Mentre Orlando si candida a sindaco...
... Confindustria provoca dicendo che forse sarebbe meglio prorogare il commissariamento della città
Dunque, Leoluca Orlando si candida a sindaco di Palermo, e ieri lo ha ufficialmente annunciato in una conferenza stampa. "Palermo è una città in default - ha detto - e fino adesso nessun candidato a sindaco ha fatto appello alle categorie produttive, salvo patteggiare qualche assessorato". "Mi candido perché le primarie sono state inquinate e truccate", ha continuato, spiegando il motivo per il quale ha deciso di candidarsi nonostante la vittoria delle primarie di Fabrizio Ferrandelli. "Le Primarie andavano azzerate e - ha osservato - bisognava trovare un altro candidato". "A Napoli, dove è stato candidato De Magistris, sono state annullate e la stessa cosa andava fatta a Palermo ", ha detto.
"Qui a Palermo la foto di Vasto non c'entra - ha sottolineato -. Non c'entra con un contesto che qui parla di brogli, minacce, e persino di un presidente indagato per mafia". "Non potevamo certo consentire una resa a fronte di una sconfitta contro un candidato abusivo di Primarie dopate", ha dichiarato Orlando parlando di Ferrandelli senza mai nominarlo. "Anche Sel aveva parlato di primarie inquinate e ora prendo atto che ha scelto altrimenti. Non è normale che si faccia incetta di certificati elettorali". "Il suo percorso - ha detto ancora a proposito di Ferrandelli - è stato virtuoso fino a un certo momento, poi, forse per la giovane età o per smania di protagonismo è finito nelle mani di Cracolici e Lumia, cioè i compari di Lombardo. E questo percorso è finito a ottobre quando lui durante un'assemblea pubblica parlava di candidatura e in prima fila c'era seduto Cracolici. Lui non è un candidato last minute, ma molto prima, forse era un progetto in cui lui era strumento, non so se consapevole o meno, di questa linea politica. Un percorso virtuoso diventato rischioso perché ha consentito che ci fossero brogli alle primarie da parte dei suoi sostenitori. E ancora più grave è che è andato a sostenere i presunti colpevoli dei brogli".
Secondo Orlando a Palermo "è in gioco la credibilità del vero centrosinistra ed è in gioco la libertà di voto dei palermitani. Per questo motivo ho apprezzato Rita Borsellino che parlava di 'mercato delle vacche'. Credo che alla denuncia debba corrispondere un impegno concreto". "Non c'è un problema generazionale - ha sottolineato a chi gli ha fatto notare che si candida per la quinta volta alle amministrative - con la mia candidatura a sindaco, ma il problema è scegliere tra uno scalatore di montagna e un passista di pianura. Io sono uno scalatore di montagna". "Io andrò dal ministro Cancellieri e dal commissario del Comune Latella ed esigerò la libertà di voto - ha annunciato -. Non vogliamo fare ricorso ai nuclei speciali dell'Onu per avere un voto libero".
"Al presidente Lombardo dico giù le mani da Palermo - ha continuato -, giù le mani da una città da un milione di persone che non possono restare ostaggio di un governatore indagato per mafia". Parlando delle elezioni del 2007 quando vinse Diego Cammarata, Orlando ha dichiarato: "I brogli che ci furono alle amministrative del 2007 pesano ancora come un macigno, Cammarata è stato un sindaco abusivo".
Per Fabrizio Ferrandelli "Orlando è isolato. La sua candidatura certamente danneggia la coalizione e tradisce i 30 mila elettori palermitani che hanno votato alle primarie come strumento di compattezza. Chiunque si è assunto la responsabilità di spaccare il centrosinistra - ha aggiunto - dovrà renderne conto ai palermitani che a maggio diranno chiaramente come la pensano". "Sono l'unico candidato legittimato del centrosinistra", ha aggiunto. "Forse Orlando è stato spinto da un motivo più tattico che politico. Senza la candidatura di Orlando il centrosinistra avrebbe potuto vincere al primo turno le elezioni - ha detto ancora Ferrandelli - invece adesso diventa tutto più complicato. Spero che al ballottaggio possa tornare l'unità del centrosinistra. Orlando si prenderà la responsabilità di questa scelta". "Mi auguro adesso che Orlando superi questo momento di smarrimento e recuperi il senno del senso di unità nel ballottaggio nel quale dovrà sostenerci" ha infine concluso.
