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Migranti tra la vita e la morte...

Ieri a Lampedusa è nata Gifty, che ha "viaggiato" insieme ai 760 profughi sbarcati nell'isola. A Pantelleria, trovata la terza vittima del tragico naufragio del 13 aprile scorso

20 aprile 2011

Dopo il maxi sbarco di ieri, con l'arrivo di 760 profughi, Lampedusa è tornata nuovamente a svuotarsi. Gli immigrati giunti ieri pomeriggio, infatti, sono stati subito trasferiti con la nave "Flaminia", che era già in rada, insieme ad altri 230 extracomunitari ospiti del Centro di prima accoglienza. I quasi mille profughi, tutti partiti dalla Libia, sono stati imbarcati intorno alla mezzanotte sul traghetto della Tirrenia diretto a Crotone e Bari, dove gli immigrati saranno smistati nelle strutture allestite per i richiedenti asilo.
A Lampedusa restano ancora alcune decine di tunisini, 50 dei quali sbarcati nella notte di lunedì, che saranno rimpatriati in base all'accordo bilaterale stipulato da governo italiano e da quello di Tunisi.

In 760 su un peschereccio - Ieri, nel primo pomeriggio a Lampedusa, sono sbarcati 760 profughi (arrivati da Ghana, Nigeria, Sudan, Ciad, Congo, Egitto, Algeria, Bangladesh, Pakistan e 2 persino dalla Libia). Tra loro circa 50 minori, tra cui anche neonati, e una sessantina di donne. Viaggiavano a bordo di un barcone, un peschereccio arrugginito, soccorso a 40 miglia a sud dell'isola dalle motovedette della Guardia costiera e scortato fino al suo ingresso in porto.
A Lampedusa non si erano mai visti tanti migranti su un solo barcone. Neanche gli occhi esperti degli uomini della Capitaneria di porto, che avevano raggiunto al largo di Lampedusa il barcone di 25 metri, pensavano che a bordo potessero esserci così tante persone. E potevano essere di più: gli stessi immigrati, infatti, hanno spiegato che altri 250, in procinto di partire, sono stati lasciati a terra perchè a bordo non c'era più spazio.
Per il ministro degli Esteri Franco Frattini, i migranti arrivati a Lampedusa dalla Libia "si sono imbarcati dal porto di Zwara" a seguito di un traffico organizzato "dal regime di Gheddafi" che lo stava attuando "come strumento di pressione su di noi". Il rais, secondo la Farnesina, si starebbe vendicando in questo modo dell'intervento della comunità internazionale in Libia. Sarà il Consiglio nazionale di transizione del paese nordafricano, ha detto il capo della diplomazia italiana, "a darci gli elementi e le prove" del fatto che "il regime di Gheddafi, così come aveva minacciato, stava cominciando da quel porto ad organizzare il traffico di esseri umani". "Lo aveva annunciato, aveva cominciato a farlo - ha concluso il ministro - ma fortunatamente la pressione militare internazionale ha fatto cessare e limitare a quell'episodio, quello che altrimenti sarebbe stato un altro strumento di guerra asimmetrica contro l'Occidente".

Una delle donne arrivate ieri, tre ore dopo lo sbarco ha dato alla luce una bambina nel Poliambulatorio dell'isola ed è poi stata trasferita in elisoccorso all'ospedale Vincenzo Cervello di Palermo, dove il 26 marzo scorso era stata ricoverata un'altra migrante che durante la traversata in mare aveva partorito un figlio al quale aveva dato il nome di Yeabsera, "Dono di Dio". Ieri è toccato a una nigeriana di 23 anni, Viviane Akhamien, che alla nuova arrivata ha voluto dare il nome di Gifty, come un "regalo" della buona sorte che ha assistito la bambina. La giovane mamma ha chiamato ieri sera il marito, rimasto in Libia, e insieme hanno deciso il nome da dare alla bimba. Questa mattina Pietro Bartolo, il responsabile del Poliambulatorio dell'isola che ha assistito Viviane durante un parto molto travagliato, ha iscritto Gifty all'anagrafe di Lampedusa.

Puntroppo ieri le notizie non sono state tutte liete come quella della nascita di Gifty. Infatti, si è aggravato il bilancio del naufragio del 13 aprile a Pantelleria (LEGGI). Poco lontano dal luogo dell'incidente è stato recuperato il cadavere di un uomo, la terza vittima del tragico sbarco di 191 migranti conclusosi sugli scogli di località Arenella mercoledì scorso. A trovare il corpo un sub professionista nell'ambito delle indagini che i carabinieri stanno svolgendo nella zona. Il cadavere è stato trasportato in porto con un gommone dell'Arma e trasferito nella camera mortuaria.
Proprio ieri mattina sull'isola sono state celebrate le esequie delle due donne congolesi annegate durante il tragico sbarco. Alla cerimonia, oltre al sindaco Alberto Di Marzo erano presenti, tra gli altri, il prefetto di Trapani Marilisa Magno e il questore Carmine Esposito. Il rito funebre è stato officiato dal vescovo di Mazara del Vallo, monsignor Domenico Mogavero, nella tensostruttura di via Salibi, poiché la nuova chiesa - da cinque anni in costruzione - non è stata ancora ultimata. Le due bare, quella di Leonie, 38 anni, madre di cinque figli, e quella di Cinie, 28 anni, sono state sistemate al centro dell'altare. Dietro alla bara di Leonie il marito Camille Fuamba, 41 anni, con i suoi cinque figli, Kerene di 15 anni, Aicha di 17, Viani di 9, Raiss di 7 e il più piccolo Ernest di 5 anni. Accanto a loro i profughi di lingua francese. A sinistra, dietro la bara di Cinie, c'era George, il fidanzato di 32 anni e tutti i profughi di lingua inglese. Al termine della cerimonia cinque profughi hanno intonato un canto nella loro lingua in onore delle due defunte. Le salme sono state poi trasportate nel cimitero dell'Arenella, che sorge proprio davanti al luogo dove è avvenuta la tragedia.

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ing, Lasiciliaweb.it, Repubblica/Palermo.it]

 

 

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20 aprile 2011
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