale operativa della Capitaneria di Porto di Palermo.
Tutti gli extracomunitari, apparsi particolarmente provati, sono stati trasferiti nel Centro di Prima accoglienza di Lampedusa dove attualmente si trovano oltre 400 immigrati. La struttura, che ha una capienza di 190 posti, è dunque nuovamente al collasso. La Prefettura di Agrigento dovrebbe organizzare in giornata i primi trasferimenti verso altri Cpt.

Nel Canale di Sicilia in nottata era stata avvistata anche un'altra barca con a bordo 300 persone, secondo stime a occhio, e che è stata soccorsa dalle autorità maltesi.
Un soccorso avvenuto giusto all'indomani della discussione avvenuta in apertura del Consiglio dei ministri Giustizia e Affari interni Europei, a Lussemburgo. Infatti, dopo le polemiche della scorsa settimana sul rifiuto di Malta di accogliere 26 persone salvate da un peschereccio spagnolo, la questione dei salvataggi è stata apertamente discussa. L'accusa nei confronti del piccolo stato mediterraneo, rivolta giorni fa dallo stesso commissario Franco Frattini, è di non rispettare le regole che impongono il soccorso per le imbarcazioni in difficoltà. Per mettere fine alle critiche, La Valletta ha proposto allora che  le operazioni di salvataggio siano gestite in modo congiunto dagli stati membri, così come l'accoglienza dei profughi. Una proposta che comporterebbe una divisione di spese oltre che di responsabilità, che non tutti gli stati membri sono disposti ad accettare.
Il ministro degli Interni maltese Tonio Borg ha detto: ''La questione non è di sapere chi fa l'operazione di salvataggio (logicamente è la nave più vicina al punto del naufragio che deve andare in soccorso). Il problema è chi, in seguito, accetta gli immigranti, soprattutto quando provengono da un Paese extra comunitario che non rispetta gli obblighi internazionali''.
La richiesta di Borg è che i migranti siano accolti a turno dai ventisette dell'Unione, ''in proporzione della popolazione del paese ospitante''.

I ministri dell'Interno dell'Ue si sono, dunque, detti pronti ad aiutare Malta a far fronte all'ondata a ciclo continuo di immigrati clandestini. ''C'è una volontà generale ad accettare che ci sono delle responsabilità da condividere'', ha detto alla fine dell'incontro il ministro dell'Interno tedesco Wolfgang Schaeuble.
I diplomatici discuteranno se queste responsabilità vorranno dire assistenza economica o prendersi in carico gli immigrati. Molti dubitano che si possa raggiungere un accordo sul dividersi gli immigrati intercettati in mare. ''Sembra molto difficile. Non vedo, tecnicamente, come si possa fare'', ha detto ai giornalisti il ministro francese dell'Immigrazione e dell'identità nazionale Brice Hortefeux. ''Ci sono sempre impegni politici ad aiutare ma quando viene il momento di fare cose concrete, non c'è nessuno'', ha detto un diplomatico Ue.
Il vicepresidente della Commissione Ue, Franco Frattini, si è impegnato a ''non lasciare Malta da sola'' di fronte all'afflusso di immigrati.

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14 giugno 2007
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