La provocazione di Confindustria Palermo: "Prorogare il commissariamento" - "Si proroghi il commissariamento del Comune di Palermo, fino a quando non ci saranno programmi seri e credibili per la città e non scenderanno in campo le energie migliori della politica. Lo chiediamo a nome delle 530 imprese che fanno parte della associazione e che occupano circa 60 mila persone". È la provocazione lanciata dal Presidente di Confindustria Palermo Alessandro Albanese, durante una conferenza stampa.
"La politica è evanescente, i partiti sono evanescenti - ha aggiunto - e ancora non ci ha detto come vuole risolvere le emergenze della città che è in ginocchio". Confindustria ritiene obbligatorio che "i leader delle forze politiche, personalmente e direttamente scendano in campo e si assumano il dovere di risollevare la città".
"La politica - ha detto Albanese - è in uno stato di degenerazione peggio del 1992". "A Palermo la politica ha portato l'economia e l'impresa al baratro - prosegue - Le uniche risposte finora annunciate manifestano l'assoluto disinteresse per il mondo dell'impresa. Non ci sembra che quanto proposto finora abbia la possibilità di riportare Palermo ai livelli di vivibilità e di sostenibilità. Si perpetua il vecchio sistema della clientela e dell'assistenzialismo. L'esempio del governo Monti evidenzia molte similitudini con la situazione di Palermo. Ove persistano queste proposte della politica - continua - pensiamo sia opportuno mantenere un commissariamento della città. Non vediamo altre soluzioni che un governo che agisca rapidamente e con il supporto civile e responsabile della politica di ogni parte sociale, di ogni categoria professionale, di ogni cittadino per superare le emergenze e i bisogni impellenti con misure serie, urgenti, efficaci. Ciò permetterà alla politica di decantare in questo momento di frammentazione e confusione per tornare a cimentarsi al più presto in una nuova elezione che trovi una situazione più chiara oltre che meno difficile per Palermo e i suoi cittadini".
A chi chiede se è possibile prorogare il commissariamento il presidente provinciale della associazione degli industriali ha risposto "se non si presentano le liste giorno 11, si potrebbe anche fare".
I 5 PUNTI DI CONFIUNDUSTRIA - Quattromila esuberi tra gli impiegati del Comune e delle società partecipate, ristrutturazione della macchina comunale, liberalizzazione dei servizi pubblici locali, no a una fiscalità vessatoria per le imprese e una corsia privilegiata per i grandi progetti turisco-culturali. Sono le cinque proposte di Confindustria ai candidati a sindaco di Palermo per governare la città e ridare slancio all'economia locale, contenute in un documento stilato dalla associazione, che le definisce "obbligatorie e necessarie". "L'alternativa - ha spiegato il presidente Albanese - è l'arretratezza, il regresso fino al baratro". Secondo l'associazione, non c'è altra scelta che procedere a un piano di esodo del personale, che quantifica in 4 mila unità, perchè "il Comune non può garantire la permanenza di schiere improduttive di lavoratori a carico dei contribuenti ed è impraticabile la strada degli inaprimenti fiscali per colmare sprechi, mantenere organici sterminati e perpetuare una diffusa e deplorevole inefficienza di tutti i servizi", e chiede anche "la razionalizzazione degli uffici".
Per Confindustria poi, "Amia, Amat e Gesip sono esempi di croniche disfunzioni". "I servizi locali - scrivono gli industriali - finchè continueranno a essere gestiti dal pubblico, porteranno a risultati fallimentari in termini economici e di efficienza del servizio". Per ripianare i conti dell'amministrazione e ottimizzare i costi, l'unica via "è quella della privatizzazione, attraverso 16 gare". Stop a un'inasprimento della tassazione a carico del sistema economico e produttivo privato. Per gli industriali "non si può ipotizzare nè il raddoppio dell'addizionale Irpef, nè l'aumento dell'Imu, nè ritocchi alla Tarsu, perchè se da un lato sono necessarie misure fiscali straordinarie per evitare il dissesto, l'aumento della pressione fiscale servirebbe solo a tamponare la falla causata dalla spesa astronomica per i costi del personale". Infine propongono "procedure accelerate per i progetti di finanza delle infrastrutture turistiche e culturali con la riabilitazione della Fiera del Mediterraneo, in polo congressuale, la realizzazione di un urban center e auditorium, a due passi del Politeama, e l'apertura di una cittadella della scienza nell'area del mercato ortofrutticolo".
[Informazioni tratte da Adnkronos/Ign, ANSA, Lasiciliaweb.it, Corriere del Mezzogiorno]