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Mentre la Panther Gas lamenta la mancanza di serietà siciliana, la Regione ha approvato una norma anti-trivelle

02 ottobre 2007

''Contro di noi c'è una campagna fondata su una serie di equivoci. Il Val di Noto non corre alcun rischio ambientale e, soprattutto, vogliamo chiarire che non ci occupiamo di petrolio ma di gas, per sua natura pulito''. Nei giorni scorsi Jim Smitherman, presidente della ''Panther Gas'', società texana che nel 2004 ha avuto dalla Regione siciliana la concessione per la ricerca di metano nel Val di Noto, insieme a Francis Brophy, rappresentante della francese ''Maurel & Prom'', partner nel progetto, hanno tenuto a Palermo una conferenza stampa, dopo che le vicende del Val di Noto, dichiarato dall'Unesco patrimonio dell'umanità, da mesi rimbalzano sulla stampa internazionale.

''Con il metano i rischi ambientali - ha affermato l'ingegnere della Panther, Giuseppe Palmeri - non esistono. Che dire, allora, delle estrazioni di petrolio dell'Agip che vanno avanti da decenni nel campo di Ragusa?''.
Finora la società, che ha avuto la concessione per 21 pozzi, ne ha trivellati due e da due anni è in attesa che la Regione ne autorizzi un terzo. Finora si tratta soltanto di esplorazioni, non c'è in corso alcuna attività estrattiva.
Su un'area di circa 750 chilometri quadrati, la ''Panther'' ha rinunciato a 86 chilometri quadrati ''per sfatare - dicono i responsabili - l'idea che nell'area potessero verificarsi danni nei siti protetti. E' stato solo un nostro scrupolo, perché nessuno si è mai sognato di andare a scavare sotto la cattedrale di Noto o nella riserva naturale di Vendicari''.

''E' ipocrita - ha dichiarato Smitherman - che per esempio il Comune di Noto da un lato continui ad incassare le royalties dall'Eni e dall'altro si rifiuti di rispettare un accordo sottoscritto con noi nel 2005. Quanto alle proteste - ha aggiunto - non è vero che la popolazione è contro le trivellazioni. Noi rispettiamo le leggi, lo stesso dovrebbero fare la Regione e le amministrazioni locali: abbiamo già speso 10 dei 43 milioni d'investimento, non ci possono dire ora che ci hanno ripensato. Fin qui venire in Sicilia si è dimostrato errato''.

Nonostante le concessioni date, correttezza venuta a mancare e accordi presi - più o meno fumosi -, la Giunta regionale nella seduta di ieri ha approvato un disegno di legge che introduce il divieto di concedere permessi di ricerca di idrocarburi liquidi e gassosi in Sicilia.
A farlo sapere è stato l'assessore regionale all'Industria, Giovanna Candura, secondo cui ''finalmente si fa chiarezza in un settore controverso e dibattuto come quello in questione''.
''La battaglia politica di Alleanza Nazionale per uno sviluppo sostenibile ha avuto successo, anche se si tratta di un disegno di legge che va addirittura oltre da quanto da noi auspicato'', ha detto il coordinatore regionale di An, Giuseppe Scalia. ''Trovo eccessivo - ha chiarito poi il coordinatore di An - il blocco totale operato dal Governo regionale alla ricerca di gas e idrocaburi in Sicilia, il testo del governo andrà sicuramente integrato al nostro ddl 'Pogliese', che riordina in maniera chiara il settore della ricerca degli idrocarburi nelle aree ad alto interesse culturale, ambientale e paesaggistico''. ''I due testi - ha concluso Scalia - potranno trovare convergenze nel percorso legislativo nelle commissioni competenti in modo da rendere più rapido l'iter legislativo di approvazione della legge di riordino del settore e di approvare a breve scadenza il disegno di legge, al fine di consentire agli assessorati competenti di provvedere agli atti consequenziali''.

Nei giorni scorsi il sindaco di Noto, Corrado Valvo, aveva accolto ''con vero piacere la presentazione all'Ars del disegno di legge da parte di Salvo Pogliese per impedire o regolamentare le trivellazioni nel Val di Noto. Questo fatto rappresenta un inizio di quel percorso legislativo che abbiamo sempre invocato e che potrà integrarsi con la proposta che il presidente Cuffaro presenterà''.

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02 ottobre 2007
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